Gli amanti dei cammini e del cicloturismo stanno aumentando e sono sempre di più anche gli itinerari da scoprire e vivere lentamente, sulle proprie gambe o in sella a una bicicletta. La Via Francigena è uno di questi: antichissima e lunghissima via di pellegrinaggio, oggi è una delle destinazioni più gettonate, insieme al Cammino di Santiago, da coloro che vogliono passare qualche giorno all’insegna del turismo lento e sostenibile, alla scoperta di ignoti paesaggi da assaporare con calma e un imprevedibile susseguirsi di emozioni intense e adrenaliniche. Noi abbiamo scelto quelle che, secondo chi le ha percorse, sono le tappe più belle della Via Francigena in Italia: Dal Passo del Gran San Bernardo fino a Santa Maria di Leuca, vi accompagneremo lungo un percorso fatto di affascinanti borghi medievali, strabilianti panorami e natura incontaminata, per farvi vivere (e magari anche farvi venire la voglia di provare) quello che vede e sente ogni camminatore o cicloturista che decide di ripercorrere, eccitato e inconsapevole, le tappe tracciate dall’Arcivescovo di Canterbury nel 990 d.C.

Cos’è la Via Francigena e qual è la sua storia?

Adesso è uno degli itinerari più gettonati dal turismo sostenibile in Italia, un tempo era un reticolo di vie che collegavano le zone controllate dai Franchi (le odierne Francia e Germania) con Roma, attraversando lo stivale in lunghezza fino ad arrivare in Puglia, dove i pellegrini e i crociati si imbarcavano alla volta della Terra Santa.

La storia della Via Francigena inizia nel VI secolo d.C., quando i Longobardi crearono una strada per congiungere Pavia, il centro principale della cultura longobarda, con i ducati di Spoleto e Benevento. La via doveva essere sicura e lontana dai territori dominati dai bizantini, per cui i Longobardi scelsero di far passare la strada attraverso un itinerario minore nel cuore degli Appennini, che dal Passo della Cisa scendeva a fiancheggiare la costa fino Camaiore per poi addentrarsi verso Lucca. Questa strada prese, all’epoca, il nome di Via di Monte Bardone, riferendosi all’antica denominazione del Passo della Cisa.

Quando i Franchi si succedettero ai Longobardi, la Via di Monte Bardone cambiò il nome in Via Francigena, perché venne collegata anche ai Paesi Bassi e alla Valle del Reno. Ma non era ancora una via ben definita come lo è oggi, perché le strade medievali mutavano in continuazione per via di cause naturali come straripamenti o frane. Nei secoli è stata soggetta, quindi, a deviazioni e percorsi alternativi. Se oggi conosciamo bene il percorso originario della Via Francigena, lo dobbiamo agli scritti del pellegrino Sigerico, che fu nominato Arcivescovo di Canterbury nel 990. Sigerico partì da Canterbury con il suo seguito alla volta di Roma per ricevere il Pallium, l’investitura papale, e annotò in un manoscritto (conosciuto come il diario di Sigerico) i 79 luoghi in cui si fermò a pernottare lungo il percorso. È per questo motivo che, oggi, Canterbury è ufficialmente considerata la tappa di partenza della via Francigena.
Tra il XI e il XIII secolo la Via Francigena divenne lo snodo delle tre mete di pellegrinaggio più conosciute in Europa:

  1. La tomba di San Giacomo di Compostela, che i pellegrini raggiungevano percorrendo il Cammino di Santiago di Compostela;
  2. Le tombe degli apostoli Pietro e Paolo a Roma;
  3. Il Santo Sepolcro a Gerusalemme.

I pellegrini provenienti dal nord Europa la percorrevano da Canterbury fino a Roma, per proseguire eventualmente fino a Brindisi lungo la via Appia, dove si imbarcavano per raggiungere Gerusalemme. Al contrario, i pellegrini italiani che si dirigevano a Santiago de Compostela la percorrevano verso nord e si imbarcavano a Luni per raggiungere la Francia e iniziare, da lì, il cammino verso Santiago.

Oggi la Via Francigena attraversa quattro Stati (Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia) e si snoda per oltre 3000 km, partendo da Canterbury e arrivando a Santa Maria di Leuca in Puglia. Il percorso da Canterbury fino a Roma è denominato Via Francigena del Nord; da Roma fino al tacco dello stivale si percorre invece la Via Francigena del Sud, che termina, appunto, a Santa Maria di Leuca.

