Cinque suggestivi percorsi ciclo-pedonali, immersi nella natura toscana, guidano all’esplorazione dei luoghi della giovinezza del genio che lo ispirarono tutta la vita. Su e giù per le valli, attraverso uliveti, vigneti, castelli, arte e invenzioni, sono gli itinerari ideali per un viaggio d’autunno nel cuore del Montalbano, nella Toscana occidentale

Alcuni sospettano fosse un extraterrestre. Altri che sia stato istruito dagli alieni. Altri ancora sono convinti viaggiasse nel tempo o abbia avuto contatti con uomini del futuro. È il genio di Leonardo da Vinci: un’intelligenza talmente straordinaria, da spingere da cinque secoli le persone a cercare una spiegazione altrettanto insolita al suo smisurato talento.

Per avvicinarsi a una delle menti più illuminate di tutti i tempi, è possibile ripercorrere i luoghi dei suoi primi anni di formazione. Siamo in Toscana, precisamente nel Montalbano, tra Pistoia e Firenze, una terra ricca di storia e di paesaggi da incorniciare.

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In bicicletta nel Montalbano

Racchiusi tra queste colline puntellate di cipressi e ricoperte di uliveti e vigneti a perdita d’occhio, infatti, s’incontrano i luoghi del cuore legati al Genio: Vinci con le case in pietra e l’abitazione materna; Anchiano, dove nacque nel 1452; e poi la palude di Fucecchio, i paesini di Cerreto Guidi e Ponte a Cappiano, e tutto il circondario con i suoi mulini ad acqua, le chiese antiche, gli animali e la natura che amò sin da piccolo e studiò tutta la vita.

Tra viottoli acciottolati, castelli medievali, opere d’arte a sorpresa e stradine sterrate in mezzo al bosco, un dedalo di sentieri, da esplorare a seconda della difficoltà gambe in spalla o piedi sui pedali, consentono un viaggio nel tempo. I cinque principali sono chiamati i Sentieri del Genio e tracciano un itinerario completo e piacevole sulle tracce di Leonardo.

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Una veduta della natura rigogliosa del territorio di Montalbano, in Toscana

La Strada Verde

Immersa tra gli ulivi e le vigne, la Strada Verde unisce il centro dell’antico borgo di Vinci alla casa natale dell’artista. Nell’Ottocento il tracciato era chiamato Via Botanica. Come raccontano le cronache del 1872, lo stesso Giuseppe Garibaldi amava alzarsi all’alba e percorrerlo fino alla casa per “acquistare diceva egli: qualche cosa del genio di quel grand’uomo”.

Lunga 1,8 km, la prima notevole tappa della Strada Verde è il Mulino del Doccia. Leonardo lo riporta in un disegno del Codice Atlantico insieme a parte del meccanismo idraulico.

Procedendo ci si imbatte nel Parco Acquaria. Si tratta di 4.000 metri quadrati di parco, popolati da suggestive installazioni artistiche verdi, che guidano alla scoperta della vita anche interiore del Genio.

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Il sentiero tra gli ulivi ad Anchiano

Dopo una salita di qualche centinaio di metri ecco infine apparire il podere paterno di Anchiano. La dimora di campagna appartenne alla famiglia da Vinci per 150 anni. Nel 1952 è stata trasformata in un museo interattivo e multimediale, che consegna alla memoria il legame intimo e profondo tra queste terre e il toscano più famoso del mondo.

La mappa dell’itinerario.

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La casa natale di Leonardo ad Anchiano in Toscana

La Via di Caterina

Le sue origini dividono a tutt’oggi gli studiosi. Popolana, domestica, contadina o anche, più recentemente, schiava circassa di nobili origini: la madre di Leonardo resta per molti aspetti un mistero. A lei è però intitolato il sentiero che si pensa percorresse dalla sua casa a San Pantaleo fino alla residenza di Vinci, dove il piccolo Lionardo, come veniva chiamato all’epoca, abitava con in nonni paterni.

Lunga 4,2 km, la Via di Caterina parte in piazza Leonardo da Vinci, sotto l’Androne Ciofi e prosegue attraversando la suggestiva valle del Vincio fino alla chiesa di San Pantaleo. Da qui è possibile tornare indietro passando per Mazzantino e Piastrino. Occhio però al meteo: causa fango eccessivo, in caso di pioggia è meglio non costeggiare il torrente Vincio.

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Veduta di Vinci, con la Chiesa di Santa Croce che svetta sullo sfondo

Il Poggio di Marradino

Tra i Sentieri del Genio più connessi alla figura di Leonardo, i 3,2 km di questo itinerario compongono un percorso ad anello che abbraccia una piccola collina chiamata Poggio di Marradino.

Si parte dal centro di Vinci e, poco dopo usciti dal borgo fortificato, ecco aprirsi una suggestiva vista sul Castello dei Conti Guidi, svettante al centro della cittadina. Appartenuto a una delle famiglie nobili più potenti del centro Italia, nelle sue sale conserva la ceramica “Madonna con il Bambino” di Giovanni della Robbia del 1523.

