I cerchi delle fate (o “fairy circles”) sono delle curiose conformazioni vegetali la cui origine è stata per anni avvolta nel mistero. Presenti in varie parti del mondo, oggi non mancano studi volti a rivelarne i segreti.

Non si può non rimanere colpiti dai cerchi delle fate. Si tratta di aree perfettamente circolari di terra brulla e arida (dai 2 ai 12 metri di diametro) circondate da un anello di vegetazione rigogliosa il cui “ciclo di vita” arriva anche fino a vent’anni. I più famosi sono quelli che punteggiano il deserto del Namib, in Africa, ai quali si legano non pochi miti e leggende locali. Eppure non sono assolutamente gli unici, anzi.

Sono oltre 200 i cerchi delle fate analizzati da diversi studi, in ben tre continenti diversi. La loro presenza è stata infatti confermata anche nell’Australia occidentale, in Asia sudoccidentale, in Madagascar (tra le mete più suggestive per i viaggi avventura), nel Corno d’Africa e nel Sahara occidentale. Grazie alle immagini satellitari è stato possibile “mappare” queste formazioni e riunirle in un unico atlante globale dedicato, così da comprenderne in maniera più precisa le cause e lo sviluppo.

Le origini dei cerchi delle fate: le teorie più accreditate

Attualmente non c’è un’unica spiegazione sulla genesi di questo interessante fenomeno.

Una teoria sostiene che la presenza dei cerchi delle fate sia da ricondurre a una specie di termiti delle sabbie che si nutre delle piante cresciute nei pressi dei loro nidi, lasciando quindi un vuoto nella vegetazione. Questa ipotesi però regge fino a quando si rimane nelle zone aride della Namibia, dove le termiti sono abbondanti, ma non si sposa bene con i cerchi delle fate presenti in altre zone del pianeta.

Per questo motivo, in molti ritengono che la loro natura possa essere legata alla vegetazione stessa. Data la scarsa presenza di acqua e di azoto (elemento fondamentale per la crescita vegetale) nelle aree osservate, è possibile che i cerchi delle fate siano il frutto dell’auto-organizzazione delle piante. La curiosa conformazione servirebbe quindi a massimizzare lo sfruttamento delle risorse utili alla loro sopravvivenza.

Il caso particolare delle paludi cinesi e gli studi sul cambiamento climatico

I cerchi delle fate presenti nelle paludi salmastre cinesi hanno caratteristiche uniche. A differenza dei “cugini” africani e australiani, questi cerchi iniziano come aggregati di vegetazione che gradualmente si svuotano, lasciando un caratteristico spazio vuoto all’interno. I ricercatori della East China Normal University hanno scoperto che queste aree vuote sono insolitamente ricche di solfuri, differenziandosi dai cerchi delle fate in altre parti del mondo.

Le paludi cinesi che ospitano questi fenomeni sono state identificate come alcune delle più importanti riserve di CO2 del pianeta. Recentemente, ricerche pubblicate sulla prestigiosa rivista Science Advances hanno evidenziato l’importanza cruciale di preservare queste aree, non solo per la loro singolarità ecologica, ma anche per il loro ruolo nella mitigazione dei cambiamenti climatici.

Difatti, a prescindere dalla loro effettiva origine, studiare i cerchi delle fate potrebbe rivelarsi utile anche alla lotta al cambiamento climatico. I dati ricavati dall’analisi della resistenza delle piante a condizioni estreme non potranno che servire per comprendere ancora di più l’adattamento di quest’ultime ai fenomeni legati al riscaldamento globale.

Dove si trovano i cerchi delle fate e come vederli

Come dicevamo, i cerchi delle fate si trovano in diverse aree del mondo. C’è un modo per poterli osservare da vicino?

Nel Deserto del Namib, in un’area protetta che copre buona parte della Namibia, ma che tocca anche Angola e Sudafrica, è possibile affidarsi ad alcuni tour organizzati. Se non diversamente specificato, la stessa cosa si può fare anche per gli altri “fary circles” sparsi per il mondo. In Australia è possibile osservarli nella regione del Pilbara, non distanti dalla cittadina di Newman, in un’area larga appena una decina di chilometri.

Qualsiasi sia la destinazione scelta, è necessario prenotare un volo fino all’aeroporto più vicino e poi spostarsi usando treni e autobus locali o affittando un mezzo.