Per far fronte alla crisi climatica che stiamo vivendo negli ultimi anni e dare un futuro al nostro pianeta e alle generazioni a venire, governi e amministrazioni si stanno impegnando a livello mondiale per sviluppare e favorire la una transizione ecologica a 360° dell’economia e della società, attuando una serie di progetti e interventi mirati alla tutela dell’ambiente e al benessere dei cittadini. 

Tutto questo riguarda, e riguarderà sempre più, ogni aspetto della vita quotidiana di ciascuno di noi, perché rivoluzionerà totalmente il nostro modo di viaggiare, di consumare, di produrre, ma anche di comportarci e addirittura di pensare. Ma cos’è la trasformazione ecologica nel dettaglio, e perché è così importante? Quale impatto avrà sull’ambiente e sui cittadini? Come si trasformeranno le città, la società e l’economia? In questo articolo cerchiamo di dare una risposta esaustiva a tutte queste domande.

Cos’è la transizione ecologica?

La parola transizione sottintende un processo dinamico, quello che porta a un cambiamento da un particolare stato o situazione ad un altro. Nel nostro caso, la transizione ecologica indica il processo di trasformazione dall’odierno modello economico e sociale, basato prevalentemente sull’economia lineare e sull’utilizzo di materie prime fossili, a uno più incentrato verso un’economia circolare e la decarbonizzazione.

Quando si parla di rivoluzione verde o green transition ci si riferisce proprio alla transizione ecologica, che ha come primo e importante obiettivo la riduzione dell’impatto delle attività umane sull’ambiente. 

La Treccani definisce la transizione ecologica come

il processo tramite il quale le società umane si relazionano con l’ambiente fisico, puntando a relazioni più equilibrate e armoniose nell’ambito degli ecosistemi locali e globali. In senso più limitato e concreto, si tratta di un processo di riconversione tecnologica finalizzato a produrre meno sostanze inquinanti.

I recenti e repentini sconvolgimenti climatici hanno allarmato i governi mondiali, che si sono seduti a tavolino e hanno attivamente discusso del futuro del nostro pianeta (cosa che fino ad ora si è sempre fatta, forse, in maniera poco accurata perché “tanto c’è tempo”). Invece, di tempo non ce n’è più: stando ai dati raccolti da Global Footprint Network, il 28 luglio dello scorso anno avevamo già esaurito tutte le risorse disponibili per il 2022.

Cosa significa questo in termini economici? Che siamo in debito con il pianeta e che, a partire da questo momento in avanti, la società deve lavorare e impegnarsi nei confronti dell’ambiente per garantire un futuro sereno alle prossime generazioni. Tutto questo è anche possibile grazie alle nuove tecnologie intelligenti, che si stanno piano piano introducendo nella vita cittadina con il fine di trasformare le città tradizionali in Smart city.

Quali sono gli obiettivi della transizione ecologica?

La transizione ecologica implica il graduale passaggio, come dicevamo, dalla tradizionale energia prodotta da fonti fossili a fonti di energia rinnovabile, abbandonando l’economia lineare a favore di quella circolare e passando al consumo ponderato e sostenibile, con un occhio di riguardo alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti. È logico quindi intuire che, quest’ottica, gli obiettivi chiave della transizione ecologica abbracciano tutti gli aspetti della vita quotidiana e sociale di ognuno di noi. Il Piano per la transizione ecologica previsto dal PNRR si basa, infatti, su una strategia di politiche ambientali composta da una serie di misure atte al raggiungimento di importanti obiettivi:

  • Rendere l’agricoltura più responsabile e più attenta alla gestione del terreno;
  • Ridurre l’inquinamento atmosferico e ripristinare le condizioni di neutralità climatica, azzerando le emissioni nocive prodotte dalle attività umane e dai combustibili fossili, in favore delle fonti rinnovabili;
  • Potenziare la gestione delle risorse idriche e contrastare il dissesto idrogeologico e gli sprechi, aumentando il livello di resilienza di strutture, infrastrutture ed edifici;
  • Passare da un sistema di economia lineare a un sistema circolare basato sul riciclo e sul riutilizzo, diminuendo gli sprechi e limitando l’utilizzo di risorse per le nuove produzioni;
  • Ripristinare e tutelare le biodiversità animali e vegetali tramite il potenziamento delle aree protette esistenti e la creazione di nuove;
  • Convertire il sistema dei trasporti alla mobilità dolce e alla mobilità elettrica, promuovendo gli spostamenti con mezzi pubblici, car pooling e car sharing;
  • Dove possibile, favorire lo smart working per evitare viaggi verso i luoghi di lavoro.

Come si attuano nello specifico gli obiettivi della transizione ecologica?

Tutti questi obiettivi sono ambiziosi, ma come si mettono in pratica? Sul fronte dell’economia circolare, la strategia nazionale prevede di produrre e commercializzare prodotti ecocompatibili che si possano riutilizzare e riciclare una volta che terminano il ciclo di vita, oltre ad ammodernare e migliorare gli impianti di trattamento dei rifiuti. Sono inoltre previsti progetti per il recupero dei RAEE (i rifiuti elettrici ed elettronici), della carta, dei tessili, delle parti meccaniche e della plastica, la riduzione dell’utilizzo di terre rare e costanti controlli ambientali attraverso i droni e dispositivi basati sull’AI.