Affascinanti borghi medievali, panorami montani e collinari che tolgono il fiato, una moltitudine di sentieri diversi, il tempo che si dilata e pesa sulle gambe, la voglia di scoprire ma anche meditare in silenzio: è questo che vedono e vivono i pellegrini che, ancora e soprattutto oggi, si cimentano a percorrere qualche tappa della Via Francigena a piedi o in bicicletta, mettendo alla prova corpo e spirito. Diciamo “soprattutto oggi” perché il recente report di Booking.com spiega bene come gli italiani, rispetto a qualche anno fa (complici la pandemia e la conseguente crisi economica per alcuni settori) siano sempre più inclini a scegliere una modalità di vacanza lenta e mobilità dolce che guardino alla sostenibilità ambientale e anche al portafogli.
È anche per questa ragione che, di recente, si sta assistendo al felice boom dei trekking in montagna, dei trekking urbani e dei percorsi a piedi.

Da dove parte e dove arriva la via Francigena?

Via Francigena: la mappa

L’itinerario ufficiale della Via Francigena, come ormai sappiamo, parte da Canterbury in Inghilterra e, dopo circa 140 tappe arriva a Santa Maria di Leuca. Ben 90 tappe si trovano in Italia (anche di più, se si contano le possibili varianti) e toccano luoghi ricchi di storia e inestimabile bellezza. 

Chi sceglie di seguire l’intero percorso, a piedi o in bicicletta (essendo più di 3.000 km, solo pochi intrepidi scelgono di percorrerlo dall’inizio alla fine), parte dalla Cattedrale di Canterbury e segue il percorso della Pilgrim Way fino a Dover, dove si imbarca per superare la Manica e arrivare a Calais, in Francia. Da qui attraversa le regioni del Nord-Pa-de-Calais-Picardie, dello Champagne-Ardenne e della Franche-Comté, entrando in Svizzera dal cantone del Vaud nelle vicinanze di Losanna, costeggiando il Lago di Ginevra e entrando in Italia dal passo del San Bernardo. Dalla Valle D’Aosta, poi, discende per Piemonte e Lombardia e svalica il temuto Passo della Cisa per entrare in terre emiliane. Da qui fiancheggia la costa ligure-toscana della Lunigiana, giungendo fino in Chianti, per poi entrare nel Lazio e raggiungere San Pietro a Roma.

Le città più conosciute della Francigena, in cui passano i pellegrini che decidono di percorrerla per intero, sono: Canterbury e Dover in Inghilterra; Calais, Reims e Besançon, Pontarlier in Francia; Losanna, Saint Maurice e Martigny in Svizzera; Passo del Gran San Bernardo, Aosta, Ivrea, Vercelli, Pavia, Piacenza, Fidenza, Passo della Cisa, Pontremoli, Sarzana, Massa, Lucca, San Gimignano, Monteriggioni, Siena, San Quirico d’Orcia, Bolsena, Viterbo e Roma in Italia.

Chi può percorrere la Via Francigena e quali sono le implicazioni?

Ogni persona desiderosa di intraprendere questo cammino può percorrere la Via Francigena, a piedi o in bicicletta, per intero o scegliendo solo qualche tappa. 

Come abbiamo accennato all’inizio, si tratta di un cammino a sfondo religioso ma ognuno lo può vivere e percorrere per i motivi più personali, a prescindere dal credo. Per quanto riguarda le tappe, in generale sono studiate per essere percorse a piedi e, chilometro più chilometro meno, vanno dai 18 ai 30 km ognuna; chi è in bicicletta, invece, può decidere anche di percorrerne due o tre nello stesso giorno, a seconda dei giorni a disposizione e della resistenza fisica. Ciascuno può scegliere da dove partire e dove arrivare, senza condizionamenti né limiti di tempo.

Essendo una via di pellegrinaggio riconosciuta, chi vuole percorrerla può richiedere la credenziale del pellegrino, acquistabile online o negli uffici turistici delle località di partenza, su cui farsi apporre i timbri di fine tappa. Se si sono percorsi almeno 100 km a piedi o 200 in bicicletta, si può richiedere anche il Testimonium, che certifica l’avvenuto pellegrinaggio.

Per i pernottamenti, ogni tappa mette a disposizione parrocchie, ostelli, donativi e pellegrinai che offrono posti letto (a volte anche cena e colazione) a poco prezzo, a fronte dell’esibizione della credenziale del pellegrino. In ogni caso, chi desidera più privacy e maggior comodità può tranquillamente scegliere di alloggiare in hotel, campeggi o bed&breakfast.

