Se l’utilizzo dell’AI compromette l’esistenza di alcune professioni, aziende ed enti sono alla continua ricerca di nuove competenze green per affrontare le sfide della transizione energetica e della rivoluzione verde. Dal Sustainability Specialist agli eseperti digitali e legali: ecco le figure più richieste. 

Il numero è di quelli che lascia stupefatti e genera preoccupazione. Secondo il report “The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth” del gruppo Goldman Sachs, l’impiego dell’Intelligenza artificiale metterà a rischio 300 milioni di posti di lavoro entro il 2030, tra Europa e Stati Uniti, e riguarderebbe 2 milioni di lavoratori in Italia.

Un’onda che andrebbe ad impattare tra operatori di cassa, commessi e impiegati, ma non solo, visto che anche docenti, consulenti ed esperti legali e finanziari non sono al riparo.

Una lunga lista di figure e competenze professionali che però possono trovare nuove opportunità in una realtà non solo immaginata, ma già avviata a passi spediti e che richiede un grande investimento sia economico che umano: la sostenibilità, un settore alla ricerca di conoscenze e know how per gestire e coordinare la transizione energetica e la rivoluzione verde.

Secondo la commissione dell’Onu per lo Sviluppo sostenibile, l’incontro tra il mondo della sostenibilità e le società private è in grado di creare 380 milioni di posti di lavoro, integrando i target previsti dal programma Agenda 2030 con le proprie strategie aziendali, generando un volume d’affari pari 1,2 trilioni di dollari.  

Sostenibilità vs. Intelligenza artificiale

Opportunità che interessano da vicino anche il nostro Paese. Da qui al 2026 sono infatti 4 milioni i posti di lavoro con competenze green di alto e medio profilo che occorreranno al mercato e alle imprese per raggiungere gli obiettivi prefissati dalle politiche di sviluppo sostenibile. 

Un fenomeno che interessa pubblico e privato

A fornire i dati è l’Osservatorio 4.Manager, con il rapporto “Altre competenze per un futuro sostenibile” che si basa su un’approfondita ricerca tra 4.000 grandi e medie imprese.

Che si tratti di comprendere i nuovi processi, di individuare i relativi punti deboli e intervenire su di essi, di riorganizzare la gestione interna aziendale o di pianificare la migliore strategia d’azione, sono le nuove professionalità in materia di ESG (Environmental Social Governance) ad essere maggiormente richieste.  

Un fenomeno che riguarda tanto il settore privato quanto quello pubblico e che coinvolge diversi campi, da quello normativo-amministrativo a quello economico-finanziario.

Innovazione e sostenibilità si muovono insieme lungo un percorso che punta a raccogliere le opportunità derivanti anche dagli ingenti investimenti del Pnrr: 191,5 miliardi stanziati dall’Unione europea per progetti di digitalizzazione e sostenibilità. 

La realtà è però quella di un paese in cui solo l’11% delle imprese dimostra di essere “altamente innovativa”, per quanto il trend sia positivo e in crescita, grazie soprattutto agli sforzi compiuti per ottenere una maggiore efficienza energetica. La maggioranza di esse (55%) risulta invece ancora “scarsamente innovativa”. A metà strada si trova il 36% delle aziende che rientrano nella voce “moderatamente innovative”. 

Cosa occorre per cambiare marcia? I presupposti ci sono già: se si considera la transizione verso la sostenibilità, i risultati precedenti si ribaltano dal momento che il 79% delle imprese ha elaborato una strategia o un piano d’azione di lungo periodo che possono essere definiti altamente innovativi, mentre il 57% è moderatamente orientato all’innovazione. 

Le difficoltà principali alla conversione sostenibile sono rappresentate dal contesto normativo e burocratico (38%), dalla profittabilità della sostenibilità (33%) e dalla scarsità di risorse finanziarie (28%). 

Le green skills diventano dunque fondamentali per aggirare gli ostacoli. Ne è prova il fatto che, negli ultimi tre anni, le aziende più orientate all’innovazione e alla trasformazione sostenibile abbiano assunto manager e lavoratori con elevate competenze tecniche e scientifiche, valorizzando la loro formazione sul tema in questione.

Le skills in grande ascesa

Le capacità giudicate più importanti e fondamentali per affrontare il processo di trasformazione sostenibile sono quelle legate alla tecnologia e all’innovazione produttiva, che guidano la classifica con il 49,3%. Il podio si completa con le conoscenze in Energy management al secondo posto (45,5%) e le competenze sulla legislazione di riferimento al terzo (41%). 

È importante sottolineare come, a gennaio 2022, la voce “Energy management” fosse del tutto residuale, a riprova del fatto che ci troviamo di fronte ad una svolta in continua evoluzione sulla base dei cambiamenti nello scenario internazionale che hanno ripercussioni sul mondo del lavoro e dell’imprenditorialità.

Competenze green

Altre competenze in forte ascesa sono legate all’e-commerce (+38% tra il 2022 e il 2023), al marketing digitale (+37%), alla responsabilità sociale d’impresa (+35%) e alla qualità (+27%). E ancora, le imprese sono alla ricerca di personale che disponga di conoscenze nel People Management (+27%), nella Supply Chain (+25%) e, più in generale, nell’analisi di mercato (+24%). Perché se l’Intelligenza artificiale è in grado di elaborare enormi quantità di dati e di fornire indicazioni, il fattore umano resta un valore chiave nella sostenibilità ambientale e sociale.

Da una parte la formulazione di modelli, dall’altra il contributo dell’esperienza e della sensibilità garantito dalle figure professionali dotate di esperienze maturate sul campo. Ecco quindi che al secondo posto nella classifica delle posizioni più ricercate su LinkedIn compare il Sustainability Specialist che ha il compito di elaborare, attuare e monitorare il piano strategico di sostenibilità di una organizzazione. 

Il Sustainability Specialist trova spazio nei servizi professionali, nell’industria manifatturiera e nel settore della tecnologia e dei mezzi di comunicazione e, al momento, ha una marcata distribuzione per genere femminile, considerando che nel 63% dei casi è una posizione ricoperta da donne. 

Le opportunità non mancano quindi in un mondo che si reinventa in continuazione e la sostenibilità è in prima fila per accogliere lavoratori e professionisti per realizzare le numerose sfide che la contraddistinguono. Nuove competenze e conoscenze per disegnare oggi il mondo di domani