La collaborazione tra RFI e Associazione Amodo ha dato il via alla creazione dell’Atlante della Mobilità Dolce, un progetto che contribuirà alla promozione e alla diffusione di una mobilità più lenta a sostegno del turismo sostenibile. Si tratta di una mappatura digitale a portata di tutti che evidenzia i collegamenti ferroviari, ciclabili e pedonali tra le città e i luoghi di maggior interesse turistico e va a integrare le azioni già intraprese dagli enti pubblici a favore della sostenibilità urbana. Ma cosa significa esattamente “mobilità dolce” e perché oggi è importante parlarne, all’interno del concetto di mobilità sostenibile? Qui vi diamo tutte le risposte.
In un periodo storico in cui l’impegno di cittadini e amministrazioni verso la salvaguardia e il rispetto dell’ambiente è all’ordine del giorno, è consuetudine imbattersi nelle terminologie più disparate quando si parla di sostenibilità applicata alla vita cittadina. Turismo sostenibile, edifici ecocompatibili, e smart cities sono solo alcuni dei neologismi maggiormente utilizzati al giorno d’oggi nel settore urbano, coniati dopo l’introduzione di nuove e varie tecnologie a basso impatto ambientale al servizio dei diversi comparti dell’habitat sociale, allo scopo di rendere le città meno inquinate e più a misura d’uomo.
In questo scenario di presa globale di coscienza verso una vera e propria trasformazione sostenibile delle città, anche il settore della viabilità si mette in prima fila e contribuisce in vari modi alla salvaguardia dell’ambiente. Parlare di mobilità dolce oggi è, quindi, tanto fondamentale quanto sentito: in vista dello stop delle immatricolazioni dei mezzi a motore termico, si rende necessaria un tipo di mobilità che non solo renda le città più vivibili, ma che contribuisca anche alla salute di cittadini e pianeta.
Ma cosa intendiamo esattamente con il termine “mobilità dolce” e quali soluzioni migliorative offre nello specifico? Le risposte sono tutte di seguito.
Cosa significa mobilità dolce?
Il significato originario di mobilità dolce
All’interno del concetto di mobilità sostenibile, quando si parla del significato originale di mobilità dolce si intende una modalità di trasporto a zero emissioni inquinanti e a bassa velocità, che non implica l’utilizzo di mezzi motorizzati. Camminare a piedi, utilizzare la bicicletta o lo skateboard, viaggiare in monopattino o concedersi una passeggiata a cavallo: tutte queste forme di trasporto slow sono considerate “dolci”, perché non producono emissioni nocive e si attivano tramite l’azione fisica del conducente, risultando più salutari e più economiche rispetto all’utilizzo di mezzi alimentati da combustibili.
Si tratta sicuramente di una mobilità diversa da quella che siamo più abituati a vedere e utilizzare in città: autobus, scooter e automobili a motore termico sono infatti, tuttora, i principali padroni delle strade cittadine, e di conseguenza anche i maggiori responsabili dei congestionamenti del traffico e dell’inquinamento dell’aria.
Il concetto originario di mobilità dolce prevede dunque che gli spostamenti siano fatti con biciclette, skateboard, monopattini ma anche a piedi, utilizzando gli appositi spazi cittadini quali le piste ciclabili e pedonali, oppure anche fuori dal contesto urbano, ad esempio in percorsi creati per passeggiate a cavallo. In quest’ultimo caso la mobilità dolce sta diventando un modo sostenibile, più lento e alternativo anche per scoprire luoghi turistici che non si possono raggiungere in automobile. Per tutti questi motivi viene incentivata, come parleremo più avanti, da associazioni e aziende operative nel settore turistico attraverso progetti di promozione e valorizzazione.
L’ampliamento del significato di mobilità dolce
Al giorno d’oggi, in Italia, i mezzi di trasporto che rientrano nella categoria di “mobilità dolce” non si limitano solo a quelli che abbiamo appena elencato. Visto il recente aumento di utilizzatori di micromobilità sostenibile elettrica nelle città, la Fondazione Ania (l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) ha da poco incluso all’interno della nozione di mobilità dolce anche gli spostamenti con mezzi elettrici, che producono un minimo impatto ambientale e rendono meno impegnativo lo sforzo fisico rispetto alle biciclette o monopattini standard.
Ecco, quindi, che anche i monopattini elettrici e le e-bike si sommano ai mezzi originari di questo tipo di mobilità slow, dando così la possibilità a cittadini e turisti di apportare il proprio contributo sostenibile integrando i mezzi di trasporto privati (automobili e scooter di proprietà) con mezzi di micromobilità in sharing dotati di tecnologie sostenibili, performanti e di ultima generazione.
Anche il car pooling, cioè la condivisione di auto private, è ormai considerata una pratica rientrante nell’accezione più contemporanea di “mobilità dolce”.
