Il robotaxi è già realtà nel quartiere di Greenwich di Londra. Il progetto sperimentale ServCity utilizza Nissan Leaf a guida autonoma per battere il traffico di Londra e rendere gli spostamenti più veloci e al contempo più sicuri. Ecco come funziona e come è andata la fase di test.
Quanto è lontano il momento in cui il traffico delle metropoli non sarà più un problema grazie all’applicazione di tecnologie innovative e integrate? Se guardiamo all’esempio di Londra non tanto.
Il governo inglese sta affrontando il problema della congestione delle strade urbane con una serie di misure più o meno futuristiche, tra le quali la sperimentazione del robotaxi nel progetto ServCity.
L’obiettivo non facile è quello di migliorare la qualità della vita in contesti urbani complessi.
Cos’è il robotaxi di Londra?
Il taxi robot di Londra è stato realizzato con il lavoro di oltre 100 persone impegnate per 3 anni in un progetto che vede la sinergia delle istituzioni pubbliche e di aziende private.
Tra queste ultime spiccano Nissan, che ha fornito le auto elettriche, e Catapult e SMLL (Smart Mobility Living Lab) che hanno realizzato l’infrastruttura tecnologica nel quartiere di Greenwich.
Il funzionamento del robotaxi è l’esempio di come l’IoT (Internet of Things) sia diventato uno dei pilastri del concetto di smart city.
Sfruttando una rete capillare di sensori e un sofisticato sistema di elaborazione dati, SMLL permette all’auto elettrica di raccogliere informazioni in tempo reale sul percorso.
Il sistema di guida autonoma può così scegliere il tragitto più rapido o più sicuro a seconda della situazione contingente.
Come funziona la guida autonoma nel taxi robot?
Gli studi prodotti nel periodo di test di ServCity – durante il quale il robotaxi è stato messo al servizio di residenti e pendolari – sono una pietra miliare di riferimento per i prossimi progetti di veicoli a guida autonoma nel Regno Unito.
L’auto elettrica connessa è funzionale a una guida più sicura e a un traffico più fluido e affinché ciò sia possibile deve essere equipaggiata con:
- 8 telecamere;
- 4 sistemi Lidar;
- 1 radar;
- 1 antenna per la connessione alla rete;
- 6 computer, tutti collegati sia alla centrale di controllo che ai sensori dell’infrastruttura urbana.
Lo scopo di così tante apparecchiature complesse è quella di segnalare in anticipo eventuali problematiche da evitare per ottimizzare lo spostamento.
Robotaxi a Roma e Milano: utopia o futuro?
La fase sperimentale del progetto urbano ServCity si è conclusa dopo 3 anni: il robotaxi di Londra ha percorso con successo 1.600 chilometri.
Per ampliare il progetto su scala internazionale e applicare la tecnologia del robotaxi anche in altre ‘città congestionate’, pensiamo a Roma e Milano, servono azioni progettuali complesse relative a:
- investimenti in infrastrutture intelligenti di supporto;
- semplificazione del pacchetto tecnologico per rendere economicamente sostenibile la produzione a livello industriale di un’auto robot;
- lo sviluppo di una normativa specifica su una speciale tipologia di guida diversa da quella umana tradizionale.