Non esistono particolari implicazioni per percorrere la Via Francigena, se non una certa dose di buonsenso con cui ogni camminatore o ciclista deve fare i conti prima della partenza e ogni giorno, durante cammino. Ad esempio:

  • Preparare lo zaino in maniera essenziale ma ponderata;
  • Avere indumenti e scarpe adatte a lunghe camminate nei terreni più diversificati (asfalto, ciottoli, sentieri, fango…);
  • Essere almeno un po’ allenati ad affrontare percorsi giornalieri di 18-30 km a piedi (anche più in bicicletta), anche con dislivelli importanti;
  • Essere adattabili a qualsiasi tipo di situazione, come camminare sotto un temporale o dormire in camerate comuni;
  • Informarsi preventivamente sul percorso che si vuole intraprendere, acquistando la guida o scaricando l’app sul proprio smartphone;
  • Non perdersi d’animo di fronte alle difficoltà ma chiedere aiuto appena possibile: si troverà sempre qualcuno disposto a venire in soccorso.

Quali sono le tappe più belle della via Francigena in Italia?

Via Francigena: le tappe più belle in Italia

Tutte le 90 tappe italiane della Via Francigena, dal Gran San Bernardo fino a Santa Maria di Leuca, racchiudono borghi, monumenti e panorami di inestimabile bellezza. Noi, però, abbiamo scelto di descrivervi le sei tappe a nostro avviso più belle, che riassumono l’essenza dei luoghi, delle persone e dell’atmosfera che si vive camminando lungo l’intero percorso. Se state pensando di percorrere qualche tratto della Francigena in Italia (a piedi o in bicicletta) ma non sapete ancora quale, ecco subito qui sotto qualche spunto per ispirarvi.

Tappa 1: Gran San Bernardo-Echevennoz

Questa è la prima tappa della Via Francigena in territorio italiano: lunga circa 15 km, inizia con l’attraversamento del Colle del Gran San Bernardo, situato a più di 2000 metri s.l.m. nelle incantevoli Alpi Liguri della Valle D’Aosta.
Da qui, attraverso natura rigogliosa, laghi azzurri e panorami stupefacenti, si percorre una bella mulattiera e si giunge fino al paese di Saint-Rhémy, immerso in verdi prati e foreste di conifere, conosciuto anche per la produzione dell’ottimo prosciutto crudo Jambon de Bosses.
Imboccando poi un sentiero che costeggia la strada principale si arriva a Saint-Oyen dove sorge Château Verdun, una casa di accoglienza per i pellegrini risalente al 1137. Proseguendo si arriva a Etroubles, un paese ricco di testimonianze storiche come l’antica chiesa e la vecchia latteria sociale, la prima della Valle D’Aosta. Dopo una pausa ristoratrice, si continua per 1,6 km alla volta di Echevennoz, un ridente borgo tra le montagne, dove si trascorre la notte immersi nel silenzio, rigenerandosi completamente per affrontare al meglio la tappa successiva.

Tappa 22: Passo della Cisa-Pontremoli

Dalla primissima tappa di entrata in Italia passiamo alla tappa numero 22, quella che collega il Passo della Cisa al magnifico borgo di Pontremoli, uno dei borghi più belli della Toscana.
La Cisa è il valico che separa l’Appennino ligure da quello tosco-emiliano: è una tappa impegnativa di quasi 20 km in cui si sale, tra boschi e sentieri, fino a 1100 metri, per poi ridiscendere a valle. Durante questa tappa si attraversano soleggiati crinali, mulattiere panoramiche e la Valle del Magra, il fiume che scorre tra le province di La Spezia e Massa-Carrara.
Tutta la vallata vanta incantevoli e rilassanti paesaggi intervallati da limpidi fiumi e ombrosi boschi, che sono l’ideale per riposarsi un po’ dopo tanti km. Passo dopo passo, davanti agli occhi scorrono piccoli e silenziosi borghi ricchi di fascino e ben conservati, come Cavezzana D’Antena, Groppoli, Previdé, Arzengio, per arrivare alla splendida Pontremoli. Da chi ha percorso l’intero cammino, questa è considerata una delle tappe più belle della Via Francigena, anche se molto impegnativa perché gambe e ginocchia vengono particolarmente sollecitate.

Tappa 32: San Gimignano-Monteriggioni

Anche la trentaduesima tappa è considerata una delle più belle dell’intera Via Francigena, perché si cammina per 31 km partendo dalla splendida San Gimignano, uno dei borghi più belli della Toscana e si arriva alla maestosa Monteriggioni. Nel tratto iniziale si percorrono sentieri in saliscendi, si attraversano borghetti ricchi di fascino, strade alberate, ponti in pietra e suggestivi paesaggi che lasciano tutti i camminatori a bocca aperta.
Il percorso è ben segnalato e passa per la valle del torrente Foci per arrivare alla pieve romanica di Santa Maria a Coneo, continuando poi sul ponte sull’Elsa e raggiungendo la chiesa romanica di San Martino di Strove. A fine tappa si attraversa il borgo di Abbadia a Isola, nel cui Castello fece tappa Sigerico dopo aver ricevuto il Pallium. Dopo circa 7 ore dalla partenza, sulla strada si intravedono le inconfondibili torri e la cinta muraria del suggestivo borgo di Monteriggioni: la tappa è terminata e, finalmente, ci si può concedere il meritato riposo in un incantevole luogo in cui, ancora oggi, si respira un’autentica atmosfera medievale.

