Novità per il settore e-bike: la Commissione Europea, nell’ottica del risparmio delle materie prime considerate critiche, vuole imporre un rapido cambio di rotta. Ciò comporta lo sviluppo di processi e l’utilizzo di materiali diversi al fine di realizzare motori e-bike riciclabili.

Tante volte la mobilità elettrica viene menzionata tra i pilastri della mobilità sostenibile. In linea di principio è così, ma poiché si tratta di una tecnologia recente – affinché l’impronta sostenibile della mobilità elettrica diventi concreta – sono necessari continui sviluppi e miglioramenti.

Per tale motivo anche la normativa cambia frequentemente. L’ultima novità riguarda la direttiva europea sulle materie prime critiche, che da un lato apporta modifiche relativamente al riciclo dei magneti permanenti e dall’altro aggiunge un nuovo elemento all’elenco delle materie prime strategiche. Nel documento sono inclusi tutti i motori elettrici compresi quelli delle e-bike.

Motori e-Bike riciclabili: cosa cambia?

I magneti permanenti utilizzati nei motori dell’e-bike contengono alcune delle cosiddette materie prime critiche, quali boro, samario, nichel e cobalto. In merito a tali elementi i produttori saranno obbligati alla massima trasparenza, fornendo tutte le informazioni richieste su quantità, tipologia e composizione chimica dei magneti, nonché sulle colle e sugli additivi utilizzati.

Al termine dell’iter, che porterà alla trasformazione degli attuali processi per realizzare motori e-bike riciclabili, tutti i magneti permanenti dovranno contenere una quantità minima di materiale riciclato. La quantità minima verrà stabilita dalla Commissione in una seconda fase. Oltre a ciò, sarà in vigore l’obbligo per tutti i produttori di rendere i magneti permanenti utilizzati completamente rimovibili.

Il regolamento della CE prevede l’applicazione anche di altre disposizioni che riguardano aziende e governi:

  • Audit della filiera di materie prime strategiche (imprese con più di 500 dipendenti e fatturato netto superiore a 150 milioni di euro);
  • Piani nazionali per ottimizzare la raccolta dei rifiuti critici (scarti di materie prime) e per garantirne il riciclo.

Quali sono le materie considerate critiche?

Ad oggi, la maggior parte delle materie prime impiegate per la costruzione di motori elettrici e batterie è importata dalla Cina. Per alcuni elementi il mercato è privo di concorrenza e la dipendenza dell’Unione Europea sfiora il 90%. Il regolamento proposto a marzo 2023 è un primo passo per rendere l’Europa più autonoma per lo sviluppo di tecnologie strategiche nei settori trasporti ed energia.

In pratica, l’obiettivo è quello di cambiare le modalità produttive, per esempio realizzando motori e-bike riciclabili o producendo batterie elettriche per automobili con processi sostenibili. Per realizzare un piano così ambizioso è stato modificato l’elenco di materie prime strategiche e critiche presenti nei magneti. Nel documento aggiornato è compresa anche la bauxite usata nella produzione dell’alluminio.

Le materie prime nella lista beneficeranno di una serie di vantaggi dal punto di vista del supporto economico alle imprese e agli enti di ricerca impegnati in progetti strategici di estrazione e riciclo.

Mobilità elettrica e materie rare: la nuova sfida dell’Europa

La direttiva UE ha un impatto importante sul settore e-bike che ha conosciuto un incremento esponenziale negli ultimi anni, grazie agli incentivi a uso privato e al moltiplicarsi dei servizi di bike sharing.

Come detto, però, l’ambizione dell’Unione Europea è ben più ampia e mira a rendere meno impattante la posizione dominante della Cina nel settore delle materie prime rare. I progetti di ricerca sono la speranza alla quale la governance europea guarda per mettere in atto il piano di autonomia.

Tra questi spicca il progetto europeo HEFT che vede i ricercatori dell’Università di Bologna impegnati a ‘immaginare’ motori delle auto elettriche quasi totalmente riciclabili.

Per HEFT l’UE ha stanziato 4 milioni di euro. Il progetto è stato attivato il 1° dicembre 2022 e si concluderà entro metà 2026. Gli obiettivi sono davvero sfidanti:

  • Riduzione delle perdite del 20%;
  • Abbattimento dei costi del 28%;
  • Recupero e riciclo oltre l’80% delle terre rare.

Le terre rare, o REE (acronimo di Rare Earth Metals), sono un gruppo di 17 elementi della famiglia dei metalli impiegati nel settore automotive (batterie ricaricabili e motori elettrici), nel settore eolico e nello sviluppo tecnologie innovative nel campo dell’aerospazio e delle energie rinnovabili.