L’Italia fa scuola anche nel settore del riciclo e New York la prende a modello per la raccolta di rifiuti organici con un progetto per sviluppare l’economia circolare. La scelta di utilizzare i sacchetti compostabili per i rifiuti alimentari ha portato in poco tempo a risultati incredibili a beneficio di tutta la città.

Rifiuti, inquinamento atmosferico, spreco di risorse: le grandi metropoli hanno un impatto ambientale non da poco. Allo stesso tempo, però, sono laboratori a cielo aperto, nei quali si sviluppano programmi innovativi adottando i modelli di economia circolare.

Come molte altre città, anche New York ha scelto di diventare sempre più green. E tra le varie iniziative, ha deciso di prestare maggiore attenzione al settore del riciclo dei rifiuti, evolvendosi in modo più sostenibile. Anche con un piccolo aiuto italiano.

New York adotta un nuovo sistema di raccolta dei rifiuti

La raccolta e lo smaltimento dei rifiuti hanno sempre costituito un problema di difficile gestione negli Stati Uniti. Infatti, ancora nel 2017, solamente 320 città avevano un sistema di raccolta differenziata dell’organico, coprendo circa il 5% della popolazione totale.

La situazione è andata poi migliorando nel tempo ma in generale il tasso di riciclo è sempre rimasto sotto il 30% a fronte di un volume di rifiuti, calcolato nel 2018 da EPA, Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti, in 292,4 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani.

Considerata questa situazione e la crescente importanza del riciclo, della riduzione degli sprechi, gli obiettivi di decarbonizzazione e l’evoluzione delle smart city, il sindaco di New York, Eric Leroy Adams, ha deciso di passare all’azione e ha recentemente adottato un nuovo sistema di raccolta dei rifiuti organici.

Il sistema comprende la distribuzione di 250 cassonetti smart, destinati ai rifiuti compostabili e alimentari, con la prospettiva di aumentarne il numero fino a 400 unità.

I rifiuti vengono raccolti tramite sacchetti in bioplastica compostabile che permettono un trattamento molto più facile, poiché i residui si trasformano in compost e ciò evita che finiscano in discarica.

Si tratta di un piano sperimentale, che riprende il modello di raccolta già diffuso in Italia, e che è stato già applicato con successo nel distretto del Queens. In quasi un anno, si è arrivati a triplicare il materiale raccolto con costi ridotti di un terzo rispetto ai sistemi adottati nel passato.

Dopo il periodo di prova, il progetto verrà esteso a tutta la città, con la volontà chiara di raggiungere l’obiettivo di zero rifiuti nel 2030.

Italia non solo modello, ma anche partner

Ma l’influenza italiana sul nuovo sistema newyorkese non si limita solo al modello di raccolta dei rifiuti.

Per il progetto, infatti, vengono utilizzati sacchetti compostabili prodotti in Italia da Novamont, un’azienda chimica di Novara, attiva nel settore delle bioplastiche e con una sede anche in Nord America.

In più, l’amministrazione della Grande Mela si è affidata alla consulenza del CIC, Consorzio Italiano Compostatori, e alla grande esperienza italiana nel settore che ha fatto sì che il nostro Paese abbia raggiunto percentuali di raccolta di rifiuti umidi e compostabili più alte rispetto alla media europea.

La gestione dei rifiuti in Italia rispetto all’Europa

L’ Italia, infatti si posiziona al settimo posto in Europa per il riciclo dei rifiuti e soprattutto per l’impegno nella raccolta di umido e compostabili, grazie anche allo sviluppo tecnologico e a realtà come Biorepack, Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, riconosciuto nel 2020 e primo al mondo a specializzarsi nel riciclo organico degli imballaggi compostabili.

L’introduzione dell’obbligo della raccolta differenziata a partire dal 31 dicembre 2021 ha fornito inoltre un grande aiuto nel raggiungimento di questi importanti risultati, con i dati riportati dal Rapporto dei Rifiuti Urbani del 2022, redatto da ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che indicano l’applicazione della raccolta di rifiuti organici in ben il 96% dei comuni italiani.

L’Italia che mostra un tasso di riciclaggio del 51,4%, leggermente superiore alla media europea del 48,6%. Infatti, nonostante i passi avanti nella gestione dei rifiuti  in Europa compiuti grazie all’evoluzione della normativa, ci sono Paesi che faticano a stare al passo e circa due terzi dei rifiuti umidi vengono ancora bruciati oppure mandati in discarica. L’obiettivo comune è però quello di portare entro il 2025 tutti i Paesi al 55% del riciclo dei rifiuti urbani.

Il modello italiano, così virtuoso ed efficace, è stato adottato non solo a New York, ma anche a Copenhagen e un alcune della Spagna e della Cina .