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Il Castello dei Conti Guidi a Vinci

L’imponente dimora è anche conosciuta come il ‘Castello della nave’, a causa della torre e della forma allungata che richiamano la sagoma di una barca a vela. All’interno della sua chiesa fu battezzato Leonardo, il bambino che diverrà lo scienziato, inventore, artista, pittore, scultore, disegnatore, trattatista, scenografo, matematico, filosofo, architetto, anatomista, botanico, musicista, ingegnere e progettista senza limiti, se non quelli del suo tempo.

Dal 1953 il castello ospita il Museo Leonardiano, tra le cui opere annovera “L’Uomo di Vinci”, una grande scultura in legno ispirata all’uomo vitruviano leonardesco, realizzata da Mario Ceroli nel 1987.

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L’opera lignea del 1987 “L’Uomo di Vinci” dell’artista Mario Ceroli, ispirata all’Uomo vutruviano di Leonardo da Vinci

Proseguendo il percorso ci si inoltra nei luoghi dove il Genio vinciano ideò un lago artificiale.

Il progetto, descritto in tre mappe del Codice Atlantico, proponeva la realizzazione di una diga di dimensioni ridotte con lo scopo di immagazzinare acqua destinata all’irrigazione o come fonte di energia idraulica.

Dal Poggio Marradino, una piccola deviazione consente di incamminarsi alla volta di Faltognano, Davanti l’antica Chiesa di Santa Maria, si erge un monumento naturale raro: un leccio secolare.  Presenta un fusto di quasi 5 metri di circonferenza, è alto 11 metri, e dovrebbe avere compiuto i 300 anni di età, qualità che gli è valsa l’iscrizione nel Registro Alberi Monumentali della Regione Toscana.

La mappa dell’itinerario.

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La palude interna di Fucecchio è la più grande di Italia. E’ possibile raggiungerla percorrendo la Via del Vincio.

La Via del Vincio

Facile ma decisamente più impegnativa per distanza, con i suoi 15,7 km la Via del Vincio collega l’antica via Francigena a Ponte a Cappiano e agli altri sentieri di Montalbano, attraversando i comuni di Vinci, Cerreto Guidi e Fucecchio.

Tra storie antichissime e bellezze naturali uniche, l’itinerario consente di visitare Padule di Fucecchio, la più importante palude interna italiana che si estende per circa 2.000 ettari. Un tempo corso d’acqua per il trasporto di cose e persone e successivamente a fasi alterne, bacino di pesca e risorsa militare difensiva strategica, oggi l’area è zona protetta e habitat di specie preziose come la cicogna. Leonardo raffigura la località nel 1473 in un disegno a inchiostro conservato al Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi, e poi nei suoi studi idrografici sul corso dell’Arno.

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Le imbarcazioni tipiche della palude di Fucecchio

Altro punto di grande interesse è Ponte a Cappiano, un tempo chiamato Aqua Nigra. Del famoso ponte che contraddistingue il paese, si hanno testimonianze già a partire dal primo Medioevo. Sulla struttura, che rappresentava la XXIV tappa dell’Itinerario di Sigerico, transitava infatti l’antica Via Francigena.

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Distrutto nel 1325 e poi ricostruito fortificato, la chiusa della struttura era dotata di un mulino, una sega ad acqua per il legno e un sistema che consentiva di controllare il flusso d’acqua e anche di pescare anguille.

Ingegnoso e articolato, il Ponte Mediceo di Cappiano fu oggetto di studio anche da parte di Leonardo, che lo rappresentò con particolare interesse per la struttura difensiva e la torre.

La mappa dell’itinerario.

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La Torre di Mezzo nel Parco Corsini di Fucecchio

Il Leonardino

Il nome del sentiero rimanda a un Leonardo ragazzo, cresciuto a contatto con la natura sin dalla più tenere età. Si tratta infatti di un percorso naturalistico-spirituale sulle orme di da Vinci, che si snoda lungo quelle valli e quei boschi che s’incontrano tra Anchiano e Montevettolini, che gli furono tanto cari.

Non a caso il sentiero è ispirato al suo primo disegno, un panorama della zona eseguito il 5 agosto del 1473, in cui si intravede sulla sinistra parte l’affascinante castello medievale di Montevettolini. L’opera reca anche un’annotazione olografa dell’autore, “Di Santa Maria della Neve addì 5 daghosto 1473″, che probabilmente si riferiva alla festa religiosa che si teneva ogni anno nel paese.
Di media difficoltà, il tragitto copre una distanza di 17 km e rappresenta forse una delle tappe più significative di questo viaggio.

In conclusione dai sentieri leonardeschi forse non si tornerà con una scintilla del Genio, sicuramente però più ritemprati nel fisico e anche nella mente!

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Villa Medici a Cerreto Guidi, lungo la Via del Vincio