Tappa 36: San Quirico d’Orcia-Radicofani

La tappa che collega il borgo etrusco di San Quirico d’Orcia a Radicofani è un percorso impegnativo che si sviluppa in 33 km tra le impervie salite e le vivaci discese delle caratteristiche colline toscane. Da San Quirico d’Orcia si cammina alla volta di Bagno Vignoni, un piccolo e splendido borgo fortificato famoso per le sue acque termali a cielo aperto, per giungere, dopo vari saliscendi (il dislivello complessivo è di circa 900 metri), nelle valli dei fiumi Orcia e Paglia.
Da qui il paesaggio cambia, la natura diventa più selvaggia perché si entra nel meraviglioso territorio del Monte Amiata. Quando si raggiunge il torrente Formone si costeggia il bosco prendendo un sentiero che porta a Radicofani, la destinazione di questa tappa: un affascinante borgo a 800 metri di altezza che si affaccia sulla Val d’Orcia, sull’Amiata e sull’Appennino, che da solo ricompensa tutti gli sforzi fatti durante la giornata (parola di tutti i pellegrini che ci sono stati!).

Tappa 38: Acquapendente-Bolsena

Un’altra affascinante tappa da percorrere camminando o in bicicletta, considerata tra le più belle della Via Francigena, è quella che va da Acquapendente, uno splendido borgo in provincia di Viterbo, a Bolsena, dove sorge l’affascinante e conosciuto Lago di Bolsena.
Da Acquapendente si percorrono circa tre ore su strade bianche che costeggiano i campi coltivati, passando per piccoli paesi di origine medievale e giungendo a San Lorenzo Nuovo, uno dei borghi più giovani della zona dalla cui strada si può già scorgere, in lontananza, la maestosità del Lago di Bolsena. Si continua poi attraversando un breve tratto di bosco, che in primavera sfoggia un colorato e profumatissimo tappeto floreale, per passare lungo stradine di campagna che portano verso il centro di Bolsena. Se la temperatura è mite, è d’obbligo approfittare per terminare la tappa nel migliore dei modi: facendo cioè un bel bagno nel meraviglioso lago di origine vulcanica, circondato da un sottile e suggestivo lembo di spiaggia nera.

Tappa 90: Tricase-Santa Maria di Leuca

Cosa può significare, per un pellegrino, percorrere l’ultimissima tappa della Via Francigena in Italia? Arrivare dopo così tanti km a Santa Maria di Leuca, il punto più estremo del tacco d’Italia (non per nulla chiamato De Finibus Terrae, “ai confini della terra”), ufficializzando il termine del lungo cammino, è un’emozione talmente intensa da dover essere sicuramente metabolizzata per molto tempo, nei giorni a venire.
L’ultima tappa della Via Francigena in Italia (la novantesima, se non si scelgono le tante varianti disponibili) si percorre nel cuore della meravigliosa Puglia, luogo da cui parte anche il bellissimo Cammino del Salento. Queste zone del Salento sono ricche di splendidi luoghi, tutti da vivere e assaporare con calma: se si ha il tempo di lasciare il percorso della Via Francigena per un giorno e fare una deviazione aggiuntiva di circa 35 km, si può approfittare per visitare la cava di bauxite di Otranto, oppure un borgo a scelta tra quelli più belli della Puglia.
Quest’ultima tappa della via Francigena si sviluppa per circa 20 km nelle meravigliose terre salentine partendo da Tricase per proseguire all’interno del Bosco delle magnifiche Querce Vallonee e arrivare a Corsano, dove si potranno esplorare anche le Vie del Sale. Da qui ci si addentra nel suggestivo canyon della Guardiola, che si congiunge con il Sentiero delle Cipolliane. Dopo un po’ si raggiunge il suggestivo Canyon del Ciolo dove si potrà approfittare per visitare le misteriose e suggestive grotte preistoriche. Da qui si fa sul serio, perché inizia l’ultimissimo tratto della Via Francigena: in pochi km si raggiunge Gagliano del Capo per arrivare, finalmente, a Capo de Finibus Terrae a Santa Maria di Leuca, il magico punto di congiunzione del Mar Ionio con il Mediterraneo, che guarda oltre l’orizzonte verso la Città Santa.