Sabato 15 e domenica 16 luglio le strade della Capitale sono diventate la pista di 22 monoposto totalmente elettriche: è tornata per la quinta volta a Roma, nel proscenio del quartiere Eur, la Formula E. Era la prima volta che si celebrava in estate, con un caldo torrido e sempre più fan e interesse a farle da cornice. Ecco il nostro racconto di sabato: una giornata, davvero, particolare per le strade capitoline
Ore 8: una calma apparente regna nelle strade dell’Eur, il quartiere capitolino che ospita la gara di Formula E di sabato 15 luglio, una delle due previste nel circuito romano. Il Colosseo quadrato e il Palazzo dei Congressi si possono raggiungere a piedi, attraversando la via Cristoforo Colombo: sgombra e totalmente accessibile, fotografia più unica che rara dato che è sempre trafficatissima. Esattamente come accade all’intera città di Roma, in questo sabato mattina dove attende che si celebri il suo quinto grand prix di Formula E, la competizione dove si sfidano monoposto totalmente elettriche.

La gara si svolgerà alle 15 proprio su un circuito sviluppato lungo la via Cristoforo Colombo: la più lunga strada italiana (27 chilometri) ad appartenere interamente al territorio di un solo comune e in molti tratti è anche la strada più larga in Italia. Ad esempio nel tratto dove si svolgono i 3,385 km del tracciato di Formula E, uno dei più lunghi in assoluto del campionato: qui la Colombo si allarga fino a 6 corsie.

Atmosfera calda e caldo furente
Alle 10 del mattino la giornata assolata si presenta più che torrida. Si prevedono oltre 42 gradi in alcune zone d’Italia, e Roma non fa certo eccezione: l’aria del mattino è già annebbiata da un principio di afa.

Si tratta della prima volta da quando la Formula E ha fatto tappa a Roma che la gara si disputa in estate e non in primavera: la differenza si sente e sempre più si sentirà fino alla gara. Non succederà di nuovo, come si affrettano a precisare gli organizzatori. O almeno non succederà nel 2024, quando la gara tornerà in primavera. Qui a Roma, all’apice della gara verso le 15.30 del 15 luglio, l’asticella del termometro superava i 38 gradi, ma la temperatura percepita superava abbondantemente i 40.

Il suono dei motori elettrici
Data la bella giornata estiva, intorno allo spazio del circuito le cicale friniscono sui pini dell’Eur. Ma sono i motori a dare il tappeto musicale di giornata. Un tappeto morbidissimo, quasi invisibile. Perché qui c’è tanto di quello che si può trovare in Formula 1, ma di certo non il fragore assordante delle monoposto a combustibili fossili: qui le vetture corrono quasi in silenzio. O meglio saettano, emettendo appena un rumore leggero quando sfrecciano vicino, qualcosa di simile al suono cinematografico di una spada laser. E davvero sfrecciano e saettano: le prestazioni in velocità delle elettriche hanno raggiunto quelle delle monoposto in Formula 1 così adesso anche queste vetture viaggiano intorno ai 300 chilometri l’ora.

Ma perché correre proprio a Roma?
Un circuito all’Eur, chiuso dall’Obelisco. Pazzesco: per chi vive o conosce Roma organizzare una gara di Formula E all’Eur sembrava impossibile. Eppure in questo furente sabato mattina per la quinta volta si corre nella città del Colosseo. Perché sfidare le difficoltà di una città che ha problemi di mobilità urbana nella quotidianità?

