Situato ad un´altezza di 2.734 metri di altitudine, nel cuore del Patrimonio Unesco delle Dolomiti, il Rifugio Santner, chiuso da qualche anno, tornerà presto ad offrire dalle sue finestre un panorama mozzafiato sulle montagne circostanti.
Lo storico rifugio Santner riaprirà le sue porte
Costruito nel 1956 direttamente sotto la seconda cima più alta dell’omonimo gruppo montuoso Santner, fu realizzato e gestito dalla guida alpina Giulio Gabrielli di Predazzo. Nel 2013 venne chiuso, per poi tornare ad accogliere gli amanti dell’alta montagna nel 2019 con una nuova gestione. Nel 2022 sono iniziati i lavori per una completa ristrutturazione, ed è notizia recente che la struttura riaprirà le porte il prossimo giugno.
Ospitalità del Rifugio
Con la recente ristrutturazione, il Rifugio Santner avrà una capacità ricettiva di circa 36 persone, con stanze da 2, 3, 4 o 6 posti letto, previa ovviamente prenotazione. Il ristorante in stile montano, anch’esso ristrutturato rispettando la cultura del luogo, offrirà piatti tradizionali altoatesini, come i canederli o lo strudel di mele.
Ma come si arriva al Rifugio Santner
Situato nel cuore del gruppo dolomitico Patrimonio UNESCO dal 2009 insieme ad altre 8 zone, il rifugio, come molti altri (ad esempio, il Buffaure), è raggiungibile a piedi. Vi si può accedere seguendo due vie.
Per la via ferrata Santner
La prima è la via ferrata Santner, un classico delle Dolomiti, posta ai piedi della parete sudovest del Catinaccio. È necessario però non soffrire di vertigini, avere l’attrezzatura da arrampicata e un passo sicuro. La ferrata sbuca al Passo Santner che si trova a pochi metri dall’omonimo rifugio.
Dalla Val di Fassa
La seconda via è salendo dalla Val di Fassa passando per il rifugio Vajolet e Re Alberto I. Questa possibilità di ascesa al rifugio è la più sportiva e la più impegnativa. Da Vigo di Fassa (1.440 m), tramite la funivia del Catinaccio, si raggiunge il rifugio Ciampedie e prosegue verso il Rifugio Gardeccia, il Rifugio Vajolet e Preuss fino al Rifugio Re Alberto. La scalata fino al Rifugio Re Alberto è attrezzata con corde metalliche. L’ultimo pezzo di ascesa attraversa il cosiddetto “Gartl”, il famoso giardino di rose di Re Laurino, fino ad arrivare al Rifugio Santner.
La leggenda popolare del Rifugio Santner
Secondo una leggenda popolare, il monte Catinaccio era l’incantevole Giardino delle Rose del Re Laurino, sovrano di un popolo di nani che scavava nelle viscere della montagna alla ricerca di cristalli, argento e oro. Questo giardino fantastico si trovava proprio nel luogo dove oggi è collocato il Rifugio Santner. Ancora oggi il Catinaccio, per la maledizione lanciata dal Re Laurino per un torto subìto («né di giorno, né di notte alcun occhio umano potrà più ammirarti»), al tramonto assume il colore di un giardino di rose in fiore, di ineguagliabile bellezza.
Il Rifugio Santner, ottimo punto di partenza per le arrampicate
Nelle immediate vicinanze della baita partono ben cinque salite di difficoltà diverse. La Cima del Catinaccio è accessibile seguendo diverse vie. La via normale, molto panoramica ed entusiasmante, è adatta anche ai principianti. Sulla parete ovest per gli sportivi ci sono gli attacchi per la Via Piaz-Delago e la Via Dulfer, tutti e due molto più impegnativi essendo del V° grado di difficoltà. Nel raggio di una decina di minuti a piedi ci sono le arrampicate delle famose Torri del Vajolet. Tutte le vie di salita garantiscono un panorama mozzafiato dall’alto dei 3000 metri delle cime ed una vista straordinaria della catena montuosa del Catinaccio, immersa nelle Dolomiti del Sudtirolo.