Viaggiare gratis vivendo local è possibile. Entrare in contatto con una città come se fossimo abitanti del posto, assimilando cultura e abitudini locali, è un’esperienza unica che permette di spostarci attraverso soluzioni sostenibili e in linea con le nostre esigenze economiche.
I classici rituali del turismo di massa o “mordi e fuggi” sono, in questo caso, decisamente accantonati. Viaggio e soggiorno si spostano su un piano differente e a lungo termine, secondo un’ottica basata su scambio e condivisione, per venire incontro ai costi e ricevere un arricchimento interiore.
Grazie alle opportunità della sharing economy, tutto ciò è diventato accessibile su scala globale. Scopriamo ora alcuni sistemi che permettono di viaggiare risparmiando e integrandosi in modo autentico nella destinazione scelta.
Viaggiare gratis vivendo local: come iniziare
Per questo tipo di esperienza, le mete sono innumerevoli. Ma non è necessario andare in capo al mondo: possiamo trascorrere periodi più o meno lunghi da local anche nelle grandi città italiane, risparmiando sugli elevati costi che spesso le contraddistinguono.
Vivere a Roma come un romano, a Milano come un milanese o a Torino come un torinese può rivelarsi un’esperienza interessante al pari di un viaggio esotico. E per essere veri local è importante, in un quadro di sostenibilità, saper utilizzare i mezzi pubblici, la micromobilità elettrica in sharing (bici, scooter, monopattini) e altri servizi come car sharing e car pooling (che sono due cose diverse).
Per viaggiare in questa modalità, bisogna tuttavia prestare attenzione ad alcuni presupposti essenziali. È chiaro che dobbiamo completamente uscire dalla logica di trovare tutto pronto come in un hotel. Quindi, la pianificazione iniziale, la definizione del budget, una buona assicurazione viaggio e soprattutto armarsi di spirito di adattamento sono elementi basilari.
La qualità e l’autenticità dell’esperienza, nonché le relazioni stabilite con le persone del luogo, ripagheranno gli inevitabili sacrifici compiuti per risparmiare su vitto e alloggio.
Scambio casa e couchsurfing: cosa sono
Una volta scelto il “dove” e il “quando”, è il momento di pensare all’aspetto più importante di tutta questa faccenda: il “come”. Esistono infatti varie soluzioni per viaggiare gratis vivendo local.
Una di queste è lo scambio casa (home exchange o house swapping), pratica che esiste addirittura dagli anni Cinquanta. In sostanza, si va a soggiornare in un’abitazione messa a disposizione da una persona o famiglia che nello stesso periodo viene a vivere nella nostra.
In alternativa c’è il couchsurfing. Letteralmente “fare surf tra i divani”, ovvero passare da un divano all’altro. Un tempo, negli Stati Uniti, questa espressione indicava il fatto di essere senza fissa dimora e chiedere ospitalità qua e là. Oggi, con la sharing economy e l’omonima piattaforma, è invece uno dei modelli di scambio ospitalità più noti.
Lasciare casa e animali a un viaggiatore
Leggermente diversa è la soluzione offerta da Trusted Housesitters, piattaforma con registrazione gratuita. Se ci dovessimo assentare per un viaggio più o meno lungo, è possibile lasciare la casa – ed eventualmente anche i nostri animali domestici – a un viaggiatore, che si prenderà cura di tutto per il periodo stabilito.
Una consuetudine, quella di affidare a qualcun altro la propria abitazione, che in realtà è viva da tantissimo tempo, soprattutto con parenti e amici, ma che oggi attraverso la sharing economy e il digitale è diventata un’attività con orizzonti molto più ampi.
Workaway e Worldpackers: come viaggiare lavorando
Oltre a scambio e condivisione di alloggio, c’è anche il work exchange, cioè viaggiare lavorando per coprire le spese. Workaway e Worldpackers, ad esempio, sono le due piattaforme più conosciute in cui si possono trovare occasioni di lavoro volontario in cambio di ospitalità.
Così durante il nostro viaggio trascorreremo alcune ore della giornata svolgendo un vero e proprio lavoro, in vari campi e a seconda delle nostre attitudini (agricoltura, allevamento, ecoturismo, giardinaggio, cucina, babysitting, dogsitting) per un host che ci fornirà una sistemazione per un periodo di tempo definito.
In particolare, come avvenuto con Couchsurfing, la piattaforma Workaway è diventata così diffusa che il termine workaway (al pari di couchsurfing) è diventato un verbo di uso comune. Ovviamente non è mai del tutto scomparso il rischio di finire a svolgere lavori pesanti o improbabili in alloggi degradati o di fortuna. Quindi è sempre consigliato informarsi preventivamente il più possibile.
In ogni caso, chi decide di viaggiare gratis vivendo local, trovando ospitalità condivisa e lavorando, deve partire con un’idea ben chiara in testa: non è una vacanza tradizionale ed è necessario essere sempre pronti a muoversi, rendersi utili e integrarsi con la cultura locale.