Gli aggiornamenti sulle innovazioni nel settore degli spostamenti in Italia. Lavori in corso per portare i treni a idrogeno: si parte dalla Lombardia.
I treni sono il mezzo del futuro e l’idrogeno costituisce un’alternativa da studiare in fatto di mobilità sostenibile. Ma a che punto siamo? Quanto è conveniente? Sarà questo il carburante dei treni del futuro? Cerchiamo di fare il punto della situazione.
Come funziona un treno a idrogeno?
Innanzi tutto, una piccola spiegazione tecnica di come funziona un treno a idrogeno. Con l’idrogeno, ottenuto dall’acqua tramite elettrolisi, si ottiene l’energia elettrica rinnovabile che permette al treno di muoversi e di far funzionare i sistemi (climatizzazione, etc.). L’elettrolisi permette di immagazzinare l’energia elettrica, mentre il sistema cinetico convoglia l’energia in eccesso alla batteria al momento della frenata del treno. Lo stesso meccanismo in funzione sulle auto a idrogeno
La Germania ha dato il calcio d’inizio
L’estate scorsa in Germania ha preso ufficialmente il via il primo treno a idrogeno per il trasporto dei passeggeri, prodotto da Alstom. La stessa azienda ha avviato a stretto giro i lavori per portarlo anche in Italia, per la precisione in Lombardia, per l’alimentazione di nuovi treni sulla tratta Brescia-Iseo-Edolo.
La Regione ha infatti avviato un progetto, noto come H2iseO, per la prima “Hydrogen Valley” in Italia, cioè un’area pensata per lo sviluppo di un polo di produzione e utilizzo dell’idrogeno, sia nell’industria che nel trasporto locale. Nel progetto lombardo, la Hydrogen Valley coinvolge Sebino e la Valcamonica e prevede l’avvio, tra fine 2023 e inizio 2024, dell’utilizzo effettivo dei treni a idrogeno.
Sì, ma quanto costa?
Uno dei temi caldi è il rendimento, in termini energetici ed economici, dell’investimento. La domanda è (anche): idrogeno o elettrico, qual è l’alternativa migliore?
Nel rapporto “Il ruolo dell’idrogeno del trasporto terrestre” di Transport&Environment e Legambiente si sottolinea come l’efficienza energetica dei veicoli a celle combustibili con idrogeno sia meno della metà di quella dei veicoli elettrici a batteria.
Anche a livello di sostenibilità economica, qualche sopracciglio si è alzato: il progetto dei treni a idrogeno in Lombardia prevede infatti, secondo le cifre del rapporto, «271,2 milioni di euro, così suddivisi: 65 milioni di euro per 3 impianti produzione, elettrolizzatori inclusi, a Iseo, Brescia ed Edolo; 165 milioni di euro per l’acquisto di 14 treni dotati di locomotori a celle a combustibile e 24 milioni di euro per l’acquisto di 40 autobus» a fronte di una spesa complessiva stimata di 225 milioni (più di 45 in meno) per l’elettrificazione completa della stessa tratta, con annessa fornitura di autobus e stazioni di ricarica.
Se dunque l’idrogeno è considerato, anche nello stesso report, come indispensabile per la transizione verde delle attività produttive più inquinanti e difficili da riconvertire, come acciaierie e raffinerie, c’è ancora un po’ di scetticismo per il trasporto terrestre di passeggeri, soprattutto sulle tratte brevi.
La situazione attuale in Italia
Nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il Governo ha assegnato ad aprile 300 milioni di euro per la sperimentazione del trasporto ferroviario sull’idrogeno: 276 milioni per la realizzazione di impianti di produzione, stoccaggio e rifornimento di idrogeno rinnovabile; 24 milioni per l’acquisizione di treni a idrogeno. Beneficiari delle risorse le Regioni Lombardia, Puglia, Campania, Calabria e Sardegna, oltre alla Gestione Governativa della Ferrovia Circumetnea. In Calabria e Sardegna però, le recenti gare d’appalto sono andate deserte.