Nuovi modelli di robot agricoli, alcuni già sul mercato, automatizzano il lavoro nei campi, nei vigneti, nei frutteti e nei vivai. Innovazione, efficienza e sostenibilità portano il mondo dell’agricoltura nel futuro e rivoluzionano il settore.

Nel mondo in continua evoluzione dell’agricoltura, l’emergere di robot agricoli altamente avanzati sta trasformando il modo in cui coltiviamo, produciamo e raccogliamo i nostri alimenti. Il settore si sta aprendo verso nuovi orizzonti e nuove sfide.

Il futuro dell’agricoltura grazie ai robot agricoli

Se è vero che le prime trebbiatrici meccaniche di fine Ottocento richiedevano una decina di persone per poter funzionare, oggi la robotica ha ridimensionato notevolmente il contributo del lavoro umano in modi fino a pochi anni fa impensabili.
Sapevi che esiste un robot in grado di valutare il grado di maturazione dei pomodori e raccoglierli in autonomia senza danneggiarli?
Secondo le stime di Research and Markets, il settore della robotica agricola sta vivendo una crescita esponenziale e raggiungerà i 15 miliardi di dollari nel 2030.
Questo è possibile grazie allo sviluppo di intelligenze artificiali che consentono di automatizzare processi sempre più complessi, nonostante il parallelo sviluppo della robotica non vada sempre di pari passo: ad esempio, i robot non sono ancora in grado di raccogliere qualsiasi tipo di prodotto, perché alcuni, come i frutti rossi, sono troppo delicati e potrebbero venire danneggiati.

Alcuni esempi di robot agricoli direttamente dal futuro

Lo scorso febbraio si è tenuto a Tolosa il World Fira 2023, il forum internazionale sulla robotica agricola, con oltre duemila visitatori provenienti da 75 Paesi. Tra gli oltre 50 marchi presenti, i robot agricoli in esposizione erano 30, di cui 20 operativi nell’area demo, metà dei quali prototipi.

In quest’occasione, alcuni produttori hanno presentato i loro nuovi robot agricoli. Vediamone alcuni.

Jo: il robot cingolato per vigneti ad alta intensità e forte pendenza

Naïo Technologies ha portato l’ultimo nato della sua famiglia di robot agricoli elettrificati: Jo è un robot cingolato in grado di portare gli attrezzi tra i vigneti più stretti. Alto due metri ma largo appena 68 cm, con i suoi cingoli è in grado di muoversi anche su pendenze fino al 45%. Grazie al suo sistema di intelligenza artificiale, può muoversi in autonomia e senza supervisione.

RobotOne: diserbo meccanico e laser

È dell’olandese Pixelarming Robotics RobotOne, che è dotato di dieci bracci robotici, tutti regolabili in modo indipendente, che possono usare diversi tipi di attrezzi per rimuovere le erbe infestanti, che riconosce grazie all’intelligenza artificiale. Adatto a campi vasti e ricchi di biodiversità, è provvisto di pannelli solari per la ricarica della batteria, di antenna GPS e di 14 telecamere che rilevano la profondità.

Traxx Concept H2: il primo robot agricolo al mondo alimentato a idrogeno

L’azienda francese Exxact Robotics ha introdotto un concept completamente innovativo con il Traxx Concept H2, il primo trattore scavallante autonomo al mondo alimentato a idrogeno, progettato per lavorare nei vigneti.
Questa nuova tecnologia sfrutta una potente cella a combustibile a idrogeno, abbinata a piccole batterie per fornire potenza supplementare quando necessario, portando la potenza totale a 35 kW.
Il Traxx Concept H2 è in grado di operare autonomamente nei vigneti senza impattare sul terreno, grazie al suo peso contenuto di soli 1.300 kg, attrezzature escluse. Questo veicolo gode di un’autonomia che gli permette di lavorare per un’intera giornata senza interruzioni.

L’applicazione dei robot nei sistemi agricoli

I robot agricoli stanno iniziando ad essere diffusi anche in Italia, ma sono già una realtà in Paesi come gli Stati Uniti, la Francia e l’Olanda. Il sistema agricolo italiano è particolarmente eterogeneo e peculiare, e questo ha portato a un rallentamento nell’applicazione della robotica nei nostri campi. Prendendo però come esempio i robot da mungitura, dapprima considerati inadatti alla nostra zootecnia e ora largamente diffusi, possiamo però prevedere che i robot da campo troveranno un’efficace applicazione anche nei nostri sistemi produttivi.

I vantaggi nell’uso dei robot agricoli

Questo perché i vantaggi sono innegabili:

  • Maggiore efficienza: uno dei vantaggi più evidenti dei robot agricoli è la loro capacità di lavorare ininterrottamente. Questo aumenta notevolmente l’efficienza nell’uso delle risorse, riducendo al minimo il tempo di inattività e massimizzando la produzione (e se è vero che l’intelligenza artificiale metterà a rischio migliaia di posti di lavoro, è anche vero che il mondo della sostenibilità ne creerà molti di più);
  • Aumento della superficie governabile, grazie alla guida autonoma e ai sensori di rilevazione degli ostacoli;
  • Riduzione dei costi: sebbene l’investimento iniziale per l’acquisto di robot agricoli possa sembrare significativo, nel lungo termine questi dispositivi possono ridurre i costi operativi. La riduzione della necessità di manodopera umana, combinata con l’uso ottimizzato di fertilizzanti e pesticidi, contribuisce a una gestione economica delle risorse;
  • Adattabilità: i robot possono venire costruiti su misura per adattarne la struttura a specifiche lavorazioni ripetibili su colture diverse;
  • Sostenibilità energetica: automatizzare e programmare le operazioni è il contesto ideale per adottare sistemi di mobilità elettrica (con sistemi fotovoltaici, celle a combustibile o accumulatori) o sistemi con motori ibridi, che possono essere mantenuti a un numero di giri ottimale, con una maggiore efficienza energetica;
  • Sostenibilità delle risorse: la precisione nella distribuzione di acqua, fertilizzanti e pesticidi riduce il rischio di sprechi e inquinamento. Inoltre, i robot agricoli riducono la necessità di arature profonde, che possono portare all’erosione del suolo, e favoriscono la pratica dell’agricoltura di conservazione.

Sostenibilità e inclusività devono essere i fattori chiave

Un limite di questa tecnologia è che non sempre è disponibile per tutti, con il rischio di aumentare ulteriormente le disuguaglianze sociali fra i grossi player e i piccoli produttori delle comunità locali e i gruppi più emarginati.

Proprio a questo proposito, il 29 settembre scorso a Roma si è conclusa la prima conferenza globale sulla meccanizzazione agricola sostenibile, organizzata dalla FAO.

Il Direttore Generale della FAO, Qu Dongyu, ha dichiarato: «La meccanizzazione può essere una potente forza di cambiamento, ma solo se è sostenibile dal punto di vista ambientale e non lascia indietro nessuno, soprattutto donne e piccoli agricoltori. Con la fame globale e l’insicurezza alimentare a livelli inaccettabilmente elevati e oltre 3 miliardi di persone che ancora non possono permettersi una dieta sana, trasformare i nostri sistemi agroalimentari per migliorarne l’efficienza, l’inclusività, la resilienza e la sostenibilità è più urgente che mai. Il business as usual semplicemente non funzionerà. Dobbiamo innovare ed essere ben attrezzati».

Lo smart farming dunque è un fattore chiave per rendere la produzione alimentare più efficiente, ma deve contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU e deve essere economicamente fattibile.