I vantaggi della mobilità dolce: spostamenti agili, città vivibili e ambiente sano
Non c’è dubbio che i vantaggi della mobilità dolce abbiano come minimo comune denominatore la maggior praticità negli spostamenti, il rispetto dell’ambiente e il miglioramento della salute delle persone. Ecco quali sono i principali aspetti positivi che si riscontrano in questo tipo di mobilità, che come dicevamo, è più lenta e consapevole rispetto a quella tradizionale:
- Stimola l’attività fisica;
- Riduce le emissioni dei gas inquinanti;
- Evita il problema del parcheggio;
- Snellisce il traffico, rendendo le città più vivibili e l’aria più pulita.
Dati questi enormi vantaggi per cittadini e ambiente, come promuovere e incentivare la mobilità dolce per renderla una forma di spostamento sempre più utilizzata e abitudinaria?
Le possibilità per una mobilità sostenibile
Comuni e Regioni si sono attivati da tempo per promuovere la mobilità dolce urbana, anche grazie ai fondi stanziati dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nelle principali città italiane le amministrazioni si sono attivate in questo senso installando postazioni per mezzi di micromobilità elettrica in sharing (monopattini, e-bike, scooter), agevolando l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici e incentivando i servizi di car pooling.
Di riflesso, anche le infrastrutture a supporto della mobilità dolce sono state poste al centro dell’attenzione: i vari Piani Urbani di Mobilità Sostenibile (PUMS) sono già in azione e hanno l’obiettivo di costruire oltre 2.000 km di nuove piste ciclabili per collegare agevolmente i principali luoghi di interscambio cittadini (fermate autobus, parcheggi), ma anche strade urbane ciclabili e percorsi pedonali con limite di velocità a 30 km/h.
Un’altra idea sul banco delle istituzioni pubbliche a sostegno della mobilità dolce è quella di creare nuove aree verdi spostando in periferia le aree adibite a parcheggio. In questo modo, turisti e cittadini saranno stimolati a integrare l’uso delle proprie auto con altri mezzi di trasporto – pubblici o condivisi – per raggiungere il centro città.
Idee e progetti per l’incentivo e la promozione della mobilità dolce in Italia, come abbiamo appena visto, non mancano e sono già tutti a tavolino. Come sempre, sarà necessario aspettare qualche tempo per poter vedere con i propri occhi la completa realizzazione.
Le associazioni che promuovono la mobilità dolce in Italia
In aggiunta ai programmi delle istituzioni locali appena citati, sono attive anche diverse associazioni per la promozione e la diffusione della mobilità dolce in Italia. Le più importanti sono:
- Amodo (Alleanza Mobilità Dolce), una rete di 29 associazioni il cui obiettivo è incentivare la cultura della mobilità dolce e il turismo sostenibile tramite la promozione di percorsi e itinerari slow. Per fare questo, Amodo monitora e promuove le iniziative legislative, interloquisce con le istituzioni, conduce indagini di mercato, organizza eventi sul territorio, dialoga con le aziende e i gestori del servizio trasporti, organizza convegni di diffusione e sensibilizzazione della mobilità dolce;
- Co.Mo.Do (Cooperazione per la Mobilità Dolce), anch’essa una rete di associazioni che studia e analizza il tema della mobilità dolce e promuove le attività di turismo sostenibile quali escursioni, turismo velico ed equestre, cicloturismo.
L’Atlante della Mobilità Dolce: una mappatura digitale dei trasporti sostenibili
Nell’ottica di incentivare e diffondere la mobilità dolce, nel 2021 Amodo e RFI hanno firmato un accordo che mette nero su bianco i collegamenti esistenti tra più di 2000 stazioni ferroviarie, cammini e ciclovie situate nelle zone più turistiche d’Italia, realizzando un Atlante della Mobilità Dolce digitale. Nello specifico, sull’applicativo dell’Atlante sono indicati e costantemente aggiornati:
- Più di 3.000 stazioni ferroviarie attive;
- 28 linee ferroviarie turistiche;
- Oltre 900 borghi tra i più belli d’Italia che possono essere raggiunti tramite i collegamenti indicati;
- 12.000 km di sentieri e passeggiate;
- 55 siti Unesco;
- Più di 18.000 km di piste ciclabili e greenways (i percorsi chiusi al traffico di veicoli motorizzati).
La realizzazione dell’Atlante della Mobilità Dolce, già avviata e attualmente in corso d’opera, ha l’obiettivo di incentivare la modalità di turismo slow promuovendo l’interscambio agile tra mezzi e modalità di trasporto ecologiche, quali treni, biciclette e cammini. Al contempo, mira anche a rilanciare il turismo sostenibile facendo conoscere a chi ama la natura la bellezza di sentieri, parchi, siti Unesco, borghi e paesaggi unici, che si trovano vicini alle stazioni e alle maggiori attrazioni storiche e artistiche d’Italia.
L’Atlante è suddiviso per regioni, in maniera da agevolare la ricerca delle informazioni a seconda della destinazione prescelta. Da oggi sarà un utile strumento in più che permetterà di informarsi e scegliere un nuovo modo di viaggiare, più ecologico e salutare. Per la consultazione delle schede e delle mappe attualmente disponibili è consigliato accedere al sito ufficiale.