Nonostante sia ancora in fase di sviluppo, la ricarica wireless per auto si preannuncia come un’innovazione in grado di dare ulteriore slancio al settore delle vetture elettriche
La ricarica è una delle preoccupazioni maggiori per chi si approccia alle auto elettriche: dove si trovano le colonnine di ricarica? Quanto tempo ci vuole per il rifornimento? E se il percorso è lungo?
Preoccupazioni più che legittime, tanto è vero che, mentre le infrastrutture investono per aumentare il numero dei punti di ricarica a disposizione, è in crescita la ricerca di soluzioni per migliorare la praticità e la velocità di rifornimento, anche perché l’autonomia del veicolo dipende da diversi fattori.
Se la mobilità elettrica è il futuro in un’ottica di sostenibilità, anche la tecnologia deve andare di pari passo con le esigenze degli utenti: tra gli studi più caldi del momento ci sono quelli relativi alla ricarica wireless, già ampiamente sdoganata ad esempio per gli smartphone, e che è destinata a rivoluzionare il modo di fare rifornimento per i veicoli elettrici.
Come funziona la ricarica wireless
In questo momento l’unico modo per ricaricare un’auto elettrica prevede la connessione fisica di quest’ultima con una colonnina attraverso un cavo e un connettore, con tutte le scomodità e i vincoli del caso.
È proprio la ricerca di praticità a rendere così appetibile la tecnologia della ricarica wireless, che si basa sui principi dell’induzione elettromagnetica: la corrente elettrica viene indotta in presenza di un campo magnetico, formato da due pad, uno di ricarica e uno montato sul veicolo.
Questa tecnologia può essere stazionaria, cioè il mezzo viene parcheggiato in corrispondenza di una placca elettromagnetica, oppure in movimento, grazie ad asfalti particolari, in grado di indurre corrente elettrica nelle automobili in transito.
Ricarica wireless con auto ferma
Una stazione di ricarica wireless ha due componenti principali: un trasmettitore di ricarica installato nel pavimento e un ricevitore, che si trova nel veicolo elettrico. Quando il veicolo viene parcheggiato sopra il dispositivo di ricarica, il trasmettitore genera un campo magnetico alternato. Il ricevitore nel veicolo cattura questo campo magnetico e lo converte in energia elettrica per ricaricarne le batterie.
Questo metodo di ricarica è adatto per le situazioni in cui l’auto elettrica rimane ferma per un periodo prolungato, quindi in un parcheggio o in un’area di sosta dedicata.
È anche il sistema di ricarica senza fili attualmente più diffuso e disponibile sul mercato, per esempio per la ricarica di alcuni modelli di autobus elettrici, ma per quel che riguarda le auto varia a seconda del Paese e del modello.
In Italia la tecnologia di ricarica wireless è ancora in fase di adozione, ma non mancano progetti e iniziative volti a implementare il rifornimento senza fili in determinate aree.
Ricarica wireless con auto in movimento
Nel caso della ricarica wireless in movimento, o ricarica dinamica, il sistema è installato nel terreno stradale, mentre il veicolo è dotato di un dispositivo di ricarica wireless integrato, come una bobina di ricarica. Questa tecnologia permette all’auto di caricare le batterie viaggiando, estendendone quindi l’autonomia complessiva.
Rispetto alla ricarica wireless statica, quella in movimento presenta sfide tecniche più complesse, come la gestione del trasferimento di energia a velocità più elevate e la necessità di integrare il sistema di ricarica nel terreno stradale. Allo stesso tempo però questa tecnologia potrebbe davvero dare una spinta al mercato delle automobili elettriche, proprio grazie alla sua praticità.
I risultati ottenuti finora
La tecnologia di ricarica wireless è ancora in evoluzione e si stanno cercando modi per migliorarne l’efficienza e l’interoperabilità. Inoltre richiede infrastrutture specifiche e costi notevoli per la sua diffusione su larga scala.
Al momento la maggior parte degli sforzi si concentra sulla creazione di infrastrutture di ricarica wireless in aree di parcheggio statiche, come parcheggi pubblici o privati, piuttosto che sull’integrazione dell’asfalto stesso, a causa dell’enorme sforzo che questa tecnologia richiede a livello di infrastrutture e di standardizzazione a livello internazionale.
Resta però il fatto che gli occhi sono puntati sulle smart road e sulla ricarica in movimento: i progetti pilota in corso sono comunque numerosi e promettenti.
Due esempi su tutti.
In Svezia il primo tratto di strada elettrificata permanente, lungo 21 chilometri, sarà inaugurato nel 2025, con l’ambizioso progetto di estendere questa tecnologia su tutto il territorio scandinavo entro il 2045.
In Italia, sulla A35 BreBeMi, si è conclusa la fase di test dell’anello di asfalto che ricarica, grazie al sistema a induzione, auto elettriche speciali mentre sono in movimento: il cablaggio della prima corsia dovrebbe avvenire entro la fine di quest’anno.
Sarà necessario un adeguato sviluppo e il coordinamento tra produttori di auto, fornitori di energia e autorità locali per facilitare l’adozione diffusa di questa tecnologia e garantire una copertura adeguata delle infrastrutture di ricarica senza fili, ma a questo punto è chiaro che il futuro della mobilità sostenibile passa anche dalla sua tecnologia di ricarica.