Smart city, anche in Italia è tempo di spingere con decisione sullo sviluppo di un nuovo modello di gestione intelligente e sostenibile dell’ecosistema urbano, per affrontare i crescenti fenomeni di urbanizzazione, cambiamento climatico e diminuzione delle risorse disponibili.
Per perseguire questa finalità, il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) mette in campo il suo progetto Urban Intelligence, al centro di un accordo di collaborazione con TIM per attività di ricerca scientifica di programmi congiunti, dalla formazione al trasferimento tecnologico. Il protocollo, appena siglato dai vertici dell’ente e dell’azienda, ha una durata di quattro anni ed è rinnovabile.
Smart city e Urban Intelligence: la finalità
Caratteristica basilare di una smart city è la messa in relazione di reti e servizi tradizionali – mobilità, ciclo dei rifiuti, pubblica illuminazione, sicurezza, approvvigionamento idrico, riscaldamento/raffreddamento e molto altro – in modo tale da renderli più efficienti attraverso soluzioni tecnologiche all’avanguardia, per soddisfare le esigenze quotidiane di chi nelle città vive e lavora.
A tal scopo, con questo accordo il CNR punta al potenziamento del laboratorio virtuale Urban Intelligence. L’obiettivo è fornire alle amministrazioni locali gli strumenti digitali necessari per garantire ai cittadini accesso a servizi pubblici e infrastrutture, istruzione, mobilità, assistenza sanitaria, attività ricreative, verde.
Verso nuovi modelli di gestione urbana
Di fronte alle nuove questioni climatiche, energetiche ed economiche, le città e i rispettivi territori, anche in Italia, si rivelano particolarmente fragili. Quindi è diventato urgente e fondamentale progettare e introdurre sistemi integrati di gestione in ogni ambito, compresi anche la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico e la prevenzione dai danni di calamità naturali. Con un sistema interconnesso, infatti, è più agevole prevedere in tempo reale gli eventi critici e ridurre i vari tipi di danno a persone e cose.
«Il progetto Urban Intelligence del CNR intende fornire alle governance urbane gli strumenti digitali per affrontare le sfide a cui queste sono chiamate, anche per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e per migliorare la gestione dei tessuti urbani in termini di efficienza e resilienza», ha detto la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza.
Il Gemello Digitale delle Città: che cos’è?
All’interno dell’accordo di cooperazione, particolare rilievo assume il Gemello Digitale delle Città. Di cosa si tratta? È un progetto che replica “virtualmente” la città attraverso sistemi digitali integrati, sensori diffusi e tecniche di predictive analytics. La finalità è sempre la stessa: definire un nuovo modello di pianificazione e gestione urbana in grado di rispondere alle esigenze di oggi.
Infatti, in particolare con la diffusione di 5G e IoT (Internet of Things), milioni di device e terminali smart dialogheranno in maniera sempre più stretta e interconnessa. Anche strutture dalle radici tradizionali – pali dell’illuminazione, semafori, cassonetti dei rifiuti – saranno sempre più in grado di “gestirsi” in base all’effettivo utilizzo, ottimizzando tempi e costi e favorendo il risparmio energetico.
Con il Gemello Digitale si vuole quindi costruire un modello aggiornabile e modificabile in tempo reale della città, di cui fornisce una rappresentazione di risorse, processi e sistemi fisici dell’ambiente urbano, complessivo o parziale. Una sorta di “videogioco” attraverso cui ottenere informazioni e simulazioni, per poi intervenire in maniera efficace a seconda delle esigenze.