Acque trasparenti e cristalline, dalle mille sfumature d’azzurro e smeraldo, lambiscono chilometri e chilometri di spiagge, mentre tutto intorno l’aria profuma di salmastro e di elicriso. Dove siamo? Naturalmente in Sardegna, isola di sogni e avventure, destinazione ideale per chi ama il mare, essendo caratterizzata da una costa variegata, perfetta per ogni tipo di vacanza. Un tuffo nel mare che abbraccia l’isola significa immergersi in una tavolozza di colori da far invidia a qualsiasi paradiso tropicale e già questo basterebbe a renderla una destinazione imperdibile. Se alla spettacolare bellezza della natura aggiungi l’emozione di esplorare i borghi marinari sardi più suggestivi, dove storia, tradizioni, arte e folklore si intrecciano in uno scenario da sogno, allora la tua vacanza sarà indimenticabile. Per questo motivo, abbiamo deciso di segnalarti i posti più belli dove andare in Sardegna al mare, così puoi unire relax e divertimento a una esperienza culturale di grande valore.
Sardegna: mare e borghi per una vacanza davvero speciale
Uno dei miti più miti più affascinanti che ancora oggi popolano l’immaginario collettivo è quello sulla leggendaria Atlantide, terra fertile e generosa che secondo alcuni studiosi non sarebbe scomparsa sotto la superficie dell’acqua, ma sarebbe un’isola che ben conosciamo e ancora oggi incanta per la sua bellezza: la Sardegna. Qui tutto sembra essere avvolto da un velo di magia e ogni cosa è permeata da un fascino ancestrale.
Ma non solo: storia, arte, tradizioni e divertimento vanno a braccetto in una terra che offre innumerevoli motivi per essere visitata, soprattutto se si tratta di fare vacanza al mare. In Sardegna infatti, è possibile scoprire angoli di paradiso ancora incontaminati, dove il mare è il protagonista assoluto e la vista spazia su paesaggi mozzafiato. Spiagge di morbida sabbia dorata, calette nascoste e insenature spettacolari, falesie imponenti e scogliere scolpite dal tempo caratterizzano la variegata costa, punteggiata da piccoli ma graziosi borghi marinari dove perdersi per una giornata all’insegna della scoperta del territorio.
Sardegna tra mare e borghi è quindi la soluzione ideale se quello che cerchi in un viaggio è la possibilità di unire lunghi momenti relax a un’esperienza ricca di cultura che ti regali emozioni e suggestioni in grado di farti apprezzare appieno la bellezza di una terra straordinaria. Tutto ciò in una cornice di incomparabile bellezza, dando vita a uno spettacolo che non ha eguali in tutto il mondo.
Il borgo di Pula
Considerata la perla del sud-ovest della Sardegna, la cittadina di Pula si trova a sud-ovest di Cagliari e il suo nome dovrebbe derivare dal greco pùle, che significa “passaggio”. Tuttavia, secondo un’altra interpretazione, deriverebbe anche dal sardo padule, padula, paúle, paúli, ossia “palude/stagno”.
Il borgo sorge nelle vicinanze dell’antica città di Nora, che fu fondata secondo la leggenda dagli Iberi condotti in Sardegna da Norace, ovvero la prima città fenicia in Sardegna, nonché uno dei più importanti porti dell’isola e centro nevralgico dell’economia del territorio grazie alla sua posizione strategica.
Da non perdere a Pula ci sono la Chiesa di Sant’Efisio, risalente al XII secolo e costruita nel luogo in cui il santo subì il martirio, la Chiesa di San Raimondo Nonnato, un convento settecentesco dei frati mercedari, la Chiesa della Madonna della Consolazione, che si trova nella frazione di Is Molas, e la Chiesa di San Giovanni Battista, al cui interno sono conservate le spoglie della duchessa di San Pietro Agostina Deroma. Il territorio ospita anche una delle torre costiere più famose dell’isola, quella del Coltellazzo o di Sant’Efisio. Le torri erano avamposti a protezione dell’isola, costruite per avvistare le navi degli invasori che arrivavano dal mare, e oggi sono parte integrante del patrimonio paesaggistico della Sardegna. Il piatto tipico del borgo? Difficile scegliere, ma noi ti consigliamo di provare sa burridda, un piatto a base di pesce, e la fregula o soccu.
