Il “mobility budget” offre ai dipendenti un’alternativa all’uso della macchina aziendale a favore di differenti mezzi di trasporto, negli spostamenti casa-lavoro, in linea con una sempre maggiore esigenza di ecosostenibilità ambientale.  

In cosa consiste il “mobility budget”

L’idea del “mobility budget” nasce in Belgio 4 anni fa. Esso consiste in un benefit economico erogato al dipendente, che questi può adoperare per gli spostamenti casa-lavoro o per le trasferte, in alternativa o congiuntamente all’uso della macchina aziendale. Dunque, è il dipendente che sceglie, autonomamente, come utilizzare questo “portafoglio”, a seconda delle sue esigenze di spostamento. Il “mobility budget” offre una vasta gamma di possibilità:

  • Car pooling;
  • Car sharing;
  • Abbonamenti a trasporti pubblici;
  • Bike sharing;
  • Mezzi di micromobilità (scooter, skateboard, monopattini elettrici, biciclette a pedalata assistita);
  • Taxi;
  • Noleggio auto (fino a 30 giorni all’anno).

A differenza di quanto accade negli altri Paesi, nei quali il “mobility budget” è stato formalizzato con legge, in Italia non esiste ancora una disciplina normativa.

Come viene erogato il “mobility budget”

Il “mobility budget” viene erogato dalle aziende tramite delle piattaforme digitali “Maas” (Mobility as a Service). Il “Maas” è un nuovo concetto di mobilità che raggruppa diversi servizi di trasporto pubblici e privati in un unico servizio, al quale gli utenti possono accedere via smartphone, collegandosi ad una piattaforma. Questa, che, possiede molteplici funzioni ed un’unica modalità di pagamento, è in grado di rispondere alle esigenze personali di mobilità di ciascun cliente. Oggi, anche le società di noleggio propongono le loro piattaforme e anche carte di mobilità che i dipendenti utilizzano per scegliere diversi mezzi di spostamento. Ciò comporta che vi siano, ovviamente, accordi individuali con gli operatori di trasporto.

Chi ne ha diritto

Tutti hanno diritto al “mobility budget” e, sebbene non esista ancora una legge che lo disciplini, le aziende già lo offrono tramite pacchetti che includono altresì l’utilizzo della macchina aziendale. Il “mobility budget” elargito a tutti è sicuramente un elemento discriminante positivo quando si è in fase di contrattazione con un possibile dipendente che sia sensibile al tema della ecosostenibilità. Infatti, un’azienda che, in fase di trattativa con un candidato, proponga anche una somma di denaro destinata ad una mobilità alternativa, rende la propria offerta di lavoro ancora più allettante. La flessibilità è la cifra distintiva del “mobility budget”, che potrebbe anche apportare risparmi all’azienda. Ciò accade, ad esempio, se, a fronte di un budget sostanzioso, il dipendente scegliesse un’auto di categoria inferiore oppure meno inquinante.

Chi sono il “Mobility manager” e il “Fleet manager”

L’erogazione del “mobility budget” deve tenere conto di alcune contingenze relative al lavoratore che lo percepisce, e cioè:

  • Se questi ha diritto allo smart working;
  • Dove abita;
  • Dove lavora;
  • Se usa altre tipologie di spostamento in alternativa alla sua auto.

Saranno il “Mobility Manager” ed il “Fleet Manager”, figure aziendali apposite, a rispondere a queste domande, coordinandosi con le Risorse Umane e le strutture legali e finanziarie dell’azienda. Il “Mobility Manager” è chi promuove interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità dei dipendenti. Il “Fleet Manager” gestisce le flotte aziendali e guida la transizione dell’azienda verso la mobilità sostenibile. Essi, sottoponendo questionari mirati ai lavoratori, cercano di comprendere le loro esigenze personali in fatto mobilità al fine di proporre le soluzioni più adeguate.