Molte nuove colonnine elettriche (soprattutto private), ma meno auto elettriche vendute (-15%): al momento, sembrano troppo costose per gli italiani. Eppure in futuro il loro costo, e quello della ricarica, è destinato a calare. Sono alcuni tra i principali risultati del nuovo Smart Mobility Report del Politecnico di Milano. Il rapporto illustra qual è lo stato dell’arte della mobilità elettrica in Italia rispetto al quadro mondiale e quali sono le problematiche e le opportunità per questo segmento di mercato nel prossimo futuro.
Accelerare le normative sulla smart mobility e l’installazione di colonnine elettriche, soprattutto pubbliche. E soprattutto non frenare l’entusiasmo: nonostante l’offerta di modelli di passenger car elettriche sia cresciuto anche nel nostro paese, e i numeri di immatricolazioni di veicoli full electric crescano a livello mondiale e continentale, in Italia nel 2022 l’acquisto di nuove auto elettriche è diminuito del 15% rispetto al 2021. Perché? Ogni rivoluzione ha un prezzo, e quello delle auto elettriche appare ancora troppo alto per i consumatori italiani. Sono alcuni tra i principali dati emersi all’interno dello Smart Mobility Report 2023, presentato il 27 settembre dall’ateneo che ne cura i contenuti da anni, il Politecnico di Milano. La presentazione di questo rapporto è diventato il momento in cui si fa il punto sull’evoluzione della smart mobility sia a livello nazionale che globale, con un’attenzione particolare al comparto automobilistico.
Smart mobility report 2023: il quadro generale
La mobilità elettrica nel settore delle passenger car (le ordinarie automobili ad uso privato), lentamente, sta conquistando il mondo. Almeno è questo il quadro che emerge secondo i dati dello Smart Mobility Report 2023. Infatti nel 2022 il mercato delle passenger car ha registrato un grande incremento rispetto all’anno precedente, con crescite record in Cina (+82%), Usa (+51%) ed Europa (+15%). Come visto, invece, l’Italia segna su questo aspetto un -15% in termini di nuovi veicoli elettrici immatricolati tra il 2021 e il 2022. Si tratta di un problema di affordability, di prezzo: costano ancora troppo. Nonostante si registri ormai una fase espansiva dell’offerta di questa tipologia di veicoli, per cui la competizione crescente si riflette anche come beneficio in termini di spesa per il consumatore finale, il loro costo appare ancora troppo alto per i consumatori italiani. Sicuramente incidono su questi dati il caro prezzi delle materie prime, indotto prima dal Covid e poi dalla guerra in Ucraina, e l’aumento dei prezzi delle tariffe di ricarica (se si parla di accesso pubblico, ci sono stati rincari anche del 50%). Non si tratta di un’occasione persa, ma di un trend da invertire. Lo impongono i nuovi obiettivi del PNIEC (Piano Nazionale integrato per l’Energia e il Clima) che ha recentemente aggiornato il numero di auto elettriche circolanti da mettere in strada entro il 2030 in Italia: non più 6, ma 6,6 milioni di veicoli. Lo richiede anche il contributo al rispetto dei target SDGS, circa i quali al momento l’Italia è ancora lontana.
I punti di ricarica elettrica
Oltre al prezzo del veicolo, conta il tema dell’approvvigionamento di carburante verde: in questo caso, la presenza di colonnine elettriche. Nel 2022 le installazioni di infrastruttura di ricarica ad accesso pubblico hanno registrato un trend di crescita, sia in termini di “fast” che “normal charge”: i primi sono ormai oltre il 60% dei 450mila punti di ricarica in Europa. E diversamente da come potrebbe sembrare ad una prima impressione, anche in Italia i punti di ricarica sono cresciuti enormemente tra il 2021 e il 2022. In particolare, i punti di ricarica ad accesso pubblico sono cresciuti del 57%. Ma sono soprattutto i punti di ricarica privati, grazie anche ad alcune forme di incentivi, ad essere letteralmente esplosi: l’anno scorso hanno raggiunto le 370mila installazioni, un balzo del 170% rispetto al 2021.
Gli ostacoli alla mobilità elettrica in Italia
A bloccare la svolta della mobilità nelle strade italiane non è certo la volontà degli italiani, sempre più intenzionati a rivoluzionare in modo “green” i propri comportamenti anche acquistando un veicolo elettrico. Dal punto di vista quindi delle scelte individuali, il vero freno all’acquisto di un veicolo elettrico è il costo dell’auto e della ricarica elettrica. Un tema che dalle automobili si rispecchia nei veicoli a due ruote: crescono di poco le immatricolazioni dei motocicli, mentre fluttuano quelle dei ciclomotori. L’immatricolazione di autobus addirittura cala, in una proporzione simile a quanto visto per le automobili. Eppure i modelli di veicoli elettrici in vendita in Italia sono cresciuti di oltre il 30% in un anno e si segnala nel report una grande miglioramento delle performance delle autovetture, riconducibile principalmente allo sviluppo tecnologico delle batterie. In prospettiva, però, la tendenza verso il 2030 è positiva circa l’affordability: la migliore accessibilità alle batterie agli ioni di litio permetterà di abbattere il costo unitario del veicolo. Mentre come visto la presenza di colonnine, wallbox e stazioni di ricarica privata è in crescita, purtroppo lo stesso avviene con la tariffa di ricarica, cresciuta tra il 5 e il 50% tra il 2021 e il 2022: un dato che dipende soprattutto dalla crisi energetica a seguito del conflitto in Ucraina e che comunque in questo caso è coerente con i rincari visti in altri paesi europei. Infine, la normativa italiana deve allinearsi a quella europea, sia in relazione all’introduzione del regolamento europeo 2023/851 (inteso a ridurre le emissioni di Co2) sia in relazione al trattamento dell’Ecobonus. Sempre a livello normativo, ci sono ulteriori interventi necessari per spingere ulteriormente la realizzazione di infrastrutture di ricarica pubbliche e private.
Mobilità elettrica in Italia: trend per il futuro
Considerando il tasso di immatricolazioni attuale di autoveicoli elettrici in Italia, i target PNIEC al 2030 sono ancora lontani da raggiungere e così non potranno essere raggiunti: bisogna accelerare per poterli centrare. In prospettiva, è facile ipotizzare che la presenza di veicoli ad alimentazione tradizionale non solo si ridurrà in Italia (come in gran parte del mondo), ma in generale avverrà lo stesso al parco auto complessivo. Rimane chiara invece la tendenza alla crescita, a volte incrementale, delle infrastrutture di ricarica privata: questo stesso trend deve interessare anche il ritmo di sviluppo della crescita delle colonnine pubbliche. E in generale deve essere sviluppata quanto più possibile la presenza di entrambe le tipologie di ricarica elettrica: una proiezione al 2030 stima che secondo i trend attuali il rapporto tra punti di ricarica e auto elettriche sarebbe di 1 a 40. Infine, sicuramente crescerà la diffusione commerciale dei meccanismi di gestione del profilo di ricarica dei veicoli elettrici. Si tratta delle soluzioni vehicle-to-grid-integration, in particolare V1G e V2G. Sono soluzioni per ridurre la potenza istantanea richiesta alla rete dallo stock crescente di veicoli elettrici in circolazione. Il loro impiego agevolerà sia l’ingresso di diverse fonte di energia rinnovabile come alimentazione delle colonnine elettriche, sia potrà alleggerire il peso della domanda elettrica generale sulla rete. Due elementi importanti che garantiscono approvvigionamento, efficienza e bilanciamento della fornitura. E quindi un futuro concreto e promettente per la mobilità sostenibile, anche in Italia.