Sì alla decarbonizzazione. No a sacrifici eccessivi per i cittadini. È questa la posizione che l’Italia è pronta a prendere in merito allo stop ai motori termici nel 2035. In una nota firmata dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (MASE), Pichetto Fratin, si sottolinea che la transizione deve essere “economicamente sostenibile e socialmente equa”. Cosa succede adesso?

Oggi 1° marzo 2023 a Bruxelles – durante la riunione degli ambasciatori dei Paesi UE – l’Italia esprimerà una posizione contraria rispetto alla proposta di un nuovo Regolamento europeo che mette al bando la produzione e vendita di veicoli con motori termici dal 2035.

Come si è arrivati a questa distonia e quali possono essere le conseguenze?

Quali sono le ragioni del no dell’Italia?

In una nota firmata dal ministro Pichetto Fratin sono sintetizzate le ragioni del dissenso dell’Italia rispetto alla proposta di stop alla produzione e alla vendita dei motori tradizionali nel 2035.

Secondo la posizione del governo italiano, i target ambientali di decarbonizzazione devono tenere in considerazione anche le esigenze economiche e sociali.

Inoltre, durante la transizione si dovrà “consentire agli Stati membri di avvalersi di tutte le soluzioni per decarbonizzare il settore dei trasporti, tenendo conto delle diverse realtà nazionali e con una più graduale pianificazione dei tempi”.

In pratica, l’Italia chiederà una transizione pianificata per “evitare ripercussioni negative per il Paese sia sotto l’aspetto occupazionale che produttivo”.

Stop motori termici: quali alternative propone l’Italia?

Le auto elettriche e l’elettrico in generale non rappresentano l’unica strada per raggiungere le zero emissioni. Lo rimarca il ministro, sottolineando che il vero successo delle auto elettriche si misurerà dalla loro capacità di penetrazione sul mercato, ovvero da quanto i prezzi saranno accessibili e concorrenziali nei prossimi anni.

L’Italia proporrà oggi a Bruxelles di puntare sui carburanti rinnovabili, i cosiddetti e-fuel e biocarburanti del futuro. Il motivo? Sostenibilità ambientale ed economica: “L’utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici, contribuirà a una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini”.

Come dice il loro nome, questi carburanti sono combustibili che derivano da risorse sostenibili e rinnovabili, come ad esempio:

  • Bioetanolo;
  • Biomassa;
  • Biodiesel;
  • Idrogeno (se prodotto con processi sostenibili).

L’Italia riuscirà a fermare lo stop dei motori termici?

La domanda da porsi adesso è questa: “Quante possibilità ha l’Italia di fermare l’iter europeo per lo stop ai motori termici?”.

A dire il vero non molte, dal momento che la proposta di regolamento sembra bene avviata verso la prossima attuazione, avendo recentemente incassato il voto favorevole dell’Europarlamento.

Ci sarà in ogni caso da capire come si muoveranno le decisioni politiche all’interno di ogni singolo Paese dell’Unione. L’Italia è allineata con Bulgaria e Polonia sull’asse del no, ma sarà la Germania a spostare definitivamente l’equilibrio.

Berlino ha espresso dei dubbi sulla deadline e sulle modalità attuative: se tali dubbi diventassero qualcosa di più tangibile, allora la procedura di adozione del regolamento potrebbe davvero subire uno stop.