Anche in acqua è possibile non inquinare. I motori elettrici per barche: come funzionano e quali vantaggi offrono

Come ben sapete, l’evoluzione della mobilità sostenibile non passa solo sulle ruote. Se Airbus sta lavorando ad un aereo a zero emissioni, in acqua la mobilità elettrica è ormai consolidata ed in continua evoluzione.

Un’evoluzione a lungo attesa

Prima di addentrarci però nel funzionamento di un motore elettrico per barche, un piccolo cenno storico per un’invenzione più antica di quanto si possa comunemente pensare.

Il primo esperimento di barca elettrica risale addirittura alla fine del XIX secolo. Nel 1886 infatti Siemens&Haske iniziò una serie di corse di prova sullo Sprea, affluente dell’Havel, dell’imbarcazione Elektra, una barca di prova a propulsione elettrica. Lo scopo era quello di individuare soluzioni per risolvere il problema del traffico locale a Berlino. Un’idea innovativa che però dovette essere accantonata a causa della tecnologia dell’epoca, immatura ancora per fornire una propulsione elettrica senza un caro prezzo in termini di spazio e peso, ma nel corso degli anni la Germania ha continuato ad inseguire il sogno di una navigazione elettrica, almeno sulle brevi distanze.

A gennaio 2014 i primi utilizzi di traghetti alimentati da collettori solari, progettati per trasportare fino a 35 persone.

Che cosa sono e come funzionano i motori elettrici per barche

Un motore elettrico per barche è un dispositivo di propulsione pratico e facile da installare che può sospingere una barca o un gommone grazie alla forza generata da un accumulatore. Per ricaricarlo bastano un caricabatterie e una presa di corrente.

Sono per lo più fuoribordo (cioè applicati all’esterno dello scafo), ma neanche un anno fa la tecnologia ha mostrato un altro gigantesco passo in avanti. All’Electric & Hybrid Marine Expo del giugno 2022 infatti è stato presentato il motore H-100, il primo motore entrobordo, da 100 kW di potenza, progettato per scafi dai 18 ai 30 metri.

L’importanza di chiamarsi elettrico

Viaggiare con un’imbarcazione alimentata a motore elettrico permette di muovervi in maniera più silenziosa. Se dunque siete appassionati di mare e volete esplorare la fauna marina, la troverete pronta per essere fotografata, perché non la spaventerete con il rumore che altrimenti fareste con un motore tradizionale; potete anche raggiungere molte aree protette visto che non inquinate, muovendovi in maniera sostenibile.

Oltre a questo, il motore elettrico per barche è più facile da manovrare anche per utenti meno esperti e presenta meno problemi di funzionamento.

Ci sono anche gli incentivi

Con il DL Infrastrutture dello scorso anno, sono anche stati stanziati 3 milioni di euro per agevolare l’acquisto di motori elettrici per barche: 1,5 milioni per il 2022 e altrettanti per quest’anno. I contributi sono erogati fino ad esaurimento, sotto forma di rimborso pari al 40% delle spese e fino a un massimo di 3.000 euro “per l’acquisto di un motore ad alimentazione elettrica, ed eventuale pacco batterie, con contestuale rottamazione di un motore endotermico alimentato da carburanti fossili”.

Vale quindi solo come acquisto di un motore elettrico con rottamazione di motore termico (il cosiddetto “retrofit”). Se ad esempio acquistate ora una barca nuova con un motore elettrico ex novo, non avrete diritto all’incentivo.

Come scegliere un motore elettrico

Se vi abbiamo convinti, ecco qualche dritta su cosa dovete sapere per scegliere un motore elettrico.

Una cosa di cui dovete tener conto è la tipologia di acque in cui navigate. Di norma i motori per acque marine (quindi salate) hanno più potenza per darvi più velocità e sfuggire a eventuali rischi meteo, oltre che una maggiore protezione delle componenti per resistere all’erosione dell’acqua del mare.

Per quanto riguarda la potenza del motore, di recente viene misurata anche in cavalli (di norma si misura in libbre) come quella di un motore termico, sappiate però che a parità di potenza, di norma un motore elettrico ha una velocità leggermente inferiore rispetto al termico.

Ultima cosa, occhio all’autonomia, quindi alla batteria. Normalmente è al litio ma può essere anche esterna, di tipo AGM o di piombo duro. Per evitare brutte sorprese potete sempre adottare delle precauzioni, come ad esempio tenere una batteria di scorta o collegare la batteria ad un pannello solare oppure alla rete elettrica di bordo.