A inizio 2023 il capoluogo toscano ha ottenuto il riconoscimento di prima città d’arte sostenibile in Italia. Lo ha rilasciato una ong che ha valutato diverse qualità della città, spesso sconosciute al grande pubblico: carbon neutral da più di dieci anni, gestione efficiente dei rifiuti, grandi spazi verdi per ogni cittadino, una cura del territorio alimentata dalla tradizione delle contrade. Ecco il viaggio alla scoperta di Siena, città sostenibile

Va, e torna vincitore”: è la benedizione canonica che scende dal sacerdote su cavallo e fantino pronti a entrare in Piazza del Campo per partecipare ad una delle corse equestri più famose al mondo. Una competizione che conta 8 secoli di storia, quasi ininterrotta se non per guerre e Covid, che nell’estate rovente ha due appuntamenti, a inizio luglio e fine agosto, per scegliere la vincitrice tra le contrade cittadine. Rovente, perché anche qui a Siena si avverte un caldo anomalo: a fine giugno, è davvero già estate.

Il riconoscimento come città d’arte sostenibile

Qualche giorno prima del Palio della Madonna di Provenzano di quest’anno (per la cronaca, vinto poi dalla Selva), camminando lungo il ciottolato del grande spiazzo patrimonio dell’Unesco si avverte quel fremito condiviso, nascosto dalla quotidianità: quell’infinita attesa verso il picco dei giorni delle gare, diluiti in un anno di riti quotidiani, tra turisti e vita urbana. Come se se si nascondesse una battito accelerato da impulso animale, lasciato poi libero di esplodere al suo massimo ma secondo regole precise, attraverso uno degli arazzi urbani più belli dell’Italia medievale. Ma se oggi siamo qui ai piedi della Torre del Mangia è perché Siena non è solo il Palio: da emblema della tradizione che si rinnova, l’unica città al mondo che trova il suo nome anche in quello di un colore ha da tempo guardato avanti. Verso il futuro, scegliendo l’impegno verso la transizione ecologica. Non è tanto per dire, non è il proclama di un programma: i risultati per la città sono già arrivati. E così quest’anno Siena è stata riconosciuta come prima città d’arte certificata per il turismo sostenibile in Italia.

Sostenibile secondo parametri internazionali

Il Comune è stato la prima località artistica italiana ad essere riconosciuta come sostenibile secondo gli standard del Global Sustainable Tourism Council (GSTC), che ha fissato dei criteri basandosi sui 17 Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite. “Il GSTC è nato da un’iniziativa dell’ONU e della United Nation World Tourism Organization, che chiede alle destinazioni di assolvere a 181 indicatori di sostenibilità che toccano tutti gli aspetti e non solo quelli ambientali come quello gestionale, culturale ed economico – spiega Susanna Gatti, direzione turismo, comunicazione e commercio del Comune di Siena, che ha fatto parte del gruppo operativo che ha intrapreso il percorso di certificazione nel 2021 – All’inizio è stato creato un gruppo strategico che spaziava dalle confederazioni aziendali all’azienda sanitaria e all’università. Quindi un gruppo operativo di lavoro per cercare evidenze che rispondessero a tutti i quesiti richiesti: un lavoro portato avanti da tutti, enti pubblici, associazioni e confederazioni aziendali“.

Meno turisti stranieri e più italiani?

La Gatti, insieme alle colleghe Ilaria Vignoletti, Roberto Brogi ed Elettra Palazzesi, ci accolgono al piano alto del comune, ospitato dalla Torre del Mangia che sovrasta Piazza del Campo e che ha un balcone che mostra invece l’altro versante urbano, perso tra il verde e le basiliche che adornano la città. Perché Siena che ha così tanto da mostrare e raccontare vuole presentarsi in modo diverso al turista? Come dice il dossier, il cambiamento climatico ridurrà il numero di turisti stranieri a Siena che rinunceranno per il caldo, mentre qui crescerà invece il numero di turisti italiani. In ogni caso, sarà premiata la qualità ed è in questa direzione che Siena cerca di superare un turismo di passaggio e aumentare i giorni di visita in città, proponendo tante alternative e motivi diversi per venire da noi“.

