Lo smog è un problema che coinvolge ancora troppe città italiane. Legambiente ha redatto un report sull’inquinamento atmosferico prodotto nel corso del 2022 e il bilancio è preoccupante.

Di 95 capoluoghi di provincia monitorati, ben 25 hanno più volte superato i limiti giornalieri di polveri sottili nell’aria. Il rapporto “Mal d’Aria di città. Cambio di passo cercasi”  traccia una mappa ben precisa dei luoghi più inquinati d’Italia. La Pianura Padana ottiene il triste primato di territorio da bollino rosso.

Torino prima in classifica per superamento dei limiti giornalieri di PM10

Il rapporto di Legambiente, pubblicato il 30 gennaio 2023, riporta l’elenco delle città che negli scorsi mesi  hanno superato il limite giornaliero di PM10. Quest’ultimo corrisponde a una media di 50 microgrammi per metro cubo al giorno per 35 giorni all’anno.

I capoluoghi primi in classifica sono:

  • Torino (98 giorni di sforamento)
  • Milano (84 giorni di sforamento)
  • Asti (79 giorni di sforamento)
  • Modena (75 giorni di sforamento)

Se, poi, prendiamo come riferimento i target europei previsti per il 2030, ben il 76% delle città italiane risulta non in linea per quanto riguarda i PM10, l’84% per i PM2.5 e il 61% per il biossido di azoto.

Questi dati potrebbero dire poco ai più, ma bisogna ricordare che la qualità dell’aria è  strettamente collegata alla salute dei cittadini. Secondo la SIMA, l’Italia è prima in classifica in Europa per decessi legati allo smog (80.000 morti all’anno).

Proprio per questo è fondamentale trovare soluzioni.

Le misure proposte da Lega Ambiente

 È la stessa Legambiente, nel suo report, a suggerire alle città i punti da seguire per affrontare e risolvere il problema.

– Non più ZTL ma ZeZ

Le Zone Traffico Limitate non sono più sufficienti a gestire l’emergenza smog. Molto meglio è cominciare a ragionare in termini di ZEZ, Zero Emission Zone, ovvero zone a emissioni zero.
Iniziative simili sono già in atto, con città grandi e piccole che stanno definendo limiti alle emissioni (inquinanti e climalteranti) in ampie zone. Un esempio è l’AreaB di Milano, che copre quasi tutta l’area urbana e limita o vieta la circolazione dei mezzi più inquinanti. Nell’AreaC, invece, possono entrano i veicoli meno inquinanti pagando 5 euro.
A Londra esiste un’area di 380 km quadrati, la Ultra Low Emissioni Zone, in cui persino i veicoli Euro6 diesel devono pagare una tassa di ingresso.
Si stima che le limitazioni nelle due città riducano le emissioni da traffico del 30 o 40%.

Le LEZ (Low Emission Zone) potrebbero essere applicate anche ai riscaldamenti, in accompagnamento a un piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica e privata. Importante sarà dismettere tutte le caldaie e i generatori di calore a combustione a vantaggio di sistemi basati su fonti rinnovabili.

– Trasporto Pubblico e Trasporto Rapido di Massa (TRM)

Grazie al PNRR l’Italia potrà colmare le carenze in materia di trasporti pubblici, in particolare treni pendolari, metropolitane, tram veloci, filovie e autobus elettrici. Al contempo però sarà necessario promuovere gli abbonamenti integrati, ovvero abbonamenti che coprono più trasporti. Un esperimento simile è già stato fatto in Germania, con buoni risultati. In Italia, una misura simile costerebbe 2 miliardi all’anno, ma potrebbe essere coperta dalle risorse per bonus auto a combustione, buoni benzina e autotrasporto.

– Sharing mobility e mobilità sostenibile

Di vitale importanza è incentivare la mobilità sostenibile e la mobilità elettrica condivisa, anche nelle periferie e nei centri minori. Tra le grandi città italiane, Milano è già ai vertici europei per l’offerta di servizi di car sharing, scooter sharing e bike sharing, ma anche di noleggio di e-bike e monopattini elettrici.
A ciò si aggiunge la necessità di ampliare la rete di ciclovie e corsie ciclabili, di rendere l’80% delle strade condivisibili tra cicli e veicoli a motore, e di predisporre programmi per incentivare la mobilità attiva (bike to work, bike to school).

– Città a misura d’uomo

Legambiente parla di “città dei 15 minuti”, ovvero città in cui tutto ciò che serve si trova a poca distanza da dove si abita. Ma la città a misura d’uomo è anche una smart city sicura dal punto di vista stradale, in cui i veicoli debbano muoversi a velocità ridotta (“Città 30”), con quartieri car-free, in cui ciclopedonalità e micromobilità elettrica siano consolidate. Cesena già dal 1998 ha ridotto i limiti di velocità e da allora registra -20% di incidenti e -50% feriti). Città più grandi stanno ora seguendo lo stesso percorso, con Amsterdam, Copenaghen, Londra e Parigi, in cui l’80% circa delle strade prevede un limite di 20 o 30 all’ora.

– Solo elettrico in città

La mobilità sostenibile è anche mobilità elettrica e con l’aumento delle ZEZ il suo ruolo diventerà sempre maggiore, anche per i trasporti merci.
Già oggi nel mondo ci sono città (Santa Monica negli USA e Oxford) in cui possono entrare solo veicoli merci elettrici, dalle cargo bike ai camion. In Olanda, Amsterdam ha già delimitato un’area ZEZ di 70 chilometri quadrati, mentre numerosi comuni hanno definito le aree urbane in cui, entro il 2025, potranno accedere solo mezzi e camion a zero emissioni. Per favorire la transizione, il governo ha assegnato 185 milioni di contributi a favore delle imprese di trasporto che convertono la propria flotta entro i prossimi 2 anni.