Il borgo di Calasetta
Situato sulla punta settentrionale dell’isola di Sant’Antioco nell’arcipelago del Sulcis, nell’estremo sud-ovest della Sardegna, il borgo di Calasetta è noto come “la bianca” in riferimento al colore delle sue abitazioni, prevalentemente bianco. Nel litorale del comune di Calasetta, da est verso ovest e da nord verso sud, sono numerose le cale e le spiagge dove il mare è cristallino e la sabbia bianca si tinge di mille diversi colori.
L’etimologia del toponimo Calasetta è ancora incerta e sono diverse le teorie che cercano di spiegare il significato del nome. Secondo Giovanni Spanò, tra i più grandi e importanti studiosi della storia della Sardegna, la denominazione deriverebbe da Calasèda, o Calesgèdda oppure Calaxedda diminutivo di “cala” (“piccola cala” o “piccolo porto”), mentre altri studiosi sostengono che l’origine del nome sarebbe Cala de Sedda o Cal’e Sedda, Sedda, che in lingua sarda significa “sella” o “sella di cavallo”. Una terza ipotesi, invece, fa risalire l’origine del toponimo al sardo campidanese alla contrazione di Cala de Seda, cioè Cal’e Seda, o anche Cala Seda, cioè Cal’e Sera, ossia “Cala della Seta”.
Da non perdere a Calasetta, la Chiesa di San Maurizio, edificata nel 1838, e i numerosi nuraghi sparsi sul territorio comunale, testimonianza tangibile dell’antica civiltà nuragica nata e vissuta sull’isola tra il periodo del bronzo (1800 a.C.) e il II secolo d.C. Che cosa sono i nuraghi? Si tratta di maestosi monumenti di forma tronco conica edificati in pietra naturale a secco, con le più grandi utilizzate per formare la base e le più piccole incastrate e sovrapposte le une sulle altre in modo da permettere alla costruzione di svilupparsi verso l’alto e raggiungere anche i 20 metri di altezza.
A Calasetta devi assolutamente provare il pilau, una minestra di pesce asciutta, composta da fregola cotta in un sughetto a base di crostacei.
Il borgo di Carloforte
Escursioni su imbarcazioni noleggiabili, trekking e lunghe passeggiate sui numerosi sentieri dell’isola: Carloforte è un luogo perfetto per chi ama il mare e la natura incontaminata. Ma non solo: il borgo è anche il regno della pregiata specie di tonno bluefin (Thunnus thynnus), comunemente detto tonno rosso, protagonista della rassegna gastronomica Girotonno che ogni anno anima il paese.
Situato sull’isola di San Pietro, che insieme alla vicina isola di Sant’Antioco e ad altri isolotti e scogli costituisce l’arcipelago del Sulcis, Carloforte deve il suo nome al re di Sardegna Carlo Emanuele III che ne favorì la fondazione nel 1738 ad opera di alcune famiglie genovesi originarie di Pegli.
Ci troviamo nell’unico centro abitato dell’isola, inserito nel circuito borghi più belli d’Italia, e caratterizzato da paesaggi marini di notevole bellezza: calette, insenature, scogliere e grotte sul mare. Simboli del borgo sono u Palassiu di inizio Novecento, oggi cineteatro Giuseppe Cavallera, un edificio monumentale costruito negli anni venti del Novecento, e la chiesa della Madonna dello Schiavo, che accoglie la statua lignea venerata dai tabarchini, simbolo di fede, libertà e di forte unione solidale della comunità. Se il nome Carloforte ti suona famigliare ma non riesci a ricordare dove lo hai già sentito, possiamo aiutarti: qui è stata girata la serie televisiva prodotta dalla Lux Vide L’isola di Pietro, con Gianni Morandi, trasmessa su Canale 5 nel 2017, nel 2018 e nel 2019.
La cucina di Carloforte risente delle influenze liguri e arabe che hanno caratterizzato la storia del posto, ma il piatto principe è senza dubbio il tonno alla carlofortina, senza dimenticare le decine di ricette che hanno questo pesce come protagonista.