Piazza del Campo, Siena – Credits: Daruma Studio per Comune di Siena

 

Città carbon neutral dal 2011

Città sostenibile? Siamo oltre il concetto di turismo sostenibile. Non si tratta solo delle bellezze artistiche, del grande senso civico o della profonda attenzione al rispetto delle tradizioni: la provincia senese è carbon neutral dal 2011. Nel 2020 la serie storica delle emissioni di Co2 equivalente in provincia ha segnato un rapporto assorbimenti-emissioni al 115%: significa che questo territorio compensa molta più anidride carbonica di quella che produce. Certo è che anche la tradizione avrà in qualche modo contribuito ad un percorso di sostenibilità. Come ci spiega Federico Maria Pulselli, professore di chimica dell’ambiente e dei beni culturali all’Università di Siena, in un assolato primo pomeriggio di giugno al tavolino di un bar nei Quattro cantoni: “Uno può pensare che da noi magari sia più semplice: un comune e una provincia ricca in un territorio coeso e attento da sempre a certi principi. Forse sì, ma allora a maggior ragione per questo andava fatto a Siena. Se guardiamo con attenzione questo quadro scopriamo quella che è stata definita come l’agenda 1338, cioè tra i tanti dettagli del dipinto degli affreschi del Buongoverno di Lorenzetti del 1338 si trovano anche i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030”. Siena da sempre si ispira ad un modello politico, sociale ed economico di città ideale, legata strettamente al suo territorio, all’ambiente, alle sue tradizioni come cerca di rappresentare l’affresco citato da Pulselli.

Particolare del ciclo di affreschi “Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo” di Ambrogio Lorenzetti (1338-1339), Palazzo Pubblico a Siena. Fonte: Visit Tuscany

Perché Siena è un campione di sostenibilità

Quali sono allora queste qualità sostenibili della città toscana? “Il Comune di Siena per il Turismo Sostenibile” è il titolo del dossier di circa 160 pagine preparato dalla società di consulenza Editor, spin-off dell’Università di Padova, per presentare la richiesta di certificazione GSTC. Dossier che si apre proprio con l’affresco di Ambrogio Lorenzetti sul buongoverno per citare la tradizione di sostenibilità che definisce Siena. Nel rapporto sono molti gli elementi che descrivono gli aspetti di valorizzazione della sostenibilità della città. Alcuni sono tipici di una tradizione delle città d’arte italiane, come la ricchezza del patrimonio artistico e culturale e soprattutto la tutela di questo patrimonio per la fruizione di cittadini, turisti e prossime generazioni.

Basilica a Siena – Credits: Matteo Castelli

Altro elemento messo in rilevanza dal dossier e quindi utile per il riconoscimento riguarda la cura e la sviluppo della propria identità enogastronomica e manifatturiera: vino, cibo e filiera alimentare controllata e di qualità che ne fanno un elemento di sviluppo del territorio e un baluardo dal valore economico. Lo stesso vale per l’artigianato locale.

Pici fatti in casa – Credits: Matteo Castelli

Fin qui, elementi sicuramente di eccellenza ma che fortunatamente si possono trovare anche in altre città italiane e che rientrano nella generica definizione di ciò che si considera come turismo sostenibile.

Il ruolo delle Contrade

Entriamo adesso in alcune peculiarità assolutamente specifiche. A Siena esiste da quasi mille anni una forma di tutela decentrata degli spazi cittadini, delegata a delle società di mutuo soccorso. Sono famose per scontrarsi nelle gare per il Palio, ma la loro attività è continua durante l’anno: sono le contrade. Susanna Gatti ricorda: “Il ruolo delle contrade è davvero variegato: dalle donazioni di sangue all’assistenza agli anziani, ad azioni di tutela contro la criminalità. Non è possibile proprio per questo estraniare le contrade da questo processo di avvicinamento ad una certificazione di sostenibilità“. Le contrade di Siena sono un esempio di cittadinanza attiva, di sostenibilità sociale: ecco un’immagine degli sbandieratori – che a Siena si chiamano “alfieri” – della contrada dell’Onda durante i giorni prima del Palio del 2 luglio di quest’anno.

