In attesa di scoprire se Roma ospiterà il tanto atteso Expo 2030, si fa un salto nel passato e si ricorda l’Esposizione Universale di Milano e i progetti a essa associati. Tra questi spicca Open Expo, un’iniziativa innovativa che voleva trasformare l’Italia.
Milano, una città vivace e moderna, ammirata per la sua arte e preferita come meta di vacanze con i bambini, è stata scelta come sede dell’Expo 2015. In quegli anni, attorno a essa, si è creato un grande fermento che ha stimolato giovani, aziende e amministrazioni.
Forse anche per questo, l’11 settembre 2014, presso la Sala della Stampa Estera a Roma, è stato presentato un progetto nuovo è ambizioso: Open Expo.
Cos’è il progetto Open Expo?
Open Expo è stato il più grande progetto di trasparenza amministrativa mai realizzato in Italia.
Esso ha visto una brillante collaborazione tra Expo 2015 e Wikitalia, un gruppo composto da esperti di web e appassionati di democrazia che ha lanciato un portale gratuito, rivolto alle città, per sviluppare strumenti in open source.
Lo scopo della piattaforma Open Expo era quello di garantire la trasparenza dell’evento internazionale tramite la pubblicazione di dati rilevanti riguardanti l’Expo 2015 (gestione, progettazione, organizzazione).
Il progetto prevedeva un accesso libero alle informazioni, raggruppate in:
- Sezione Amministrazione trasparente;
- Cruscotto per il monitoraggio dei cantieri;
- Gli affidamenti, di ogni categoria e importo, relativi al 2014.
Open Expo non era solamente uno strumento riservato all’Esposizione Universale del 2015, ma doveva rappresentare il punto di partenza per ottimizzare l’operato della Pubblica Amministrazione.
Cosa è successo a Open Expo?
Nel 2014 e nel 2015 molte figure pubbliche hanno espresso opinioni ottimiste che valorizzavano il progetto. Il direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale, Alessandra Poggiani, ha affermato: «Open Expo è un’esperienza da estendere a tutta la Pubblica Amministrazione».
Maurizio Martina, al tempo Ministro delle Politiche Agricole, ha commentato: «Una delle eredità dell’Esposizione di Milano è legata anche a strumenti di grande verifica, controllo e partecipazione come quello che presentiamo oggi, di grande importanze per migliorare le relazioni e la comunicazione dell’Italia con gli altri Paesi».
Sfortunatamente il progetto si è fermato e, come dimostrato dagli scandali sulle gare d’appalto e sulle tangenti che hanno portato a inchieste e arresti, Expo 2015 non ha dimostrato tutta la trasparenza promessa.
Quale sarà il futuro di Open Expo?
Durante il Governo Renzi si è tornato a parlare di Open Expo, un progetto in linea con le norme vigenti in fatto di privacy e che non presenta particolari ostacoli burocratici.
Attualmente, però, non vi sono notizie al riguardo. La speranza è che il Governo Meloni, che ha candidato Roma per l’Expo 2030, rispolveri quest’iniziativa per valorizzare la propria candidatura.
La Premier, durante la quarta Assemblea del Bureau International des Expositions (BIE), che si è tenuta il 20 giugno 2023 a Parigi, è intervenuta per promuovere la candidatura della capitale italiana: «Antiche tradizioni e modernità tecnologica hanno ispirato il nostro progetto e danno sostanza alla nostra proposta. Persone e territori. Rigenerazione, inclusione e innovazione è il tema dell’Expo di Roma».
Un tema che sembra calzare a pennello al progetto Open Expo.
Verso Expo 2030: alla scoperta delle bellezze di Roma, la città candidata
Il futuro di Open Expo è ancora incerto ma, nel frattempo, puoi cominciare a conoscere le bellezze di Roma, città candidata dall’Italia, esplorandola con veicoli per la micromobilità elettrica sostenibili e semplici da utilizzare. Puoi usufruire dei servizi di bike sharing, ad esempio, oppure percorrere itinerari sconosciuti in monopattino elettrico a Roma.
Raggiungere la Capitale è facile, sia in treno che in auto, sia dall’Italia che dall’estero. E grazie al telepedaggio autostradale europeo puoi viaggiare liberamente senza fermarti ai caselli.