Il borgo di Santa Teresa di Gallura
Con Santa Teresa di Gallura ci spostiamo nel comune più a nord dell’isola, in un paese che guarda a nord la costa meridionale della Corsica da cui è separata dalle Bocche di Bonifacio, a nord-est l’arcipelago della Maddalena, e a ovest si affaccia sul mar di Sardegna.
La zona di Santa Teresa di Gallura, insieme a Castelsardo, Cala Moresca e Golfo Aranci, è stata scelta dalla Disney come location del live action La Sirenetta, per la regia di Rob Marshall. È facile comprendere i motivi che hanno spinto la produzione a decidere di girare in questo paradiso: l’incredibile varietà di paesaggi selvaggi, le spiagge di finissima sabbia bianca e le acque limpide dalle mille tonalità di blu e verde, più volte premiate con la Bandiera Blu, fanno di Santa Teresa di Gallura una località di straordinaria bellezza che toglie il fiato. La nascita del borgo è strettamente legata alla storia della famiglia Savoia: fu infatti Vittorio Emanuele I a fondarlo nell’agosto 1808. Il re disegnò personalmente la pianta del paese e decise il nome in onore di sua moglie, la regina Maria Teresa d’Asburgo-Este.
Il mare è sicuramente una delle attrazioni principali della località, ma qui non mancano anche luoghi di interesse storico, come la Chiesa della Madonna del Buoncammino, edificata su un preesistente impianto medievale, la torre di Longonsardo, nota anche come torre di Santa Teresa, posta sul promontorio che divide le baie di Santa Reparata e di Porto Longone e il sito nuragico di Lu Brandali, risalente all’età del bronzo.
Bellezze naturali e storiche, ma non solo: Santa Teresa di Gallura è anche cucina e tradizione. Tra i piatti tipici che non puoi assolutamente perderti c’è la succulenta zuppa gallurese o suppa cuata, a base di strati di pane raffermo che viene inumidito con brodo di carne di ovino e arricchito con formaggio vaccino grattugiato, in scaglie, oppure fatto a fette e disposto fra gli strati di pane.
Il borgo di Santa Maria Navarrese
Situata sulla costa centro-orientale della Sardegna, la cittadina di Santa Maria Navarrese è l’unica frazione di Baunei, nella provincia di Nuoro e offre un paesaggio caratterizzato dalla tipica macchia mediterranea, che si riflette nelle acque limpide e cristalline del suo piccolo golfo.
I simboli del paese, costruito dalla popolazione di Baunei dopo il 1950, sono la chiesa risalente all’undicesimo secolo, circondata da olivastri millenari e considerata il monumento più antico di tutta Baunei, e la torre spagnola, vecchia postazione d’avvistamento contro le incursioni saracene del XVII secolo.
Tra i luoghi più belli della zona che ti consigliamo di non perdere ci sono anche Cala Sisine, la perla del Golfo di Orosei, con la sua spiaggia ricoperta da ciottolini bianchissimi che le acque trasparenti mettono in risalto, Cala Mariolu, nota anche con il nome di Ispuligidenìe, dal basso fondale, Cala Follò, circondata da pareti rocciose e ideale per chi pratica snorkeling, Cala Goloritzè, una delle spiagge più suggestive della Sardegna, che oltre alle acque turchesi e alla spiaggia bianca è conosciuta anche per il pinnacolo alto 143 metri che la sovrasta, ben noto ai rocciatori per le sue vie d’arrampicata sportiva, e Cala Luna, una delle spiagge più belle del Mediterraneo, protagonista del brano Danza di Cala Luna, una canzone che il gruppo cileno degli Inti-Illimani ha dedicato a questo angolo della Sardegna e a tutta l’isola.
A Santa Maria Navarrese non mancano nemmeno le prelibatezze culinarie locali, come la fregula impastata con il nero di seppia e insaporita con sugo di gamberi, gli spaghetti ai ricci di mare e bottarga e le deliziose zuppe di pesce.
Il borgo di Villaputzu
Villaputzu è l’ultimo paese a oriente della provincia del sud Sardegna, nel Sarrabus, e, insieme alla zona attigua, è considerato un luogo di notevole interesse dal punto di vista culturale, archeologico, storico, faunistico e paesaggistico.
