AGGIORNAMENTO 02/04/2023: il referendum sui monopattini si è tenuto a Parigi il primo aprile 2023. Qui il risultato della consultazione popolare.

 

Il countdown è iniziato: il prossimo 2 aprile i parigini saranno chiamati a decidere, attraverso un referendum se proibire o meno l’utilizzo dei monopattini elettrici in sharing. La domanda a cui i cittadini dovranno rispondere è molto semplice: Pour ou contre les trottinettes en libre-service à Paris?, vale a dire «Favorevole o contrario ai monopattini in libero servizio a Parigi?» Se dovesse vincere il sì a che cosa rinuncerebbe la capitale francese in termini di mobilità urbana?  

Perché Parigi sta pensando di vietare i monopattini elettrici in sharing?

Nelle scorse settimane Dott, Lime, Superpedestrian, TIER e Voi, attive in 37 paesi, hanno redatto un decalogo per offrire alle amministrazioni delle città in cui operano una bussola che le guidi nel migliorare il servizio dei monopattini elettrici in sharing all’interno delle aree urbane.

Ma mentre cinque aziende leader nel settore della micromobilità hanno unito gli sforzi per cercare di risolvere i problemi legati alla regolamentazione e alla sicurezza di quella che, a tutti gli effetti, è nuova forma di trasporto, i monopattini elettrici a Parigi rischiano di essere messi al bando con il referendum del prossimo 2 aprile. I parigini dovranno infatti esprimersi a favore o contro il mezzo che, insieme alle bici elettriche in condivisione, ha rivoluzionato la mobilità nella capitale francese e in altre città europee.

È stata Anna Hidalgo, sindaca di Parigi, ad annunciare in un’intervista dello scorso 14 gennaio al quotidiano Le Parisien, l’indizione di un referendum sul mantenimento o meno dei vari servizi di monopattini a flusso libero (free floating) nella Ville Lumière. Per avere un’idea di quale potrebbe essere l’impatto di un’eventuale vittoria dei “Sì” basta guardare le cifre: i monopattini a Parigi sono circa 15 mila, gestiti da tre diverse società, ovvero Lime, Dott e Tier.

Secondo i sostenitori del divieto, i problemi sono legati soprattutto alla sicurezza – le statistiche parlano di 3 morti e 459 feriti a Parigi soltanto nel 2022 – e al cattivo comportamento degli utenti che non spesso non rispettano le regole della strada, guidano sui marciapiedi e parcheggiano i monopattini in zone diverse da quelle designate o addirittura li buttano nella Senna. Insomma, il mezzo simbolo della micromobilità elettrica sembrerebbe rappresentare più un pericolo che una soluzione per gli spostamenti in città.

Non è tutto: i fautori del “Sì” sottolineano anche gli impatti ambientali negativi associati ai servizi di condivisione di monopattini elettrici in sharing, in particolare le emissioni legate alla produzione di materiali e componenti che servono per costruirli e l’uso dei veicoli inquinanti da parte dei juicers a cui è affidato il compito di raccogliere, ricaricare e ridistribuire i monopattini in città. In definitiva, i monopattini non sarebbero nemmeno così ecologici.

Il referendum non è il primo segnale di insofferenza da parte l’amministrazione parigina. Lo scorso settembre, infatti, il Comune aveva minacciato gli operatori del servizio del mancato rinnovo delle licenze se non fossero riusciti a limitare la guida spericolata e altri abusi che mettono a repentaglio la sicurezza dei pedoni. Dal canto loro, Lime, Dott e Tier hanno suggerito una serie di misure, tra cui dotare i monopattini di targhe al fine di rintracciare più facilmente gli utenti che passano con il semaforo rosso o che viaggiano in coppia sui veicoli per una sola persona, due delle violazioni più comuni.

Perché Parigi ha bisogno dei monopattini elettrici?