Per quanto riguarda l’agricoltura, i pesticidi e le sostanze chimiche verranno eliminati, gli allevamenti intensivi saranno disincentivati e si svilupperà una filiera alimentare intelligente e sostenibile. Verrà anche sostenuta e promossa la riforestazione.

Sul piano energetico, che è forse poi quello più impattante a livello di risorse impiegate, la decarbonizzazione è al primo posto. I combustibili fossili verranno sostituiti da fonti di energia rinnovabile e pulita come il fotovoltaico e l’eolico, e la produzione verrà stoccata in nuovi sistemi di energy storage per sopperire ai momenti in cui l’energia rinnovabile potrebbe non essere disponibile.

Verranno altresì favorite la produzione e la distribuzione dell’idrogeno, perché può fornire grandi quantità di energia senza rilasciare CO2. Allo stesso modo, le reti di produzione di energia elettrica verranno decentralizzate a favore delle smart grid, cioè reti di distribuzione intelligenti e più capillari, che riescono a minimizzare sovraccarichi e variazioni della tensione elettrica.

Sul piano dell’approvvigionamento idrico, l’obiettivo è quello di diminuire gli sprechi e le inefficienze rimodernando le reti di distribuzione, per aggirare il dissesto idrogeologico e garantire la fornitura di acqua nei periodi siccitosi.

A livello di mobilità urbana, invece, si mira a spostare tutto verso l’elettrico e implementare piste ciclabili e pedonali, oltre a percorsi turistici facilmente raggiungibili a piedi e in bicicletta. Questo diminuirà le emissioni di gas di scarico e il traffico.

In termini di produzione e supply chain, l’obiettivo è quello di diminuire la dipendenza dalle importazioni di materiali e materie prime dall’estero, sviluppando più indipendenza nel reperimento interno delle risorse.

Parlando di efficienza energetica sul piano urbanistico, un importante obiettivo è la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e residenziali adottando l’approccio del green building secondo il programma della Renovation Wave, e la diffusione dei sistemi di teleriscaldamento.

Cosa possiamo fare, come cittadini, per contribuire alla transizione ecologica?

Una volta compresi gli obiettivi del Piano di transizione ecologica, anche noi cittadini possiamo diventare parte attiva di questo processo tramite l’introduzione di piccole abitudini che, se seguite da tutti, possono realmente accelerare questo processo migliorativo. All’inizio abbiamo accennato anche del cambiamento dei nostri pensieri e dei nostri comportamenti quotidiani, perché, logicamente, parte tutto dalla consapevolezza.

Ecco cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per raggiungere uno stile di vita più sostenibile:

  • Preferire le auto elettriche o almeno auto bride per i lunghi viaggi;
  • Scegliere il trasporto pubblico o la micromobilità elettrica per i piccoli spostamenti;
  • Fare attenzione ai consumi energetici, spegnendo luce, gas e acqua ogni volta che non si utilizzano;
  • Utilizzare lampadine LED che consumano poco ed elettrodomestici di classe A;
  • Ridurre gli acquisti ed estendere il ciclo di vita, per quanto possibile, dei prodotti di cui si è già in possesso;
  • Preferire prodotti alimentari sfusi al banco invece di quelli preconfezionati, per ridurre la produzione di rifiuti;
  • Scegliere prodotti eco-friendly e a basso consumo energetico;
  • Installare pannelli fotovoltaici sul tetto delle abitazioni;
  • Fare la raccolta differenziata;
  • Influenzare gli altri nell’introduzione di queste piccole abitudini, per generare una consapevolezza virtuosa.

Quali sono le iniziative in Italia a sostegno della transizione ecologica?

In Italia, come abbiamo anticipato poco fa, i citati obiettivi della transizione ecologica sono promossi e sostenuti dal PNRR, che, tramite il Ministero per la Transizione Ecologica mette a disposizione di imprese e amministrazioni fondi e finanziamenti volti alla ricerca e all’introduzione di soluzioni sostenibili in diversi settori.

Oltre al PNRR, in Italia esiste il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2023 (PNIEC), che stabilisce gli obiettivi nazionali al 2030 sull’efficienza energetica e si articola in cinque linee di intervento:

  • Decarbonizzazione;
  • Efficienza e sicurezza energetica;
  • Sviluppo del mercato energetico;
  • Ricerca e innovazione;
  • Competitività.

A completamento del PNIEC è stato pubblicato, a dicembre 2022, anche il Piano nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), per contenere la vulnerabilità dei sistemi naturali, sociali ed economici ai cambiamenti climatici.

A livello mondiale, nel settembre 2015 i 193 Paesi membri dell’ONU hanno siglato l’Agenda 2030 che ingloba 17 obiettivi comuni per lo sviluppo sostenibile, da realizzarsi entro il 2030, che riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui coinvolti. Tra questi rientrano l’introduzione di energia pulita e sostenibile, la creazione di città e comunità sostenibili, l’educazione al consumo responsabile, la lotta contro il cambiamento climatico oltre a obiettivi più umanitari quali il mantenimento della pace nel mondo e la sconfitta della povertà.

Riusciremo a vedere con i nostri occhi il completamento del processo di transizione energetica a livello mondiale? Per ora non ci è dato dire alcunché, ma le tecnologie al servizio della sostenibilità stanno facendo passi da gigante e la sensibilità dei cittadini nei confronti dell’ambiente sta man mano aumentando. Per questo, forse, riusciremo ad essere testimoni di questo grande cambiamento ancora prima di quanto potremmo pensare.