Tesla sembra aver aggiunto nuove variabili di controllo sui suoi modelli per verificare il livello di stanchezza del conducente. Attraverso la telecamera interna, l’algoritmo potrà contare gli sbadigli e osservare i movimenti del viso. Incrociando questi e altri dati, valuterà le condizioni psico-fisiche del guidatore.

La potenza di analisi dei dati e il miglioramento continuo dell’algoritmo sembrerebbero condurre ad un’analisi approfondita del volto di chi guida, grazie alla capacità di monitorare il numero di sbadigli e il battito di ciglia, per verificare se esiste una situazione di stanchezza e agire di conseguenza.

Queste sono le indiscrezioni diffuse, tramite Twitter, da Green, hacker informatico molto famoso e data scraper di Tesla, che già in passato aveva anticipato al pubblico nuove funzionalità del marchio.

I sistemi di monitoraggio dell’auto: più attenzione a sbadigli, occhi e postura

Le vetture di Tesla sono tra le auto elettriche più vendute in Italia e al mondo. Parte di questo successo di deve anche alla continua innovazione che il marchio persegue in termini di sicurezza.

Le Tesla sono dotate di un sistema di otto telecamere esterne e di un software molto potente per l’elaborazione delle immagini. A ciò si aggiungono le rilevazione degli input al volante. L’intero complesso serve a verificare che alla guida del mezzo ci sia effettivamente una persona, elemento per il quale l’azienda in passato fu criticata per la scarsa attenzione.

Dal 2021 è stata inserita anche la telecamera interna all’abitacolo e l’algoritmo valuta, analizzando i diversi parametri, il grado di attenzione del conducente, segnalando se è distratto e sta guardando altrove, per esempio lo smartphone, con dei segnali audiovisivi.

In questi ultimi giorni, si parla di un ulteriore aggiornamento del sistema con il monitoraggio di altri parametri, quali appunto il conteggio degli sbadigli e dei battiti delle ciglia, considerati indicatori di possibili colpi di sonno.

I dati relativi a questi elementi verrebbero poi incrociati con gli altri provenienti dai sensori e dalle telecamere esterne per adeguare eventualmente il sistema di guida affinché il mezzo viaggi nelle migliori condizioni di sicurezza. In caso di condizioni considerate pericolose, l’auto potrebbe addirittura fermarsi.

Cos’è e come funziona l’Autopilot

L’Autopilot è il sistema di guida assistita di Tesla, in grado di migliorare il livello di sicurezza e il comfort del conducente attraverso tutta una serie di complesse funzionalità.

Ad oggi, esistono tre livelli diversi:

  • L’Autopilot comprende il Cruise Control adattivo, per guidare con più comodità adattando la velocità del veicolo a quella del traffico presente, e il Sistema di Autosterzatura per aiutare nella manovra di sterzata;
  • L’Autopilot avanzato permette di parcheggiare l’auto e farle compiere piccole manovre in autonomia per mezzo di un app;
  • La Guida autonoma al massimo potenziale, invece, oltre alle altre funzionalità, identifica anche i segnali di stop e i semafori sulla strada, modificando la velocità della macchina fino all’arresto completo.

Sul sito ufficiale si specifica chiaramente come tutte queste funzioni abbiano bisogno della supervisione del conducente e non consentano la guida autonoma. Difatti, l’Autopilot, presente di serie su ogni nuova Tesla, è in grado di monitorare lo stato di attenzione del conducente e, in caso di disattenzione, si disattiva.

Il nuovo sistema di rilevamento dovrebbe funzionare sia con il sistema Autopilot inserito che con la guida normale. Sono però ancora sconosciute le modalità di controllo in questa situazione di guida.

Il sistema a guida autonoma Full self driving

L’evoluzione di questi sistemi si chiama Full self driving ed è già disponibile per il Nord America. Si tratta di un sistema che utilizza solo le telecamere e una sorta di rete neuronale per far muovere il mezzo.

L’auto può guidare autonomamente in quasi tutti gli scenari urbani su un percorso preimpostato. Tuttavia, il conducente ha comunque il dovere di mantenere sempre alta l’attenzione e di intervenire in caso di bisogno.

Questa tecnologia funziona proprio come la visione umana in cui gli occhi dialogano con il cervello e la realtà viene ricostruita, grazie alle immagini delle telecamere, con un modello tridimensionale.