Viaggiando, per lavoro o per piacere, ti sarai sicuramente imbattuto in targhe automobilistiche estere, interrogandoti sul Paese di provenienza. Spesso si vedono anche sulle strade delle nostre città.
Vediamo insieme le caratteristiche delle targhe estere, le informazioni utili per la loro circolazione in Italia e cosa fare per viaggiare con la nostra auto in Europa.
Qui trovi anche qualche curiosità sulla storia delle targhe automobilistiche, specialmente quelle personalizzate americane.
Le targhe estere europee ed extraeuropee
La prima emissione di una targa per un veicolo risale al 14 agosto del 1893 in Francia: la polizia di Parigi introdusse l’obbligo di registrazione per le auto pubbliche, in seguito è stata la Germania ad introdurle nel 1896. L’Italia arrivò nel 1898 istituendo l’obbligo di targa per le “vetture automobili” del Comune di Milano, e estendendola poi a tutto il Paese.
La targa italiana era composta dal codice della provincia di immatricolazione, indicato con due lettere, seguito dal numero di licenza. Successivamente, nel 1994 la struttura è stata modificata in una sequenza AA-000-AA con scritta nera su fondo bianco. Per evitare confusione sono state escluse le lettere I, O, U e Q.
La targa è un elemento fondamentale non solo per individuare un veicolo ma anche, ad esempio, per il calcolare il bollo auto o per spostare il dispositivo Telepass da un mezzo a un altro.
Differenze tra targhe
Nel 1998, tutte le targhe europee sono state unificate e si è introdotta la sezione blu sul lato sinistro, contenente il simbolo della Comunità Europea e il codice della nazione di immatricolazione. Tuttavia, non tutti i Paesi adattano la sequenza vista nel paragrafo precedente: ad esempio in Portogallo preferisce la sequenza 00-00-AA e la Svezia AAA-000.
Ci sono poi delle differenze anche per i colori: la maggior parte sono di sfondo bianco con caratteri di colore nero ma in Lussemburgo e nei Paesi Bassi lo sfondo è di colore giallo. In Danimarca, è previsto un contorno rosso e in molti Paesi non è previsto che la targa anteriore e quella posteriore siano dello stesso colore.
In più, ci sono delle variazioni legate alle categorie speciali di veicoli e al tipo di alimentazione. Anche in Italia, ad esempio, esistono le targhe quadrate: solitamente iniziano con la lettera Z e sono destinate ai veicoli che, per ragioni di spazio o per mancanza dei fori, non hanno la possibilità di montare la targa lunga.
Infine, vanno citate anche le targhe personalizzate, molto diffuse negli Stati Uniti e che colpiscono per fantasia, unicità e colori sgargianti, e le targhe personali, utilizzate in Svizzera, che permettono di collegare allo stesso numero di targa più telai (anche di mezzi diversi). Non tutti sanno forse che anche in Germania e nel Regno Unito è possibile avere una targa personalizzata, pagando una sovrattassa.
La normativa sulla circolazione delle targhe estere in Italia
In Italia la circolazione di un auto con targa straniera è stata modificata con la Legge n. 238/2021 (art. 2) che ha apportato alcune modifiche al Codice della Strada.
Chi possiede un’auto con targa estera e ha preso la residenza in Italia deve immatricolare l’auto entro tre mesi dal cambio di residenza.
Le auto immatricolate all’estero devono essere registrate presso il REVE, il Pubblico Registro dei Veicoli Esteri. È possibile effettuare questa registrazione presso gli uffici del Pubblico Registro Automobilistico, o PRA, oppure tramite lo Sportello Telematico dell’Automobilista.
La reimmatricolazione in Italia entro tre mesi, tramite il REVE, è obbligatoria anche per tutti gli autoveicoli acquistati all’estero.
I proprietari dell’auto con targa estera che hanno residenza in un Paese straniero possono circolare in Italia per la durata massima di un anno.