Sbandieratori in piazza a Siena – Credits: Matteo Castelli

Siena e verde urbano

Infine, l’ambiente. O meglio l’ottimo rapporto tra i senesi e il verde urbano. Ogni cittadino ha mediamente 28 metri quadri di spazio verde a disposizione: segno di un presente attento ad evitare speculazioni edilizie. Ci sono poi le valli verdi: all’interno alle mura delle mura di Siena esistono alcune aree che si sono formate in seguito agli ampliamenti della cinta muraria in epoca medievale. Su un totale complessivo di circa 160 ettari di superficie racchiusa dalle mura le valli verdi ammontano a circa 30 ettari, pari al 18 % del totale della superficie all’interno della cinta muraria. Uno spazio davvero grande rapportato a quello in altre città d’arte, pensando in particolare all’interno delle mura. Area in parte dedicata alle coltivazioni che sono approvvigionamento a chilometro zero per la città: un’usanza di autoproduzione eredita dalle esigenze medievali di resistere agli assedi che oggi è tutelata dagli enti locali.

Immagine di Siena – Credits: Daruma Studio per Comune di Siena

Una città per tutti

Va ancora messo in rilievo un altro aspetto di sostenibilità sociale, realizzato soprattutto negli anni recenti. Lungo le strade strette e ciottolate della città è facile comprendere come l’accessibilità per chi è diversamente abile può essere molto problematica. Così sono stati realizzati nuovi spazi pensati per favorire l’accessibilità, è stato realizzato un contenitore virtuale chiamato “Siena accessibile” che include tutte le progettualità avviate dal sistema di partecipazione, integrazione e tutela delle persone con disabilità. O anche “Siena tra le dita”, un progetto che ha portato all’allestimento di pannelli turistici informativi tattili pensati per gli ipovedenti.

Strada di Siena – Credits: Matteo Castelli

Una storia che parte da lontano

C’è quindi il cuore dello sforzo moderno della città: il cammino verso la neutralità nelle emissioni di Co2 equivalente. La storia di Siena come avanguardia italiana della sostenibilità inizia oltre vent’anni fa, nel 2001, con un progetto per comprendere i valori delle emissioni inquinanti nella provincia. Grazie al processo che Pulselli definisce come “contabilità ambientale, ovvero esprimere il rapporto tra uomo e contesto naturale attraverso valori che sono rappresentati da unità di misura non necessariamente monetarie” si comprende quanto possa valere l’impatto di un territorio secondo i 17 SDGS e si possono attuare politiche tarate su obiettivi specifici. È il principio della statistica, nata a inizi del Novecento per consentirci di informare le persone e impostare politiche adatte e sensate verso i bisogni dei cittadini. Ora si fa lo stesso con i cardini dello sviluppo sostenibile. Ma pensarlo nel 2001 e realizzarlo in parte già nel 2011 è stato sicuramente avanguardistico.

