In bici lungo i 450 chilometri di incanto di una delle ciclovie più belle e meglio organizzate della Francia, alla scoperta del percorso cicloturistico ideale per tutti, ispirato da Marcel Proust
Intorno alla metà del 1600 Luigi XIII non immaginava che, a distanza di pochi decenni, quel suo casino di caccia tanto amato nella natura di Versailles, unico luogo di rifugio dall’agorafobia che l’affliggeva, sarebbe diventato una città-palazzo pullulante di voci, dame ingioiellate, nobili impomatati e frenetico via vai di servitori indaffarati.
Il successore al trono di Francia Luigi XIV, noto come il Re Sole per il suo potere accentratore, lo aveva infatti eletto a sua residenza privilegiata. Tra ristrutturazioni e ampliamenti, il rustico si era così trasformato in un mini-regno di 63mila metri quadri, comprendente tre imponenti edifici – la Reggia, il Grand Trianon e il Petit Trianon –, oltre a varie dépendance, 93 raffinati giardini, più di 800 ettari di bosco e una popolazione di 5.000 persone.
Le guglie medievali di Notre Dame di Parigi alle spalle, un lungo percorso di sorprese e scoperte avanti, lo Château de Versailles è la prima imprescindibile tappa di una delle vie verdi più spettacolari d’Europa, la Véloscénie.

La via verde delle meraviglie sulle orme di Proust
Lungo 450 km, il percorso cicloturistico della Véloscenie parte in pedalata dalla capitale francese e conduce alla suggestiva isola delle maree, Le Mont Saint-Michel, in Normandia, dove sorge l’antico monastero già punto cardinale della misteriosa Linea sacra di San Michele.
La strada è ben percorribile e organizzata, prevalentemente pianeggiante con rare e brevi salite. Attraversa tre regioni – Île-de-France, Centro-Valle della Loira e Normandia -, sei dipartimenti, tre parchi naturali e cinque siti UNESCO. Inoltre è connessa a due Eurovelo, l’EV3 e l’EV4.

Tra piste verdi e stradine di campagna, alla continua scoperta di angoli nascosti, luoghi, sensazioni e atmosfere autentiche, il ritmo dei pedali scandisce così il viaggio e la riscoperta di quel tempo perduto, esteriore o interiore, di cui parlava Marcel Proust in “Alla ricerca del tempo perduto”, i cui luoghi del cuore si incrociano lungo la strada.
I resti di Vaux de Cernay, un’abbazia del cistercense del XII secolo nella Vallée de Chevreuse..
Dalla Notre Dame di Parigi alla Notre Dame di Chartres
Salutata Versailles con i suoi splendori e magnificenze, si prosegue verso ovest in direzione Chartres. Il tragitto inizia inoltrandosi nel grande patrimonio naturale, culturale e architettonico del Parco naturale regionale della Haute Vallée de Chevreuse. Villaggio dopo villaggio, arrivati a Choisel, nel cuore della grande area verde ecco aprirsi i cancelli dello Château de Breteuil con i suoi 75 ettari di giardini, dal 1712 di proprietà dell’omonima famiglia.

Dopo circa un’ora di pedalata è la volta dello Château de Rambouillet, un’antica fortezza medievale, oggi sede di rappresentanza del Presidente della Repubblica francese e teatro di negoziazioni e importanti trattati internazionali.

Superato la cittadina di Épernon, arroccata alla confluenza di tre fiumi, e classificata Petite Cité de Caractère®, ossia località storico-culturale che offre ai visitatori un’accoglienza di qualità, la Véloscénie prosegue costeggiando il fiume Drouette.
Siamo nella valle dell’Eure e non può mancare una sosta a Maintenon. Il centro rurale vede la sua storia intrecciarsi con le vicende amorose del Re Sole. Nel 1687, il sovrano donò il castello del XII secolo situato nel comune a Françoise d’Aubigné, da lui nominata Madame de Maintenon e in seguito elevata al titolo di marchesa. La dama, che in precedenza aveva svolto il ruolo di governante dei figli avuti con Madame de Montespan, divenne successivamente la sua “sposa segreta“.

Tra vegetazione e villaggi, pochi chilometri e appaiono alla vista le torri della cattedrale di Notre Dame, un capolavoro del gotico che, dall’alto dei loro 115 metri, dominano la città di Chartres e la piana di Beauce. L’imponente costruzione, risalente al XI secolo, è uno dei luoghi religiosi meglio conservati e più importanti al mondo, già meta dei pellegrini del Cammino di Santiago di Compostela, che si fermano a percorrere il suo antico labirinto esoterico per provare ad avvicinarsi a Dio.

