Il nuovo stadio dell’Inter si preannuncia come un grande progetto architettonico e sportivo. Come sarà? E quale impatto avrà sull’area in cui sorgerà?

Mente l’ipertecnologico nuovo stadio del Real Madrid è pronto, in casa nostra sembra avviarsi al declino l’era di San Siro, la Scala del Calcio. Al termine dell’ultima assemblea degli azionisti dell’Inter, Alessandro Antonello, CEO Corporate del club nerazzurro, ha ribadito pubblicamente l’obiettivo di medio-lungo termine della costruzione di uno stadio di proprietà. Il focus è sul progetto consegnato per Rozzano, comune della Città Metropolitana di Milano.

Cosa si sa del nuovo stadio dell’Inter

Il progetto dello stadio di Rozzano è affidato a Populous, studio di architettura radicato in tutto il mondo, che ha realizzato anche il nuovo impianto di proprietà del Tottenham Hotspur, a Londra. Per ora non sono stati diffusi  i rendering della struttura, anche se si prevede non si discosti molto dai canoni dell’impianto londinese.

Il progetto è quello di una struttura a forma ovale in un’area verde pubblica, con una capienza di circa 70 mila posti. L’impianto punta molto sull’innovazione. Lo stesso Tottenham Hotspur Stadium è l’impianto sportivo più avanzato di Londra da questo punto di vista: doppia superficie di gioco (per calcio e football americano), acustica studiata per ridurre al minimo la dispersione di rumore e struttura multifunzionale per permettere di ospitare, nello stesso edificio, bar, attività e sale congressi.

La zona designata è nei pressi dell’Autostrada Milano-Genova e della Tangenziale Ovest, al confine con Assago, facilmente raggiungibile in auto. La roadmap prevede l’acquisto dell’area da parte del presidente dell’Inter Zhang nei prossimi 6 mesi e la presentazione del progetto definitivo entro l’aprile del 2024. Espletato questo step, il tempo tecnico per le autorizzazioni e l’apertura dei cantieri dovrebbe essere di circa un anno.

Rispettando i tempi, si pensa che lo stadio possa essere funzionante per l’inizio della Serie A, stagione 2028-2029.

Al momento non sono ancora pubblici i rendering del progetto. Si sa però che anche la struttura del nuovo stadio dell’Inter sarà multifunzionale. L’obiettivo è quello farne la pietra angolare di una piccola cittadella dello sport, che funga anche da centro di aggregazione, massimizzando anche la funzione sociale della pratica sportiva.

Semaforo verde dal Comune di Rozzano

A ottobre 2023, il Comune di Rozzano ha approvato la variante al PGT (Piano di Governo del Territorio), che prevede anche l’inserimento dello stadio. 4 i perni fondamentali dichiarati dal Consiglio Comunale come fondamenta del nuovo PGT:

  • Riduzione del consumo di suolo;
  • Riqualificazione urbana di determinate aree;
  • Bicipolitana interconnessa ad un sistema di aree verdi;
  • Qualità delle nuove costruzioni.

Critiche e criticità del progetto

Sebbene lo stesso Antonello abbia dichiarato che il progetto rispetterà i più elevati standard di sostenibilità ambientale, un nodo relativo al nuovo stadio dell’Inter è la permanenza nel Parco Agricolo Sud Milano di un pezzo dell’area verde in cui dovrebbe essere costruito l’impianto.

Il parco è nato nel 1990, istituito da una legge regionale della Lombardia, aggiornata poi nel 2007. Il suo scopo è fungere da area di riferimento per la protezione dell’ambiente e dell’economia rurale. Lo ricorda la professoressa Arianna Azzellino, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano, che di recente ha espresso all’agenzia di stampa AGI la sua ferma contrarietà al progetto (e a quello “gemello” del Milan a San Donato Milanese).

Nella sua analisi, la professoressa ricorda anche i dati ufficiali dell’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. La Lombardia è infatti la regione con il peggior dato percentuale di consumo di suolo nel 2022: 12,16% del territorio regionale pari a 290 mila ettari, quasi 908 in più rispetto al 2021.

La Azzellino ha inoltre sollevato un’altra questione, strettamente collegata: le alluvioni sempre più frequenti, rese ancora più devastanti dall’impermealizzazione del terreno, che crea volumi di “ruscellamento” d’acqua superiori alla capacità di invaso. La minor capacità di infiltrazione del suolo porta anche all’abbassamento del livello dei fiumi e delle falde acquifere.