Immagine di Siena – Credits: Daruma Studio per Comune di Siena

Crescita, a impatto zero

Questo ci ha portato ad ottenere la prima ISO 14001 mai rilasciata per un territorio in Italia – spiega Simone Bastianoni, presidente dell’Alleanza Territoriale Carbon Neutrality e professore all’Università di Siena Siamo partiti con questo percorso e la Provincia ci ha fornito supporto con le certificazioni: ci siamo resi conto che i gas serra potessero diventare un proxy per altri elementi. E così dal 2007 la Provincia ha adottato il bilancio di gas serra come elemento guida per tracciare politiche di intervento”. Qualcosa di simile al BES, l’indicatore dell’Istat basato sugli SDGS che oggi è impiegato nelle considerazioni per le manovre finanziarie: un’evoluzione del Pil, in ottica di sviluppo sostenibile. Ecco, la Provincia di Siena adottava criteri simili al BES già 15 anni fa quando, per dare una dimensione storica, il protocollo di Kyoto era appena entrato in azione.Fatto il primo bilancio, abbiamo scoperto che la quantità di assorbimenti delle foreste locali era di circa il 72% rispetto alle emissioni. A quel punto il presidente della Provincia ha detto di voler diventare carbon neutral entro il 2015. E così sono state messe in campo le politiche vere, in pochi anni: il piano rifiuti che ha ridotto 40 discariche ad una e la realizzazione di un termovalorizzatore che serve 250mila persone. È stato fatto un Piano energetico provinciale e in 5 anni la Provincia da importatore è diventata esportatrice di energia, grazie allo sviluppo della geotermia, del fotovoltaico, dell’energia da rifiuti”. Il risultato di questo sforzo massiccio è stato eccezionale, oltre le ambizioni iniziali: Siena è diventata carbon neutral, cioè ha compensato il 100% delle proprie emissioni a livello provinciale, già nel 2011. E da quel momento questo parametro ha continuato a migliorare. “Un elemento che mi piace sottolineare – segue Bastianoni – è che i dati ci raccontano di una crescita del Pil cittadino nel periodo in cui abbiamo costruito e consolidato queste politiche, mentre diventavamo più sostenibili: prova concreta che si può crescere mentre si diventa a impatto zero”.

Siena, verde urbano – Credits: Matteo Castelli

Sostenibilità, progetti per il futuro

La certificazione GSTC dura 3 anni, al termine dei quali può essere rinnovata. Ogni anno gli auditor torneranno per verificare che la Città continui a rispettare i criteri di sostenibilità e a registrare i progressi sugli aspetti critici da risolvere. “Ce ne sono stati alcuni – riprende Gatti – praticamente quasi tutti legati alla comunicazione: il nostro obiettivo è adesso coinvolgere il turista e il cittadino in questo patrimonio di sostenibilità rappresentato dalla città. Far conoscere i progetti, i nostri punti di forza “sostenibili”, creare una rete sinergica e stabile tra tutti gli operatori che hanno partecipato a questo processo, con botteghe artigianali, guide turistiche, strutture d’ospitalità. Dobbiamo far uscire l’immagine di Siena da quella del Palio, o meglio esclusivamente legata a quella del Palio. Vorremmo far conoscere con questa nuova veste Siena a tutto il mondo“. Per rendere Siena ancora più sostenibile, in futuro sarà necessario lavorare sulla mobilità: quella ferroviaria, in particolare, scarsa al momento, mentre sulle piste ciclabili e sulla dotazione di bici elettriche si è già fatto molto. Si ipotizza poi di estendere quella che è una certificazione cittadina a tutti i comuni di Terre di Siena, l’ambito territoriale dei paesi circostanti la città. Sicuramente, per progredire, bisogna continuare ad essere ambiziosi afferma il professor Pulselli: “Nel 2011 siamo arrivati al 100% di neutralità delle nostre emissioni e da li non ci siamo piu mossi: bravi, uno potrebbe dire, perché non siamo peggiorati. Ma non siamo neanche migliorati: chi ci vieta di arrivare al 150%? Cento è solo il numero di partenza. Perché non miglioriamo più? Probabilmente perché quelle policy con il pubblico sono state fatte e il margine di crescita ormai è stato consumato: adesso bisogna coinvolgere il privato. Se adesso esportiamo più energia di quanto consumiamo, abbiamo un buffer di energia che possiamo utilizzare anche per supportare le esigenze delle nostre aziende. Un’idea per il futuro? Qui a Siena si parla spesso di cinta: quella muraria così come in riferimento al famoso maiale senese. Noi abbiamo fatto uno studio da cui è nata l’idea della cinta solare: strutturare alcuni punti intorno alla città che potrebbero dare un apporto funzionale grazie alla realizzazione di spot fotovoltaici“. Non male come visione del futuro per una città che fino ad oggi è nota soprattutto per l’eredità del suo passato.

Immagine di Siena – Credits: Daruma Studio per Comune di Siena