Le cime delle montagne così imponenti e granitiche ci appaiano immutabili ed, invece, i profondi mutamenti climatici degli ultimi anni hanno colpito anche loro. Il Monte Bianco registra un abbassamento di 2 metri della sua altezza in 2 anni.
Il gigante bianco è purtroppo in buona compagnia. Lo scioglimento dei ghiacciai, come conseguenza dei profondi cambiamenti climatici che subisce il nostro ecosistema, ha portato ad una riduzione dei ghiacciai europei negli ultimi anni.
Il Monte Bianco in numeri
Il Monte Bianco, la cima più alta delle Alpi, tra Italia e Francia, e dell’Europa, nell’arco dell’estate è passato dall’altezza di 4.807,81 metri a 4.805,59 metri, registrando un calo di 2,2 metri in circa 2 anni.
L’abbassamento è avvenuto tra la fine dell’estate del 2021 e quella del 2023 ed è stato rilevato dalla dodicesima misurazione effettuata a partire dal 2001 con la nascita di un programma specifico dedicato al Monte Bianco da parte della Chambre Départementale des géomètres-experts, la Camera dipartimentale dei geometri esperti dell’Alta Savoia.
Nella misurazione precedente, effettuata nel 2021, il Monte Bianco aveva perso un metro e la sua altezza misurata è stata di 4.807,81 metri.
Come funziona la misurazione del monte
Il programma di misurazione del “Tetto delle Alpi” prevede che ogni 2 anni un gruppo di esperti, dotato di sistemi di misurazione di ultima generazione, vada a controllare lo stato del monte e a verificare l’impatto del cambiamento climatico sulle vette alpine. Il gruppo di circa venti esperti che si è arrampicato sulla vetta a settembre di quest’anno contava anche la presenza dell’ex campione francese di biathlon, Martin Fourcade, grande appassionato del Monte Bianco.
Per avere dei dati ancora più accurati, il gruppo ha utilizzato l’aiuto dell’alta tecnologia con un drone insieme al supporto di una serie di satelliti e stazioni GPS permanenti nella valle di Chamonix che consentono dei rilievi molto precisi, nell’ordine di centimetri.
Nonostante questa tecnologia a disposizione, la salita al monte rimane necessaria e l’obiettivo era infatti la misurazione del volume di ghiaccio e neve, sopra i 4.800 metri, definito in gergo “supmallow up”.
Il drone è stato utilizzato per realizzare un modello tridimensionale del ghiacciaio ed avere un quadro ancora più dettagliato della situazione.
Perché il Monte Bianco si è abbassato?
Occorre precisare che a quelle altezze, la cima delle montagne subiscono numerose sollecitazioni a causa dei venti e delle piogge.
Le oscillazioni, quindi, nell’altezza del Monte Bianco sono un fenomeno assolutamente naturale; infatti, per la sua parte rocciosa il monte è alto 4.792 metri mentre la restante parte, composta da ghiaccio e neve, ha un’altezza che può variare anche in breve tempo in base ai venti in quota e alle quantità di precipitazioni.
Anche gli eventi atmosferici stagionali hanno la loro influenza e occorre pensare al Monte Bianco come ad una specie di complesso di dune modellato da questi eventi. Il vento, più forte in inverno, colpisce più duramente la neve livellandola, al contrario della primavera dove il vento ha un impatto minore.
Tuttavia, è innegabile l’effetto del riscaldamento globale con lo scioglimento dei ghiacciai e le conseguenze dei cambiamenti climatici sempre più frequenti e violenti.
Conseguenze come la mancanza di neve sulle montagne e i problemi specifici sulla viabilità legati al traforo del Monte Bianco possono portare anche modifiche nelle scelte dei turisti e avere ricadute economiche, oltre che ambientali, molto importanti su tutto il comparto.
Cosa dicono gli esperti
Sebbene l’altezza del monte sia in realtà variabile a causa degli eventi naturali che si susseguono negli anni, gli esperti ci rassicurano spiegando come questi dati siano soggetti a numerose oscillazioni. A mutare, soprattutto, non è la parte rocciosa del monte ma lo strato di neve eterna che varia in base ai venti in quota e alla quantità di precipitazioni nel periodo.
Il presidente della commissione delle misurazioni, Denis Borrel, ha espresso una certa cautela nel trarre conclusioni su questi dati, sottolineando la necessità di dover utilizzare informazioni raccolte in almeno 50 anni prima di fare un collegamento diretto con gli effetti dei cambiamenti climatici a queste altitudini. Il glaciologo Luc Moreau sottolinea ulteriormente come le rilevazioni effettuate devono tenere conto delle oscillazioni naturali dovute al vento e al suo impatto sulla cima della montagna.
Il programma per la misurazione del Monte Bianco è stato avviato nel 2001 e i dati a disposizione sono forse ancora pochi per poter trarre delle conclusioni precise.
Le conseguenze del cambiamento climatico
Tuttavia, il confronto con altri dati sembra lasciare pochi dubbi. In uno studio pubblicato nel rapporto State of the Global Climate 2022 sullo stato dei ghiacciai europei, sembra che tra 1997 e il 2022 si sia registrata una perdita di volume di circa 880 chilometri cubi di ghiaccio. Le Alpi, in particolare, hanno mostrato una riduzione media dello spessore di 34 metri e nel 2022, anno con scarse nevicate invernali, hanno subito una perdita di volume del 6%.
Le ricerche sui ghiacciai degli ultimi anni hanno indicato che da ottobre 2021 a ottobre 2022 c’è stata una variazione media dello spessore superiore di -1,3 metri.
L’aumento della temperatura globale potrebbe produrre effetti anche ad altitudini più elevate, oltre i 4.000 metri andando a compromettere, nel lungo termine anche le vette più alte delle Alpi anche se al momento non esistono dei dati certi a supporto di questa ipotesi.
Forse quest’anno quando ti preparerai all’apertura della stagione sciistica, usufruendo anche della comodità dei servizi tramite app, penserai a questo gigante bianco o alle altre montagne e ai rischi che corrono anno dopo anno se non si interverrà per la loro salvaguardia.