Le quotazioni del petrolio di qualità Brent cominciano già a salire dopo l’attacco di sabato 7 ottobre 2023 sulla Striscia di Gaza. Gli esperti temono un ulteriore aumento dei prezzi di diesel e benzina. 

Dopo il lento, ma progressivo ribasso dei giorni scorsi, ora i prezzi dei carburanti rischiano di impennarsi ancora. Il primo segnale arriva dalle quotazioni del Brent, che stamani apre le contrattazioni sopra gli 88 dollari al barile, con un rialzo del + 0,52%.

Caro carburanti, stop ai ribassi

Spirano venti di guerra in Medioriente. E il costo del petrolio al barile ricomincia inesorabilmente a salire. Spianando la strada agli speculatori. Superata nelle scorse settimane la soglia dei 2 euro a litro, i prezzi di diesel e benzina erano scesi. Attestandosi, nella media nazionale, a 1.986,48 euro per la benzina in self-service e 1.911,08 euro per il gasolio.

Ma il conflitto in Israele – come già accaduto dopo lo stop alle esportazioni dalla Russia – rischia di incidere molto negativamente sui prezzi dei carburanti. Il primo segnale, come già accennato, arriva dalle quotazioni del petrolio Brent. Ma non è l’unico indicatore. Anche il gas, infatti, sale oltre il 7%.

Perché il conflitto in Medioriente spaventa i mercati energetici

Era il 1973. E il terribile conflitto arabo-israeliano del Kippur ebbe, come diretta conseguenza, una crisi petrolifera dalle enormi proporzioni. Ai tempi, l’OPEC (l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) decise di aumentare drasticamente i prezzi al barile. Operando, al contempo, un embargo nei confronti degli Stati considerati “filo-israeliani”. Questa strategia rischiò di mettere in ginocchio le economie dei paesi importatori. Che furono costretti, per la prima volta, a operare scelte di risparmio energetico.

Il conflitto deflagrato nei giorni scorsi, allo stesso modo, preoccupa gli osservatori. Spingendo i governi a interrogarsi sulle politiche da attuare in caso di ulteriori – e prevedibili – rincari dei prezzi di diesel e benzina. Nelle ultime settimane, si è largamente auspicato l’uso dell’accisa mobile. Il meccanismo, cioè, che il Governo Meloni potrebbe attivare riducendo le imposte se il costo della benzina dovesse superare il prezzo medio del bimestre precedente. Ma, per ora, nessuna novità in merito è giunta da Palazzo Chigi.

La media nazionale dei prezzi di diesel e benzina 

Secondo l’Osservatorio sui prezzi mensili dei carburanti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che elabora i dati sulla base delle informazioni comunicate ed esposte dai gestori, questi sono i costi attuali dei carburanti in Italia:

  • Self-Service: Benzina 1,948 euro/litro, (1,946 euro nelle pompe bianche); Diesel 1,917 euro/litro (1,912 euro nelle pompe bianche);
  • Servito: Benzina 2,087 euro/litro (2,009 euro nelle pompe bianche); Diesel 2,056 euro/litro (1,974 euro nelle pompe bianche); Gpl 0,718 euro/litro (0,708 euro nelle pompe bianche); Metano 1,396 euro/kg (1,387 euro nelle pompe bianche); Gnl 1,285 euro/kg (1,292 euro/kg nelle pompe bianche).

Andando oltre le medie, sui punti vendita la benzina costa meno del diesel. Complice, in questo caso, il blocco alle esportazioni di gasolio via mare dalla Russia. Il secondo produttore mondiale dopo gli Stati Uniti. Nelle scorse ore, l’agenzia russa Tass ha previsto un allentamento del blocco. Ma, per ora, il prezzo del diesel continua a salire.

Le medie dei prezzi di diesel e benzina in autostrada 

Per fare rifornimento in autostrada, invece, il listino prezzi dei carburanti è:

  • Self-Service: Benzina 2,026 euro/litro; Diesel 2,001 euro/litro; Gpl 0,839 euro/litro; Metano 1,548 euro/kg;
  • Servito: Benzina 2,280 euro/litro; Diesel 2,261 euro/litro; Gpl 0,854 euro/litro.