Fino a qui abbiamo visto qual é la posizione dei sostenitori del “Sì”, ma c’è anche chi ritiene che gli i monopattini elettrici non debbano essere vietati a Parigi. Per il ministro dei Trasporti, Clement Beaune, ad esempio, la soluzione non è di eliminare i veicoli, ma piuttosto di fare in modo che siano meglio regolamentati così da garantire la sicurezza di tutti gli utenti, sia a piedi che su due ruote.

In una recente intervista al Journal Du Dimanche, Beaune, ha evidenziato la necessità di un quadro nazionale più forte, con l’obiettivo di aiutare alcune autorità locali che hanno difficoltà a imporre regole severe agli operatori. In aggiunta, il ministro ha sottolineato che nel 20% dei casi, i monopattini elettrici in sharing vengono utilizzati al posto di un mezzo di trasporto inquinante come le macchine e gli scooter.

A questo dato si aggiunge l’analisi proposta da Les Echos, condivisa anche da Innovation Origins, una piattaforma europea sull’innovazione, le start-up e le tecnologie che daranno forma al mondo di domani, da cui emerge che i servizi di micromobilità a Parigi stanno avendo un significativo impatto sui modelli di trasporto della città.

Lo studio ha rilevato che oltre due terzi di tutti gli spostamenti effettuati con tali servizi, se questi non fossero disponibili, sarebbero stati effettuati con i mezzi pubblici oppure a piedi. Ciò ne evidenzia la crescente popolarità poiché sono percepiti come una soluzione di trasporto efficiente e conveniente sia in termini di risparmi di denaro che di tempo.

I monopattini elettrici in sharing, in particolare, sono la scelta più popolare per gli spostamenti brevi e rappresentano un’opportunità per ridurre la congestione del traffico e l’inquinamento in città: basti pensare che nel 2022, Parigi ha registrato 2 milioni di clienti sul fronte dei servizi di monopattini elettrici in condivisione, per un totale di 15,5 milioni di corse tra le strade dei suoi venti arrondissement.

È quindi chiaro che i monopattini elettrici in sharing sono una parte importante nel panorama della mobilità parigina e, in quanto tali, vietarli significherebbe rinunciare a un’importante opportunità che contribuirebbe alla costruzione di un futuro più verde e sostenibile. Pertanto, sebbene sia importante garantire la sicurezza di tutti gli utenti e imporre le necessarie regolamentazioni agli operatori, vietare del tutto questi veicoli sarebbe una misura estrema che alla fine farebbe più male che bene.

Anche perché, non va dimenticato che nel 2022 il Consiglio di Stato francese ha inflitto al Paese una multa di 20 milioni di euro per non essere stato capace di adottare soluzioni efficaci contro l’inquinamento atmosferico, con conseguenti danni per la salute dell’ambiente e dei cittadini. Una doppia multa che fa a quella del 2021 comminata per gli stessi motivi. L’inquinamento atmosferico in Francia è un importante problema di salute pubblica, con 40.000 morti all’anno attribuibili alle polveri sottili.

Negli ultimi anni il Conseil d’État ha ordinato ai diversi governi che si sono susseguiti di ridurre le soglie di inquinamento da biossido di azoto che superano il limite previsto in diverse aree della Francia, in particolare negli agglomerati urbani di Parigi, Lione e Marsiglia. Le misure adottate dallo Stato per rimanere al di sotto delle soglie sono state ritenute del tutto insufficienti e anche la Santé Publique France ha sottolineato che l’inquinamento dell’aria ambiente, legato in particolare al traffico automobilistico, rimane un rischio significativo in Francia.

Alla luce di questi dati, vietare i monopattini elettrici in sharing significherebbe privare i parigini di un mezzo di trasporto essenziale in un momento in cui è necessario migliorare la mobilità urbana per combattere efficacemente l’inquinamento atmosferico. L’unica soluzione possibile è quella di regolamentare l’attività degli operatori, piuttosto che vietarla del tutto, in modo che tutti possano continuare a trarne beneficio con la massima sicurezza e sostenibilità ambientale.