Dai lillà di Proust ai merletti di Alançon
Immerso nelle terre del granaio di Francia, l’itinerario prosegue sulla via verde che accompagna il fiume Eure. Ed è qui, attraversando paesini e campi agricoli, che è possibile seguire le tracce di Marcel Proust e rivivere i luoghi in cui è ambientata “La Recherche“. In particolare il paesino di Illiers-Combray, il cui secondo nome è stato aggiunto nel 1971 per il centenario della nascita, in omaggio allo scrittore che così lo chiamava nell’opera, offre numerose testimonianze del suo mondo letterario.
Tra le stradine del villaggio è quindi possibile respirare le stesse autentiche atmosfere evocate nell’opera e visitare alcuni dei luoghi chiave. Per esempio la chiesa di St. Jacques, che nella Recherche diventa la chiesa di St. Hilaireciclisti-pedalano-; il giardino privato di lillà Pré-Catelan, ora trasformato in un parco pubblico; e la casa-museo della zia Elisabeth Amiot (la “Maison de Tante Léonie“), dove Proust trascorse le sue vacanze fino al 1880 e che oggi conserva un prezioso patrimonio di mobili d’epoca, documenti, oggetti originali, lettere di Proust e fotografie di Paul Nadar.

Di nuovo in sella, il villaggio di Nogent-le-Rotrou segna l’entrata nella regione del Perche con i suoi panorami collinari e il rigoglioso Parco Naturale Regionale culla di biodiversità. Per evitare faticose salite, la Véloscénie segue il tracciato di alcune ferrovie dismesse in direzione Rémalard.

Destinazione Alençon, da Mêle-sur-Sarthe la strada taglia per la foresta della Bourse, sulle rive del Vésone, fino a intravedere la cittadina del IV secolo, famosa per i raffinati merletti a “punto d’Alençon”, l’antica basilica di Notre Dame e lo Château des Ducs del 1361.
Siamo nelle terre dell’Orne, nella regione della Normandia, e inizia la terza tratta del viaggio.

Dalle cascate di Mortain alle maree di Le Mont Saint-Michel
Rotta a nord-ovest, la Véloscénie s’inoltra nel Parco naturale regionale della Normandia-Maine. Passando per Pré-en-Pail-Saint-Samson, il percorso riprende il tracciato di una vecchia strada ferrata riconvertita in via verde facile e sicura, snodandosi poi lungo le stradine nei boschi e nei campi di mele tra Bagnoles-de-l’Orne, con il suo splendido Château Goupil, e la cittadina medievale di Domfront.

Superato il verdissimo tragitto che porta a Barenton, ancora solo 2 km e si arriva a Mortain. Questa cittadina offre una varietà di punti d’interesse tra chiese che consentono di scorgere all’orizzonte l’isolotto di Le Mont Saint-Michel, antiche rovine, bellezze naturali e vivaci mercati.
Siamo all’incirca a 350 km da Parigi, nel dipartimento della Manica, in piena Normandia, in quelle terre che furono teatro delle vicende storiche della Seconda guerra mondiale e dello sbarco degli alleati il 6 giugno del 1944, di cui conservano viva la memoria.

Ripreso il cammino, in un susseguirsi di vecchie stazioni ferroviarie e case dei guardiani di barriere restaurate, la greenway si allarga e diventa ondulata fino a Saint-Hilaire-du-Harcouët e successivamente a Ducey-Les Chéris, un antico porto strategico dove un tempo attraccavano le chiatte e dove si trova il Castello di Montgommery del XVII secolo.
Mancano poco più di 20 km a Le Mont Saint-Michel, punto di arrivo della Véloscénie. La via verde si fa sempre più facile verso la foce del Sélune e poi ancora al Pointe de la Roche Torin. I campi coltivati a siepe lasciano il posto ai bagliori delle onde in lontananza, l’aria frizzantina diventa brezza marina e Mont Saint-Michel inizia a giocare a nascondino tra le saline fino a che, pedalando lungo la baia, eccolo ergersi in tutta la sua magnificenza e il suo mistero. Il finale spettacolare di un viaggio che vale ogni singolo colpo di pedale.
