Con il passare del tempo gli impianti fotovoltaici perdono di potenza e il rischio che diventino meno efficienti è reale. Una soluzione al problema c’è ed è il revamping fotovoltaico.

30 sono gli anni di vita efficiente di un impianto fotovoltaico. Oltre questo arco di tempo gli impianti vanno incontro a cali di produzione e di conseguenza ad una minore efficacia. Ciò è dovuto alla normale usura delle installazioni e del logoramento della componentistica, in quanto esposte h24 agli agenti atmosferici.

Cos’è il revamping fotovoltaico

Per ovviare ai cali di produzione degli impianti fotovoltaici con 25/ 30 anni di vita, sono stati messi in campo tutti gli interventi utili a rimodernare i sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili. Obiettivo è riportarli alla potenza originaria e addirittura a migliorarla. Le linee guide per il revamping fotovoltaico sono state previste già nel 2016 dal Gestore Servizi Energetici (GSE), la società del Ministero delle Finanze (MEF) che si occupa di promozione e sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica.

Quando fare il revamping fotovoltaico

Il termine revamping deriva dall’inglese to revamp che significa rimodernare, rinnovare. Intervenire con attività di revamping significa quindi ripristinare e, possibilmente, migliorare le performance originali dell’impianto.
Il revamping fotovoltaico è necessario quando si presentano queste situazioni:

  • Continua e prolungata perdita dell’efficienza energetica dell’impianto;
  • Deterioramento dei pannelli fotovoltaici;
  • Limitata efficienza o sicurezza dell’impianto conseguente a problematiche di progettazione;
  • Inadeguatezza ai nuovo standard di sicurezza indicati dal GSE.

Attraverso un intervento di revamping in queste specifiche circostanze, possono essere ripristinate le capacità prestazionali dell’impianto. Di conseguenza, con il ritorno alle condizioni di efficienza ottimali, l’impianto fotovoltaico tornerà ad essere una preziosa risorsa di energia prodotta con fonti rinnovabili.

Gli interventi di revamping fotovoltaico

Sono diversi gli interventi di revamping che si possono mettere in opera per riportare alla massima efficienza un impianto fotovoltaico. Le linee guida del Gestore dei Servizi Energetici li ha distinti in interventi significativi e non significativi.

Gli interventi significativi prevedono l’obbligo della comunicazione degli stessi al Gestore se effettuati su impianti con potenza superiore a 3 kW. La comunicazione deve essere fatta entro 60 giorni dal completamento dell’intervento per assicurarsi così il diritto agli incentivi previsti dal GSE.

La sostituzione, la rimozione e la nuova installazione di moduli e inverter, componenti principali dell’impianto, rientrano tra gli interventi significativi. Altro intervento significativo è lo spostamento anche solo parziale dei moduli. Infine, la modifica del regime di cessione in rete o la variazione del codice identificativo del punto di connessione alla rete, sono provvedimenti che ricadono anch’essi tra gli interventi significativi.

Gli interventi non significativi invece comprendono le operazioni di spostamento dei componenti elettrici minori e degli inverter, e le attività che coinvolgono le strutture di sostegno dove sono allocati i moduli fotovoltaici, in particolare i tralicci metallici e i sostegni in muratura, come i tetti. Questi interventi devono essere fatti in conformità alle linee guida del GSE ma non è necessaria la comunicazione al Gestore per i possessori di impianti di potenza inferiore ai 3kW.

Il revamping fotovoltaico oggi è sostenuto dalle politiche energetiche dell’Unione Europea. La UE mira infatti a introdurre nel revamping anche la digitalizzazione dei dati relativi alla produzione e al consumo di energia, per ottenere sistemi efficienti di monitoraggio delle performance. Obiettivo è avere sempre più sistemi avanzati per la gestione attiva della produzione di energia da fonti rinnovabili e procedere così verso città sempre più intelligenti e sostenibili.