Infatti, i numerosi nuraghi e gli oggetti rinvenuti nei pressi dell’odierno rione di Santa Maria, testimoniano che il territorio fosse abitato sin dall’età nuragica.
In una visita a Villaputzu non puoi lasciare fuori dal tuo itinerario la Chiesa di San Giorgio Martire, situata nel centro storico, la Chiesa di San Nicola di Quirra, una delle due chiese romaniche della Sardegna realizzate interamente in cotto (l’altra è San Gavino di Lorzia, presso Bono), edificata tra il XII e il XIII secolo, e la Chiesa di Santa Brigida, in stile gotico-aragonese. Meritano una menzione anche il pozzo sacro di Is Pirois, un monumento archeologico situato in località Is Pirois, il nuraghe Sa Pudda e i luoghi di interesse naturalistico, tra cui lo stagno di Sa Praia. Va inoltre ricordato che Villaputzu vanta la scuola che ha stilisticamente influenzato la musica per launeddas (uno strumento musicale policalamo ad ancia battente) di tutta l’isola.
Infine, non puoi lasciare Villaputzu senza assaggiare alcuni dei suoi piatti tipici. Tra questi, culurgiones, malloreddus, arrosti di carne e di pesce, i dolci Pardulas, Pabassinas, gli amaretti. Da citare, inoltre, gli agrumi di produzione locale, e il casu marzu, un tipo di pecorino.
Il borgo di Budoni
Affacciato sulla costa a nord-est della Sardegna, Budoni confina a nord con il comune di San Teodoro, a ovest con il comune di Torpè e a sud con il comune di Posada.
Qui troverai scogliere e lunghe spiagge composte da una sabbia bianca e fine, baciate da un mare cristallino e dalle acque limpide. Tra i punti di maggiore interesse del territorio di Budoni ci sono senza dubbio Li Cucutti, Baia Sant’Anna e Cala Budoni, dove il candido colore della sabbia contrasta con le tonalità della profumata macchia mediterranea che circonda le spiagge. Non possiamo certo non menzionare anche Cala Ottiolu, con le acque basse e trasparenti, situata a ridosso del paese di Porto Ottiolu, perfetto punto di partenza per delle gite in barca alla scoperta delle meraviglie che caratterizzano questo incantevole angolo dell’isola. L’edificio più importante di Budoni è la Chiesa di San Giovanni Battista che sorge dove un tempo esisteva la vecchia chiesa parrocchiale, dedicata allo stesso santo, al cui interno è conservato un bel crocifisso ligneo con il Cristo in ceramica. Nel territorio si trovano anche numerosi luoghi di interesse naturalistico, caratterizzati da una flora e una fauna ricche di specie. Si tratta degli stagni di Porto Ainu, Li Salineddi, Li Cucutti, Sant’Anna e lo stagno Morto.
Come tutta la Sardegna, anche Budoni ha la sua tradizione enogastronomica ricca di piatti gustosi e genuini, come il pane frattau, i celebri gnocchetti sardi, la pecora in cappotto e le gustose sebadas, ossia i tortelli fritti ripieni di pecorino e guarniti con miele di castagno.
Il borgo di Cuglieri
Storico borgo dell’Alto Oristanese, nella parte centro-occidentale della Sardegna, Cuglieri è un paese situato ad anfiteatro sul colle Bardosu e nel suo territorio si trovano i resti della città fenicio-punica di Cornus, oltre all’arco naturale di S’Archittu e alla Cascata a mare di Cabu Nieddu, l’unica in Italia nel suo genere.
Il nome del borgo avrebbe origini medievali anche se gli studiosi Giampalolo Nurra e Giovanni Spano parlano di una radice fenicia Gur, mentre altri farebbero risalire il toponimo da un insediamento: Gurulis Nova, la cui genesi si colloca nel tardo periodo repubblicano di Roma.
