Smart mobility: una nuova idea di mobilità che migliora la vita in città
Intelligenti, connesse, sostenibili e sicure: le città stanno vivendo un periodo di grande trasformazione, integrano tecnologie digitali nelle proprie reti, servizi e infrastrutture, abbandonano i tradizionali modelli di sviluppo per diventare Smart cities, ovvero aree urbane dove si affacciano nuove soluzioni di mobilità che puntano a diminuire l’impatto ambientale e a ottimizzare il risparmio energetico nel segno di una Smart mobility.
La metamorfosi è sotto gli occhi di tutti: basti pensare alla rapida diffusione delle nuove forme di mobilità alternativa che stanno cambiando il nostro modo di spostarci all’interno delle città, rendendo i trasporti più efficienti e facilmente accessibili a tutti. Dalla Sharing mobility, che converte il veicolo da bene di proprietà personale a servizio di consumo, all’e-mobility, dalla mobilità intermodale alla micromobilità e fino al MaaS (Mobility as a service).
La Smart mobility è una delle sei dimensioni della Smart city descritte dal professore Rudolf Giffinger nel suo studio “Smart cities Ranking of European medium-sized cities” ed è strettamente legata alla Sharing economy (economia della condivisione), una nuova modalità di mercato che poggia sul valore delle relazioni peer to peer e su meccanismi di fiducia e reputazione.
Nell’economia della condivisione, grazie alla tecnologia e alla rete Internet che facilitano le transazioni, le persone condividono beni mobili e immobili, servizi e informazioni con altri soggetti dando vita a innovativi modelli di business che si concentrano non sul possesso di qualcosa (ad esempio: l’automobile), ma sul suo utilizzo.
In un sistema di trasporti intelligenti, facilmente accessibili, flessibili, eco-friendly e convenienti, volto a sostenere lo sviluppo di una città ecosostenibile, sono fondamentali due elementi:
- Tecnologia: le tecnologie digitali sono alla base dello sviluppo della Smart mobility e rendono i flussi urbani più efficienti, meno inquinanti e in armonia con le esigenze dei cittadini che vogliono spostarsi in modo green, comodo e sicuro. Inoltre, permettono di raccogliere, archiviare ed elaborare una enorme quantità di dati che possono essere utilizzati per analizzare le dinamiche della circolazione urbana, attuare politiche pubbliche volte a migliorare la gestione del traffico in un’ottica green e fornire informazioni utili sulla mobilità aggiornate in tempo reale;
- Servizi: la Smart mobility deve fornire servizi utili ai cittadini che riducano il ricorso al mezzo privato, l’impatto ambientale, le congestioni stradali, gli incidenti e le perdite di tempo, consentendo ai viaggiatori di raggiungere la propria destinazione in modo agevole e veloce. Grande attenzione deve essere dedicata anche allo sviluppo e alla cura del sistema di infrastrutture che permettono una mobilità smart, come la segnaletica, i parcheggi e le reti di ricarica per veicoli elettrici.
La Smart mobility è quindi un nuovo modo di concepire gli spostamenti che mette al centro il cittadino e propone soluzioni per ridurre l’inquinamento e gli sprechi, con l’obiettivo di rendere la mobilità sostenibile e moderna, migliorando così la qualità della vita del singolo e della collettività all’interno dello spazio urbano.
Ampio, complesso e in continua evoluzione, il fenomeno della mobilità smart è al centro del PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile) che, secondo la definizione fornita dalle linee guida di ELTIS (European Local Transport Information Service), l’osservatorio europeo sulla mobilità urbana, deve essere inteso come un “Piano strategico progettato per soddisfare le esigenze di mobilità delle persone e delle imprese nelle città e nei loro dintorni per una migliore qualità della vita. Si basa sulle pratiche di pianificazione esistenti e tiene in debita considerazione i principi di integrazione, partecipazione e valutazione”.
Un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile si basa sui seguenti principi:
- Pianificare la mobilità sostenibile nell’ Area Urbana Funzionale;
- Cooperare al di là dei confini istituzionali;
- Coinvolgere i cittadini e le parti interessate;
- Valutare le prestazioni attuali e future;
- Definire una visione a lungo termine e un chiaro piano di attuazione;
- Sviluppare tutte le modalità di trasporto in modo integrato;
- Predisporre il monitoraggio e la valutazione;
- Assicurare la qualità.
Cybersecurity trasporti: che cos’è e come proteggere le Smart cities?