Lo chiediamo al main sponsor della competizione, dato che tecnicamente la tappa capitolina è all’interno del Campionato Mondiale ABB FIA Formula E. “Roma è una delle città più visitate e fotografate al mondo e può essere una grande vetrina di nuove soluzioni di mobilità. Soluzioni che portino a una mobilità sostenibile in questa città, che come altre soffre di problemi di viabilità, possono essere infatti di esempio per altre città e la gara di Formula E in questa città serve a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di un cambiamento” spiega Gianluca Lilli, Senior Vice President – ABB Electrification Commercial Leader Italy. Ecco quindi un elemento caratterizzante di questa manifestazione: portare nel mondo il valore emblematico della transizione ecologica, mostrando in atto le tecnologie elettriche da applicare al parco veicoli mondiale. Come spiega ancora Lilli: “La Formula E porta con sé un messaggio di sfida, una sfida a cambiare la concezione di mobilità che deve diventare innanzitutto sostenibile per contribuire a scongiurare il cambiamento climatico. Inoltre, dimostra che tutte le tecnologie per la mobilità elettrica, da quelle nelle auto a quelle per la ricarica, sono già disponibili per le auto elettriche più performanti al mondo e quindi già disponibili per l’uso quotidiano”.

Le qualifiche come playoff
Ventidue piloti, 11 case automobilistiche in gara. Pian piano le tribune innalzate davanti al Colosseo quadrato si riempiono di persone: la giornata scorre, cominciano ad arrivare i tifosi. Le case automobilistiche sono diverse dalla Formula 1 eppure note a tutti: Porsche, Maserati, Jaguar, tra le altre.

I piloti devono avere una formazione particolare, diversa, guidare pensando a come risparmiare energia, che in questo caso è carburante, immaginare strategie inedite, diverse. L’impianto della Formula E ha un fine diverso: mostrare le potenzialità dei motori elettrici. E quindi i piloti devono essere bravi a risparmiare energia (carburante) o usare al momento giusto i boost, una specie di bonus accelerazione in pista che si ha solo per due volte durante la gara. Oppure una terza volta se durante la gara il pilota riceve più like sui propri social: sì, è il premio del pubblico.

Le qualifiche si celebrano come play-off: eliminazioni, semifinali e quindi finale. Se le aggiudica Mitch Evans, della Jaguar: sarà lui alla fine a vincere anche la gara del sabato capitolino.

Una gara dove contano i piloti
Il circuito della capitale italiana si distingue per essere altamente tecnico, con lunghi rettilinei ad altissima velocità che si alternano a grandi dislivelli e curve complicate.

Per vincere a Roma bisogna avere un controllo perfetto sia sull’energia della monoposto che sul volante, insieme ad un’ottima strategia. La gara è stata combattuta, con un megaincidente che ha costretto ad uno stop di 20 minuti. Per il resto, la competizione in genere in Formula E è più combattuta perché rispetto alla Formula 1 qui le vetture sono quasi appaiate in termini di prestazioni tecniche. E la gara dura solo 45 minuti e un giro: ben diversamente da quanto avviene in Fomula 1. La competizione del sabato a Roma ha visto vincere Evans, ma il giorno dopo, domenica, nella seconda gara Jake Dennis (team Avalanche Andretti) ha vinto la gara, recuperando la leadership della classifica a sole due gare dalla fine: ultimo appuntamento per la stagione è previsto al Grand Prix di Londra.

Una festa in città
La sensazione della gara romana di Formula E è quella di partecipare ad una grande festa. Costi dei biglietti che partono da 30 euro e quindi allargano la platea dei tifosi potenziali interessanti ad assistere. Ma quindi gli spazi per i gamer, chiaramente interessati ai videogiochi automobilistici.

E poi sbandieratori, breaker, saltimbanchi: molti colori e giovani rendono questa competizione un luogo accessibile a tutti e un momento di festa per la città dove si svolge.

Si tratta dell’idea alla base di questa competizione che ancora guarda a grande distanza (in termini di giro d’affari e fan) la Formula 1. Ma che nasce proprio per dare una rappresentazione diversa dei motori: senza rinunciare alle prestazioni si possono eliminare le emissioni di Co2. E magari correre a 300 chilometri orari in una gara ai piedi di uno dei quartieri più belli e trafficati della nostra capitale.