Il progetto dell’infrastruttura per la mobilità su due ruote è ambizioso quanto suggestivo e permetterà di pedalare dal capoluogo piemontese alla laguna veneziana. Oltre 700 chilometri in bici da Torino a Venezia lungo gli argini del Po, con una deviazione seguendo il Naviglio Pavese per raggiungere Milano. Nasce un nuovo modo di vivere il fiume, ma non solo.

Una pista ciclabile, o meglio una ciclovia, che consentirà di muoversi in bici da Torino a Venezia. Lungo gli oltre 700 chilometri della ciclovia VenTo, gli amanti delle due ruote troveranno la sicurezza necessaria per apprezzare il viaggio (spaziature, segnaletica e fondo stradale adeguati), godranno della possibilità di raggiungere le oltre 100 località sparse lungo il territorio e conoscere aree naturalistiche di grande interesse. Il concept è quello di mettere in dialogo il cuore dei centri abitati, vissuti come aree di sosta urbana dotate di tutti i servizi, e il grande fiume Po, i cui argini disegnano lo scorrere del percorso. Si spera, in questo modo, di creare anche un nuovo modo di intendere il turismo attraverso la mobilità su due ruote, per mantenere vive zone rurali padane che stanno inesorabilmente tendendo allo spopolamento progressivo.

Il progetto della ciclovia lungo il Po

Ciclovia VenTo: la mappa
Source: Il tracciato della Ciclovia VenTo

Il progetto di VenTo è nato interrogandosi sul futuro di territori finiti ai margini dell’attenzione generale. Sono quelle aree nel cuore della pianura padana, ricche di risorse ormai inesplorate e soggette all’invecchiamento della popolazione e a fughe verso le aree metropolitane dei più giovani. La risposta è nata nel 2010 al Politecnico di Milano grazie al lavoro e alle idee di un gruppo di ricerca multidisciplinare di cui facevano parte architetti, ingegneri e urbanisti. La pista ciclabile ha come compito “ricucire” le bellezze tanto diffuse quanto poco in contatto delle terre del grande fiume. Non solo: l’obiettivo è di rendere tali bellezze accessibili e fruibili a un pubblico in crescita, che ama un turismo slow e sorprendente, pronto a riportare vitalità a zone sonnolente del nostro Paese.

L’esempio del Danubio

L’ispirazione per il progetto della più lunga ciclovia italiana arriva dal nord dell’Europa. Paesi come Germania, Olanda, Belgio e Francia hanno da tempo rivitalizzato l’occupazione delle aree un tempo industrializzate lungo i principali corsi d’acqua, grazie a percorsi per le biciclette che hanno anche consentito di contrastare lo spopolamento. L’esempio più eclatante è forse quello della ciclabile del Danubio, che si sviluppa per oltre 2800 chilometri, attraverso otto nazioni europee, dall’Austria alla Romania.

Il percorso di VenTo da ovest a est

Ciclovia VenTo a Belgioioso
Source: La campagna nei pressi di Belgioioso (Pavia) / Alessandro Giacomel

La dorsale cicloturistica VenTo, una volta completata, collegherà in 705 chilometri interamente pedalabili il capoluogo piemontese a quello veneto, con una significativa deviazione lungo gli argini del Naviglio Pavese, per raggiungere Milano. Solamente nel tratto tra Piacenza e Cremona, il tracciato scorrerà su entrambe le sponde del Po, mentre per tutto il resto del tragitto si alternerà tra l’una e l’altra. VenTo nasce sfruttando alcuni tratti ciclabili già esistenti, incorporando sentieri, strade non più battute da altri mezzi di trasporto e anche creando ex novo tracciati per le biciclette. Così facendo attraverserà anche Alessandria, Parma, Mantova e Ferrara, consentendo di ammirare gioielli del nostro territorio come il Monferrato e il Polesine.

I criteri della ciclovia

La pista ciclopedonale sarà larga 3,5 metri e si svilupperà sull’argine del fiume, rimanendo a un’altezza panoramica che oscilla tra 3 e 10 metri sul livello delle acque del fiume. Per gli attraversamenti sul Po e sulle decine di suoi affluenti saranno utilizzati ponti esistenti e solamente in pochi caso verranno realizzate nuove strutture. Proprio per l’estensione del tragitto, la pavimentazione dovrà essere compatta e adatta alla pedalata, ma anche di facile manutenzione e, dove possibile, realizzata con materiali sostenibili.
Un discorso a parte meritano le aree di sosta. La filosofia è di portare i ciclisti all’interno dei tanti paesi attraversati dalla ciclovia, con aree attrezzate di pausa urbana. Saranno dotate di strutture dove lasciare la bicicletta in sicurezza, di ombra e acqua. I servizi accessori, dall’assistenza alla ristorazione, saranno poi forniti dai paesi stessi, pronti a diventare piazze vitali di cicloturismo.

VenTo: un work in progress

Ciclovia VenTo: Naviglio Pavese
Source: Naviglio Pavese / Alessandro Giacomel

La realizzazione della ciclovia VenTo per andare in bici da Torino a Venezia procede per lotti. Ufficialmente non è percorribile per intero ed è a tutti gli effetti un work in progress. Ne esistono già diversi tratti ciclabili e altri in fase di ultimazione. Ad esempio, in queste settimane è in fase di completamento un nuovo settore tra Cremona e Castelvetro. Entro l’estate sarà concluso l’importante tratto di Milano: si concluderanno infatti i cantieri sul Naviglio Pavese e vedranno la luce cinque nuovi chilometri di pista dalla Darsena fino ai confini della città.

Il progetto EuroVelo

VenTo fa parte di un progetto estremamente ambizioso sviluppato a livello continentale. EuroVelo è, infatti, la Rete europea di piste ciclabili e nasce come iniziativa della Federazione europea dei ciclisti (ECF) in collaborazione con partner nazionali e locali.
Sono 17 grandi tratti che attraversano i Paesi europei creando dei potenziali percorsi su due ruote che si sviluppano per migliaia di chilometri, incorporando le piste ciclabili delle singole Nazioni che vengono messe a sistema in un’unica rete europea.
In prospettiva si parla di oltre 90.000 km di piste ciclabili, di cui ben 45.000 che utilizzano piste già sviluppate e strade a basso traffico. La Torino-Venezia si inserisce all’interno del percorso n.8, la Mediterranean Route che si sviluppa da Cadice fino a Cipro (con inevitabili “passaggi ponte” per i tratti in mare), attraverso Barcellona, Nizza, Dubrovnik, Atene e Patrasso.