In Italia, secondo l’analisi dell’Osservatorio Smart & Connected Car della School of Management del Politecnico di Milano, cresce l’attenzione verso la Smart Mobility: l’87% delle PA locali, infatti, considera di grande rilevanza l’ambito, mentre il 36% dei comuni sopra i 25mila abitanti ha attivato almeno un progetto e nel 58% dei casi si tratta di iniziative a uno stadio avanzato ed estese a tutta l’area urbana. In più, il 39% degli utenti ha usato almeno una volta un servizio di mobilità condivisa, soprattutto car sharing (21% degli utenti) e car pooling (25%).
A questi dati si aggiungono quelli della ricerca Global Automotive Consumer Study 2022, l’indagine di Deloitte condotta su oltre 26.000 consumatori in 25 Paesi, dal quale emerge l’elevato interesse dei consumatori italiani (69%) per la mobilità elettrica.
L’evoluzione del settore automotive, ma soprattutto delle città, sempre più connesse e proiettate verso il futuro, porta inevitabilmente in primo piano il tema della Cybersecurity e la necessità di proteggere i servizi essenziali della Smart city dai potenziali attacchi dei cybercriminali.
Di che cosa parliamo quando parliamo di Cybersecurity? Spesso erroneamente confusa con l’Information Security, la cybersecurity è in realtà una sottoclasse della Sicurezza Informatica e pone l’accento sugli aspetti legati alla sicurezza delle informazioni, rese accessibili da sistemi informatici. Il termine, inoltre, viene utilizzato anche per indicare le qualità di resilienza, robustezza e reattività che una tecnologia deve possedere per fronteggiare gli attacchi informatici che possono colpire tanto i singoli individui quanto gli enti pubblici e le imprese private, senza dimenticare le organizzazioni governative.
Una volta chiarito che cos’è la Cybersecurity, se pensiamo al controllo semaforico, ai veicoli sempre più tecnologici, all’intermodalità e ai servizi di Sharing mobility è evidente che una mancata attenzione alle minacce informatiche non solo mette a rischio la sicurezza dei dati personali dei cittadini, ma può tradursi anche in un’interruzione della circolazione di persone e merci, con conseguenze significative sotto il profilo economico.
Lo scorso luglio 2021, al fine di sensibilizzare gli Stati membri sul tema della cybersecurity nel settore trasporti, la Commissione europea ha pubblicato il documento Cybersecurity Toolkit che raccoglie una serie di best practice per migliorare la sicurezza informatica allo scopo di rendere i trasporti più efficienti e sicuri.
Un ulteriore approfondimento sul tema lo offre il report Move to the future: la mobilità del 2031, realizzato da EY e IIA ( Italian Insurtech Association), che accende i riflettori sulle maggiori criticità rilevate nell’ambito dei rischi cyber collegati alla e-mobility: per il 44,4% degli intervistati, l’aspetto che desta maggiore preoccupazione è legato alla vulnerabilità delle interfacce di connessione dei nuovi veicoli.
Infatti, porte USB, Bluetooth, WiFi, ZigBee, GPS, Wave, 3/4/5G, OBD (On-Board Diagnostics) e GSM (Global System for Mobile Communications) costituiscono un punto di ingresso per accessi malevoli volti a manomettere le funzionalità “intelligenti” a bordo del veicolo. Per il 29,6% degli intervistati, invece, il rischio principale si nasconde nella possibilità di rubare o dirottare un’auto parzialmente o totalmente autonoma tramite controllo software, anche a distanza, mentre per il 25,9% l’aspetto più preoccupante riguarda le violazioni della privacy legate al tracciamento degli spostamenti.
A questo punto non resta che farsi una domanda: in che modo si può proteggere un sistema integrato e innovativo come quello della Smart mobility per sostenere la crescita e il corretto funzionamento delle Smart cities?
A suggerire una soluzione è la guida Connected Places Cyber Security Principles elaborata del National Cyber Security Centre (NCSC) che contiene una serie di indicazioni sulla sicurezza informatica utili nella progettazione, costruzione e gestione della Smart city e della sua infrastruttura. Secondo le linee guida del NCSC per tutelare l’ecosistema dei luoghi connessi è necessario migliorare la resilienza informatica e garantire la privacy dei cittadini attraverso l’analisi e la gestione delle minacce e delle vulnerabilità che potrebbero compromettere la riservatezza, l’integrità e la disponibilità dei dati.