Fiore all’occhiello dei Cuglieri è la Basilica di Santa Maria ad Nives (la Madonna della Neve) che domina tutto il centro abitato con la sua imponenza. A questa si aggiungono altre dieci chiese, alcune delle quali situate fuori dal centro abitato e tra queste ti consigliamo di visitare la Chiesa di Santa Croce, che si trova nella parte più antica del borgo e presenta nella facciata un rosone e due piccoli campanili, la Chiesa della Madonna delle Grazie, ai margini del rione Crabòla, risalente al periodo compreso tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, e la Chiesa della Beata Vergine del Carmelo, al cui interno si trova un organo a canne funzionante, databile XVIII-XIX secolo. Il territorio conserva anche testimonianze di età preistorica e protostorica di grande valore storico: basti pensare che i nuraghi sono numerosissimi e se ne contano oltre una cinquantina di cui i più importanti sono Oratiddo, Nuraghe Maggiore, Baragiones, Mannigos, Frommigas e Uglieras.
Cuglieri non è solo storia e cultura ma anche buon cibo. Il piatto che rappresenta la tradizione culinaria del luogo è la panada, un timballo fatto con pasta sfoglia e ripieno di carne d’agnello (o anguille), patate e pomodori secchi.
Il borgo di Buggerru
Il piccolo borgo di Buggerru, caratterizzato da case disposte a ventaglio, si trova sulla costa occidentale della Sardegna, nella sub-regione dell’Iglesiente, e sorge sullo scenografico sbocco a mare di un’impervia valle, il canale Malfidano, che ha dato il nome alla più importante miniera della zona.
La storia del paese è infatti legata a doppio filo alle vicende minerarie della Sardegna sud-occidentale, come dimostra la Galleria Henry, oggi museo a cielo aperto, un tempo percorsa da un treno che trasportava il minerale estratto. Per approfondire la conoscenza del borgo e il suo rapporto con le numerose miniere – oggi dismesse – ti suggeriamo di visitare anche il Museo del Minatore, che si trova in Via Marina, in prossimità del Porto, un luogo della memoria che racconta i “Moti di Buggerru” e raccoglie attrezzi e macchinari d’epoca, oltre a minerali e fossili del territorio. Merita una vista anche la Chiesa di San Giovanni Battista, costruita in stile neoclassico intorno al 1880 dalla Direzione delle miniere di Buggerru e consacrata nel 1882. Se dopo una passeggiata tra le vie del borgo vuoi concederti qualche momento di relax in spiaggia, anche qui hai solo l’imbarazzo della scelta tra le tante calette e spiagge che offre questo tratto di costa: dalla spiaggia di Portixeddu-Riu Mannu a quella di Is Compingieddus o Is Compinxeddus, da Punta Su Zippiri, con alte falesie, alla splendida baia di Cala Domestica.
Infine, non perdere l’occasione di assaporare i piatti tipici del territorio: tra le specialità gastronomiche di Buggerru ci sono la fregola con arselle e la panada con anguille.
Il borgo di San Giovanni di Sinis
Chiudiamo la nostra classifica dei dieci borghi marinari sardi da visitare almeno una volta nella vita con San Giovanni di Sinis, frazione di Cabras e tra i luoghi più belli del golfo di Oristano, nella parte centro-occidentale della Sardegna.
Un tempo borgo di pescatori e oggi località balneare particolarmente apprezzata da chi ama trascorrere le vacanze al mare, San Giovanni di Sinis si trova lungo la strada che conduce all’antica città di Tharros e, più a sud, allo spettacolare capo San Marco.
Qui la spiaggia si estende per circa due chilometri, tra la colonia fenicio-punica e Funtana Meiga, e il mare cristallino che la lambisce non solo regala sfumature indescrivibili, ma è caratterizzato anche da fondali ricche di specie ittiche e flora marina che ne fanno un vero e proprio paradiso per gli amanti di diving, snorkeling e pesca subacquea. Se invece il surf è la tua passione, qui i venti costanti ti regaleranno momenti di grande divertimento e onde perfette per mettere alla prova le tue abilità in questa disciplina sportiva. Il principale luogo d’interesse del borgo è la chiesa paleocristiana di San Giovanni in Sinis, situata lungo la moderna strada che ricalca l’antico tracciato che, in epoca romana, collegava gli abitati di Tharros e di Cornus. Oltre che alle bellezze storiche e naturali, a San Giovanni di Sinis puoi scoprire anche sapori e profumi che solo la Sardegna – e queste terre in particolare – possono offrire. In particolare, assaggia sa merca, un piatto semplice e antico a base di muggine appartenente alla tradizione dei pescatori locali.